Sono trascorsi cinque anni dall'enunciazione dell’obiettivo, dell’allora Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, circa l’introduzione e gestione dell'agricoltura di precisione nelle imprese agricole che nel 2020 avrebbero auspicabilmente dovuto raggiungere almeno il 10% della superficie agricola utilizzata del Paese.
In questo periodo, in parallelo all’enunciazione di tale obiettivo, si è consolidata nel mondo agricolo la consapevolezza che, indipendentemente dalla politica, l’innovazione tecnologica è una leva necessaria e/o comunque utile per lo sviluppo più corretto e sostenibile delle attività di settore.
A solo titolo di esempio, prendendo in esame la filiera del pomodoro da industria, le tecnologie risultano indispensabili alla gestione delle operazioni colturali fondamentali. Semina e posa dei sistemi irrigui a goccia necessariamente con precisione Gps centimetrica Rtk, al fine di evitare interferenze tra i sistemi nelle interfile durante le operazioni colturali, oltre alla sensoristica di irrigazione di precisione per la gestione dei volumi e dei periodi di irrigazione congrui alle fasi di accrescimento delle piante.
In tale contesto, caratterizzato da potenziali elevate remunerazioni della produzione, ma anche da altrettanti sicuri e ineludibili costi di investimento colturale elevati, il combinato resa/qualità frutto delle tecniche agronomiche e agromeccaniche applicate, dà risultati positivi più credibilmente e diffusamente nei casi in cui si sono applicate le modalità e le tecnologie di agricoltura di precisione.
Gli incentivi messi in campo
A fronte dei bisogni evidenziati in campo e nella filiera e dell’ambizioso obiettivo di orientamento politico dichiarato cinque anni fa, in questi anni sono stati messi in campo vari strumenti di facilitazione/incentivazione all’acquisto/introduzione e gestione di tali tecnologie per le imprese agricole.
Le principali agevolazioni all’introduzione e gestione sono state contenute sia nei provvedimenti tradizionalmente specifici dell’agricoltura (Pac, Psr, ecc., con orientamento all’innovazione tecnologica) sia in provvedimenti non settoriali (quindi riguardanti sia l’agricoltura sia il mondo dei servizi e produttivo/industriale), e in particolare quelli orientati a favorire gli investimenti in innovazione tecnologica e robotizzazione: legge Sabattini e cosiddetta Industria 4.0 nelle sue evoluzioni, prima con lo strumento dell’iperammortamento e poi con quello del credito d’imposta.
L’evoluzione dell’Industria 4.0 da iperammortamento a credito d’imposta ha permesso di allargare la platea dei fruitori, soprattutto e in particolare nel settore agricolo, caratterizzato da una fiscalità che non consentiva con il meccanismo dell’iperammortamento di coglierne le opportunità, possibili invece col credito d’imposta a partire dal 2020.
Quattro mercati di riferimento
In questo periodo, volendo trarre alcune considerazioni sull’efficacia delle azioni e sul raggiungimento degli obiettivi auspicati per l'agricoltura di precisione, è difficile verificare la superficie effettivamente interessata dalle innovazioni tecnologiche, mentre è possibile analizzare l’andamento dei mercati di riferimento nelle diverse articolazioni tecnologiche maggiormente disponibili. Cioè:
1. tecnologie considerate di base o di primo livello, ovvero le guide assistite/automatiche con supporti Gps/Rtk;
2. tecnologie considerate di secondo livello, cioè la gestione delle attività colturali su base storica e/o in tempo reale con supporti on field (sui mezzi) e/o da remoto (droni e satelliti);
3. tecnologie considerate di terzo livello, ovvero la gestione delle attività colturali su base storica e/o in tempo reale con supporti on field (sui mezzi) e/o da remoto (droni e satelliti), congiunta con la gestione dei parametri quali/quantitativi delle produzioni in campo, a disposizione dei produttori e degli operatori lungo la filiera agroalimentare;
4. tecnologie considerate di quarto livello o ulteriore, ossia quelle che riguardano la piena digitalizzazione delle aziende e il pieno controllo e gestione del dato, con l’introduzione di sistemi con tecnologie informative e intelligenti (Internet of Things, Dss, ecc.).
Per tali mercati di tecnologie e nel quinquennio di riferimento, le nuove macchine trattrici e operatrici agricole hanno visto (con qualche differenza tra le diverse aree del Paese):
- il primo e il secondo livello di agricoltura di precisione presente in oltre i 2/3 degli acquisti effettuati, con punte prossime alla totalità delle nuove macchine riferite a macchine per specifiche attività (come descritto nell’esempio della semina e dell’irrigazione del pomodoro da industria) e con punte minime (inferiori anche a un terzo) nel caso di trattrici o operatrici con funzionalità e utilizzi di base in contesti di produzione e/o attività a basso valore aggiunto;
- Il terzo livello presente per meno di un terzo degli acquisti effettuati. L’acquisizione di tale livello di tecnologie è condizionata ad oggi quasi esclusivamente dai bisogni operativi della filiera a valle della produzione primaria, ovviamente quando nella filiera è presente la consapevolezza dell’utilità di raccolta dei dati quali/quantitativi in campo, sottesi alla caratterizzazione delle produzioni interessate. Più limitatamente, l’acquisto è motivato dall’orientamento alla tecnologia derivato dal legislatore.
- Il quarto livello di agricoltura di precisione è per ora ancora quasi esclusivamente legato a esperienze pilota e non ancora in piena diffusione su scale reali nel mondo delle aziende agricole, anche per riscontrata scarsa offerta e conoscenza da parte delle aziende che sviluppano tali sistemi. Le specificità del settore agricolo primario (cioè non del mondo agroindustriale e/o agroalimentare, cui talvolta erroneamente vengono rivolte le soluzioni ai bisogni), infatti, sono spesso uniformate oppure unicamente rivolte alla risoluzione di obblighi di legge (es. quaderno di campagna) e non al supporto alla gestione delle direzioni aziendali.
Precision farming, una montagna da scalare
Deve essere chiaro che i risultati di introduzione, riferiti al mercato di questo ultimo quinquennio della meccanizzazione agricola di cui sopra, fanno riferimento a cantieri agromeccanici nuovi di fabbrica, per cui non necessariamente a un 50% di nuove introduzioni può corrispondere un equivalente in dominio di superfici agricole utilizzate nel Paese.
Anzi, considerato che il parco macchine italiano in uso, formato da nuove ma soprattutto da tantissime macchine datate, è storicamente obsoleto, è molto probabile che l’obiettivo del 10% della Sau auspicato per il 2020 in termini di nuove tecnologie introdotte sia prossimo o raggiunto per il primo livello (guide assistite/automatiche), mentre rimane ancora piuttosto lontano per i livelli superiori. Inoltre, alla convivenza di nuove e vecchie macchine nelle aziende agricole, che si approcciano alle tecnologie 4.0, consegue diversa intensità di utilizzo, pur seguendo un percorso che porterà a utilizzare nel tempo la digitalizzazione su tutti i processi aziendali.
Tale assunto può essere differenziato sensibilmente e ulteriormente in relazione alla conformazione geografica/orografica del territorio, che vede maggiori difficoltà di applicazione nelle aree declivi e/o montane.
Azioni specifiche per il futuro
Nella fig. 1 (elaborazione Sandro Bargellesi) si evidenziano sull’asse verticale, in termini crescenti dal basso verso l’alto, i diversi gradi di tecnologie e applicazioni presenti in un’azienda agricola, mentre sull’asse orizzontale, da sinistra verso destra, i diversi gradi di crescente utilizzo di tali tecnologie e applicazioni. Ogni azienda agricola si collocherà all’interno di un riquadro, con l’auspicio nel tempo di portarsi quanto più possibile in alto a destra. Dal posizionamento di ogni azienda agricola ne conseguono diverse ricadute in termini di ottimizzazioni e apporti di dati alla filiera a valle e dati utili per gli aspetti agronomici aziendali.
Per il futuro, al fine di favorire ulteriormente il processo di introduzione delle tecnologie e di digitalizzazione del settore primario, oltre al consolidamento degli strumenti incentivanti nelle varie articolazioni già presenti, si evidenzia come necessario focalizzare in maniera specifica e puntuale l’orientamento e azioni specifiche volte a:
- incentivare l’aggregazione orizzontale e verticale anche in reti di imprese, per la fruizione di tecnologie interaziendali e di filiera;
- una maggiore formazione e know how di operatori agricoli, agronomi, agromeccanici e analisti di gestione, nonché tecnici delle industrie agroalimentari e dei costruttori/sviluppatori di innovazioni meccatroniche e informatiche, con interscambio dei risultati delle applicazioni nei vari processi;
- un’estesa introduzione nei programmi di studio superiori e universitari delle tematiche legate all’innovazione tecnologica e al “precision farming” in agricoltura, quali elementi fondanti la sostenibilità dell’attività agricola;
- una piena condivisione degli elementi fondanti il concetto di “sostenibilità” in agricoltura, che deve essere basato nel tempo e congiuntamente sul:
- garantire reddito al settore primario;
- soddisfare un mercato alimentare crescente;
- sviluppare processi di intensivizzazione colturale;
- aumentare qualità e salubrità delle produzioni;
- accrescere la fertilità dei terreni;
- migliorare il benessere degli animali allevati;
- migliorare gli ambiti ambientali e rurali.
Agricoltura di precisione importante per gli obiettivi europei
In conclusione, si evidenzia ulteriormente che quanto sopra descritto risulta ricompreso negli orientamenti europei per la politica agricola oggi in discussione (Green Deal e Farm to Fork Strategy), che vedono nelle innovazioni tecnologiche e di processo sintetizzabili come agricoltura di precisione gli strumenti più idonei al raggiungimento di obiettivi da qui al 2030, con:
- il dimezzamento della perdita di nutrienti nel terreno coltivato, garantendo al tempo stesso che la fertilità del suolo non si deteriori, con una riduzione dell’uso di pesticidi chimici e fertilizzanti fino al 20%;
- la riduzione del 50% di antimicrobici e di antibiotici per gli animali e l’acquacoltura;
- la trasformazione 25% dei terreni da colture tradizionali in biologico.