Nella prossima programmazione 2021-2027, la Pac intende promuovere un settore agricolo smart (intelligente) e resiliente, sostenere la cura per l’ambiente e l’azione per il clima, e stimolare la crescita e l’occupazione nelle aree rurali.
Come realizzare un settore agricolo più smart, più intelligente e sostenibile con vantaggi economici e ambientali? Con la ricerca e l’innovazione.
Come accelerare questo percorso, vista la lentezza con cui le innovazioni penetrano nel settore agricolo? Con l’Akis (Agricultural Knowledge and Innovation Systems). Vediamone le motivazioni, il significato e il suo funzionamento.
La futura Pac dovrà promuovere maggiori sinergie con le politiche di ricerca e innovazione per promuovere l’innovazione.
Articolo pubblicato sulla rubrica "La Pac sotto la lente" di Terra e Vita 29
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Infatti, lo sviluppo tecnologico e la digitalizzazione rendono possibili grandi avanzamenti in termini di efficienza, che possono ridurre l’impatto ambientale/climatico dell’agricoltura e ridurre i costi per gli agricoltori. Agronomia con soluzioni basate sulla natura, allevamento, agricoltura verticale, zootecnia, tecnologia, innovazioni digitali, organizzative e relative ai prodotti: sono innovazioni a portata di mano e possono favorire la multifunzionalità dei sistemi agricoli e alimentari dell’Ue. Tuttavia, l’utilizzo di nuove tecnologie in agricoltura rimane inadeguato e poco esteso a livello di Unione europea, con un particolare bisogno di affrontare la questione dell’accesso delle piccole e medie imprese agricole alla tecnologia.
Da queste considerazioni nasce un obiettivo cruciale della nuova Pac: sostenere la conoscenza, l’innovazione e la tecnologia.
I risultati economici, sociali e ambientali nonché la mitigazione/adattamento ai cambiamenti saranno collegati a servizi che forniranno conoscenze, consulenza, competenze e innovazione. Queste sono le motivazioni dell’Akis.
Akis non parte da zero
Il sistema della conoscenza e dell’innovazione in agricoltura non parte da zero. Già nell’attuale periodo di programmazione 2014-2020 era stato fatto uno sforzo notevole per aumentare la consapevolezza dell’importanza del sistema della conoscenza e per sottolineare la necessità di una maggiore diffusione di soluzioni innovative tra le aziende agricole.
L’attuazione del Partenariato europeo dell’innovazione per la produttività e la sostenibilità dell’agricoltura (Pei Agri) con il sostegno dei Programmi di sviluppo rurale (Psr) e il sostegno del Programma Quadro della ricerca Horizon 2020 all’attuazione di progetti di ricerca ha creato le basi per l’adozione di modelli di innovazione interattiva sia a livello nazionale/locale sia a livello transnazionale.
Attraverso questi interventi sono stati rafforzati i legami tra ricerca e pratica e si è cercato di potenziare i servizi di consulenza.
Impulso nella nuova Pac
La proposta della Commissione per la Pac post 2020, presentata il 1° giugno 2018, individua:
- n. 3 obiettivi generali;
- n. 9 obiettivi specifici;
- n. 1 obiettivo trasversale, “Promuovere e condividere le conoscenze, l’innovazione e la digitalizzazione e incoraggiarne l’utilizzo”.
Per ognuno dei suddetti obiettivi specifici e trasversale, la Rete rurale nazionale e il ministero delle Politiche Agricole hanno predisposto un’analisi Swot e una Policy Brief, che sono la base conoscitiva e metodologica per la costruzione del nuovo Piano Strategico Nazionale per la Pac post 2020.
La promozione della conoscenza, l’innovazione e la digitalizzazione nel settore agricolo e nelle aree rurali costituiscono l’obiettivo trasversale, che è alla base del raggiungimento degli altri obiettivi della Pac.
La proposta sottolinea il ruolo fondamentale svolto dal Sistema della Conoscenza e Innovazione in Agricoltura (Scia o Akis, secondo la denominazione inglese) per raggiungere l’obiettivo suddetto.
Il significato di Akis
La definizione maggiormente condivisa di sistema della conoscenza e dell’innovazione per l’ambito agricolo è quella utilizzata da un documento Ocse del 2012: «Il Sistema della Conoscenza e dell’Innovazione in Agricoltura (Agricultural Knowledge and Innovation System - Akis) è un insieme di organizzazioni e/o persone, compresi i collegamenti e le interazioni fra loro, che operano nella generazione, trasformazione, trasmissione, archiviazione, recupero, integrazione, diffusione e utilizzo di conoscenze e informazioni, con l’obiettivo di lavorare in modo sinergico per supportare il processo decisionale, la risoluzione dei problemi e l’innovazione in agricoltura».
Le istituzioni che hanno titolo ad attuare proprie politiche e relativi interventi di sviluppo dell’Akis sono: l’Unione europea, lo Stato e le Regioni. Ciascuna legifera e promuove finanziamenti in ambiti specifici che non si sovrappongono proprio in ragione del diverso livello territoriale di azione.
Akis: funzioni e componenti operative
Le funzioni prioritarie dell’Akis, secondo la Rete rurale nazionale, sono:
a. promuovere la relazione fra le componenti del sistema della conoscenza e fra queste e gli utenti;
b. diffondere innovazioni e sostenerne l’adozione presso le imprese;
c. far emergere i bisogni delle imprese;
d. sostenere gli obiettivi di politica: competitività, sostenibilità, qualità delle produzioni, inclusione sociale;
e. promuovere la crescita del capitale umano in agricoltura anche mediante tecnologie di comunicazione più moderne;
f. sostenere le tre componenti fondamentali dell’Akis: ricerca, formazione, consulenza;
g. promuovere la formazione degli operatori dell’Akis;
h. incentivare le relazioni del sistema con la società civile e le sue istanze.
Le componenti operative dell’Akis, ossia i soggetti competenti in materia di produzione e diffusione di conoscenza e innovazione, possono essere individuati all’interno di quattro macro-aree (fonte: Rete rurale nazionale):
- ricerca e sperimentazione;
- consulenza e/o divulgazione;
- formazione professionale;
- tecnologie avanzate di supporto.
Gli utenti dell’Akis sono le imprese agricole, le imprese forestali e le Pmi con particolare riferimento a quelle di prima trasformazione o distribuzione alimentare.
Akis: ricerca e sperimentazione
Si articola in tre componenti identificabili sulla base degli obiettivi dell’attività realizzata e dei suoi prodotti: la ricerca pura, la ricerca applicata e la sperimentazione.
La ricerca pubblica nell’agroalimentare viene prevalentemente realizzata in Italia da tre soggetti distinti:
- l’Università;
- il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) con il Dipartimento di Scienze bio-agroalimentari articolato in istituti dislocati nell’intero territorio nazionale;
- il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria articolato in 12 Centri di ricerca anch’essi dislocati nell’intero territorio nazionale.
Ci sono altri soggetti molto importanti nel panorama della ricerca italiana i quali occupano quota parte della propria attività a favore dei temi agroalimentari: l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), l’Istituto superiore di sanità (Iss), gli Istituti zooprofilattici distribuiti sul territorio nazionale, l’Istituto superiore per la ricerca ambientale (Ispra), l’Istituto Agronomico per l’Oltremare (Iao).
In alcune regioni operano enti di ricerca pubblici di natura locale, ma negli ultimi tempi sono diminuiti o perché sono diventati di natura privata o perché sono stati chiusi.
Consulenza e divulgazione
L’ambito consulenza e divulgazione, altrimenti denominato assistenza tecnica o più genericamente servizi allo sviluppo o servizi tecnici di consulenza, comprende numerose tipologie di attività che vanno dal sostegno tecnico-economico alle imprese alla gestione di servizi ad alto contenuto tecnologico (agrometeorologia, gestione suoli, ecc.).
La consulenza riguarda l’insieme di interventi a supporto delle imprese che hanno l’obiettivo di accompagnarle nella realizzazione dei cambiamenti necessari al loro sviluppo produttivo, economico e sociale.
L’attività della consulenza spazia dal tradizionale supporto all’attuazione dei processi tecnici e delle eventuali riconversioni produttive, ma riguarda anche: il sostegno all’adeguamento normativo, l’impostazione di un razionale percorso di gestione finanziaria ed economica d’impresa, la progettazione di piani di comunicazione e marketing, l’utilizzo a fini produttivi e gestionali di dati e informazioni, l’introduzione nell’attività di impresa di servizi alla collettività. In sintesi, la consulenza può essere definita come un accompagnamento all’adozione delle innovazioni.
Formazione professionale
Il settore agricolo italiano è sempre stato caratterizzato da un basso livello di istruzione e un’elevata età degli addetti. La situazione è andata progressivamente migliorando negli ultimi tempi, anche a seguito di un generale miglioramento che ha riguardato il nostro paese, ma rispetto alla media nazionale si riscontrano ancora dati poco incoraggianti, con oltre il 60% dei capi azienda che ha al massimo la licenza di scuola media inferiore e meno dell’8% di laureati.
L’offerta di formazione professionale ha una forte caratterizzazione regionale ed è differentemente articolata per settore.
Tecnologie avanzate di supporto
Gli strumenti di supporto tecnologicamente avanzati che negli ultimi 30 anni hanno contribuito a rendere più razionale ed efficace l’attività di servizio e consulenza alle imprese agricole sono:
- le analisi chimico-fisiche, che consentono di effettuare interventi fitosanitari e di concimazione mirati e quindi di risparmiare costi e ridurre l’impatto ambientale di alcune pratiche agricole;
- le reti agrometeorologiche che consentono di realizzare le operazioni colturali tenendo conto delle condizioni climatiche locali;
- le tecnologie dell’informazione e della comunicazione a distanza e di collegamento fra soggetti e oggetti anche in remoto.
Nella prossima fase di programmazione le politiche europee hanno posto l’accento soprattutto sull’ambito delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione denominando l’intervento da operare nel sistema agricolo e rurale “digitalizzazione”.
La Commissione Ue, infatti, ha evidenziato che l’utilizzo dei moderni strumenti di informazione e comunicazione non sia diffuso nei territori rurali e fra le imprese agricole e forestali. Questa considerazione vale anche per l’Italia, dove si registra una situazione estremamente diversificata fra le Regioni italiane, si va dal 72% di utilizzo della provincia di Bolzano al 7% della Puglia (tab. 1).
tab. 1 L’uso di strumenti digitali fra le imprese agricole italiane (%) | ||||
Regione | Uso apparecchi elettronici (pc, smartphone, tablet) | Uso connessioni internet | Uso software per controllo gestione | Uso web per comunicazione e promozione |
Abruzzo | 21 | 23 | 3 | 3 |
Basilicata | 10 | 9 | 2 | 2 |
P A Bolzano | 72 | 70 | 16 | 44 |
Calabria | 12 | 17 | 3 | 2 |
Campania | 11 | 10 | 3 | 3 |
Emilia-Romagna | 31 | 31 | 9 | 6 |
Friuli-Venezia Giulia | 36 | 34 | 15 | 8 |
Lazio | 12 | 11 | 3 | 3 |
Liguria | 30 | 25 | 7 | 10 |
Lombardia | 38 | 36 | 17 | 10 |
Marche | 25 | 21 | 5 | 6 |
Molise | 9 | 8 | 2 | 3 |
Piemonte | 36 | 32 | 7 | 7 |
Puglia | 7 | 8 | 1 | 2 |
Sardegna | 18 | 17 | 3 | 4 |
Sicilia | 9 | 9 | 1 | 2 |
Toscana | 34 | 32 | 12 | 13 |
P A Trento | 52 | 49 | 25 | 7 |
Umbria | 17 | 16 | 4 | 6 |
Valle d'Aosta | 24 | 24 | 4 | 5 |
Veneto | 32 | 30 | 9 | 5 |
Italia | 19 | 18 | 5 | 5 |
Fonte: Rete rurale nazionale su dati Istat, Spa 2016 |
I sistemi Akis in Italia
Il Sistema Akis in Italia è oggi articolato in parte a livello nazionale e in parte a livello regionale.
Il primo tipo di articolazione riguarda soprattutto gli ambiti e le componenti (ricerca, istruzione) governati e organizzati su base sovraregionale. Il secondo tipo si riferisce a componenti che la normativa ha delegato a livello regionale (servizi di consulenza e formazione professionale) e che sono strutturati e finanziati con un’ottica di risposta a fabbisogni territoriali e locali.
Esistono esperienze di cooperazione tra alcuni attori dell’Akis attivati nell’ambito di specifiche progettualità, come la misura 12.4 della programmazione 2007-2013, i Go del Pei Agri, i progetti Life, ecc., che vedono la presenza di attori che collaborano sulla base di specifiche modalità operative previste nei bandi di finanziamento e sono finalizzate a obiettivi determinati e a scadenze prestabilite.
Secondo alcuni, questi costituiscono nicchie di Akis. Tuttavia le esperienze sono ancora limitate e non sempre positive.
Politiche di sviluppo rurale, lo stato di attuazione
Il regolamento per lo sviluppo rurale n.1305/2013 dedica alla conoscenza e all’innovazione la prima priorità denominata “promozione del trasferimento della conoscenza e dell’innovazione”.
Nell’ambito della suddetta priorità sono state disposte alcune azioni specifiche che nei Programmi di Sviluppo Rurale corrispondono a Misure o Sottomisure, in particolare si fa riferimento a:
- Misura 1;
- Misura 2;
- Sottomisura 16.1;
- Sottomisura 16.2.
Misura 1 - “Trasferimento di conoscenze e azioni di informazione”
Le forme di intervento attivabili con la Misura 1 possono essere molteplici ma vengono raggruppate in tre tipologie ognuna delle quali corrisponde a una sottomisura:
- formazione professionale e acquisizione di conoscenze (1.1);
- attività dimostrative e azioni di informazione (1.2);
- scambi interaziendali di breve durata e visite ad aziende agricole (1.3).
Al 30/06/2019 le risorse pubbliche programmate ammontano a 231 milioni di euro circa, quasi equamente distribuite tra fondi europei (51%) e statali (49%). La spesa totale programmata si è ridotta dal 2014 del 5%.
Misura 2 - “Servizi di consulenza, di sostituzione e di assistenza alla gestione delle aziende agricole”
Le forme di intervento attivabili con la Misura 2 sono raggruppate in tre tipologie che corrispondono ad altrettante sottomisure:
- erogazione dei servizi di consulenza, sostituzione e assistenza alla gestione (2.1),
- l’avviamento di servizi di consulenza, sostituzione e assistenza alla gestione (2.2),
- la formazione dei consulenti (2.3).
La Misura 2 è programmata da 19 dei 21 Psr regionali operanti in Italia. La Provincia Autonoma di Bolzano e la Valle d’Aosta hanno infatti deciso di non attivare la misura.
Il sostegno per l’avviamento di servizi di consulenza (sottomisura 2.2) non è prevista da nessuna regione, mentre la formazione dei consulenti (sottomisura 2.3) non è stata programmata da Abruzzo, Calabria, Emilia-Romagna, Marche e Trento.
Al 15 luglio 2019, la dotazione finanziaria della misura è di 147 milioni di euro (totale spesa pubblica). Si registra quindi un calo significativo delle risorse assegnate, che in origine superavano 312 milioni di euro. Nel corso degli ultimi due anni le Autorità di Gestione regionali hanno infatti proceduto a spostare parte delle risorse verso altri interventi. Nel complesso a livello nazionale, le risorse destinate alla consulenza sono calate del 52%.
Sottomisura 16.1 - “La costituzione e la gestione dei Gruppi Operativi del Pei in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura”
La sottomisura 16.1 sostiene la costituzione e la realizzazione di progetti da parte dei Gruppi Operativi del Pei, per il miglioramento della produttività e sostenibilità dell’agricoltura. Essa è stata attivata in tutte le Regioni, ad eccezione della Valle d’Aosta.
Al 30/06/2019 la sottomisura 16.1 prevedeva un finanziamento programmato totale pari a 185,5 Meuro in aumento del 5% rispetto all’avvio del presente periodo di programmazione (gennaio 2017).
Tranne la regione Abruzzo, tutte le Regioni hanno avviato le procedure di selezione dei Gruppi Operativi del Pei Agri e quindi la numerosità dei progetti selezionati aumenta costantemente nel tempo. A luglio 2019 sono stati selezionati e approvati 288 Go distribuiti fra le Regioni come riportato nella tabella 3.
Sottomisura 16.2 - “Sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie nel settore agroalimentare e in quello forestale”
La sottomisura 16.2 sostiene, attraverso la cooperazione tra più partner, la realizzazione dei progetti pilota per lo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie finalizzate ad accrescere la competitività e la sostenibilità nel settore agricolo, agroalimentare e in quello forestale.
Al 30/06/2019 la sottomisura 16.2 prevede un finanziamento programmato totale pari a 156,2 Meuro.
Alla suddetta data sono stati avviati progetti pilota nelle seguenti Regioni: Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana e Umbria.
(Fonte: Rete rurale nazionale)
tab. 2 Sviluppo rurale 2014/2020 - Akis: spesa programmata per impresa agricola per regione | |||||
Regione | Spesa programmata 2014 -2020 (€ .000) |
n. imprese agricole (ISTAT SPA 2016) |
€/impresa | n. imprese agricole (CCIAA - media 2016/2018) |
€/impresa |
Abruzzo | 15.800 | 43.045 | 367,1 | 26.461 | 597,1 |
Basilicata | 19.279 | 38.698 | 498,2 | 18.116 | 1.064,20 |
Calabria | 17.700 | 99.129 | 178,6 | 31.015 | 570,7 |
Campania | 54.288 | 86.429 | 628,1 | 60.615 | 895,6 |
Emilia-Romagna | 71.307 | 59.561 | 1.197,20 | 55.787 | 1.278,20 |
Friuli-Venezia Giulia | 8.500 | 18.555 | 458,1 | 13.493 | 630 |
Lazio | 24.800 | 68.247 | 363,4 | 42.555 | 582,8 |
Liguria | 13.425 | 8.872 | 1.513,20 | 9.734 | 1.379,20 |
Lombardia | 38.300 | 41.002 | 934,1 | 46.047 | 831,8 |
Marche | 39.840 | 36.781 | 1.083,20 | 26.578 | 1.499,00 |
Molise | 17.281 | 20.866 | 828,2 | 10.064 | 1.717,10 |
Piemonte | 71.998 | 49.826 | 1.445,00 | 53.125 | 1.355,30 |
Puglia | 63.850 | 195.786 | 326,1 | 77.566 | 823,2 |
Sardegna | 35.500 | 48.487 | 732,2 | 33.526 | 1.058,90 |
Sicilia | 41.160 | 153.335 | 268,4 | 77.480 | 531,2 |
Toscana | 51.566 | 45.008 | 1.145,70 | 36.136 | 1.427,00 |
Trentino Alto Adige | 24.779 | 24.845 | 997,3 | 32.206 | 769,4 |
Umbria | 42.666 | 28.422 | 1.501,20 | 16.686 | 2.557,00 |
Valle d'Aosta | 750 | 2.301 | 326 | 1.443 | 519,7 |
Veneto | 72.592 | 74.763 | 971 | 64.201 | 1.130,70 |
Italia | 722.987 | 1.143.958 | 632 | 732.834 | 986,6 |
Fonte: Rete rurale nazionale su dati Istat e Cciaa |
tab. 3 Dati finanziari e di attuazione della sottomisura 16.1 | |||
Regione | Programmato (€)giugno 2019 | Go selezionati luglio 2019 | |
n. | € | ||
Abruzzo | 2.000.000 | 0 | 0 |
Basilicata | 2.800.000 | 11 | 2.800.000 |
PA Bolzano | 1.800.000 | 3 | 749.970 |
Calabria | 2.075.000 | 0 | 0 |
Campania | 21.000.000 | 20 | 5.593.986 |
Emilia-Romagna | 40.822.601 | 93 | 19.039.153 |
Friuli V. Giulia | 2.500.000 | 0 | 0 |
Lazio | 3.283.811 | 0 | 0 |
Liguria | 2.240.000 | 0 | 0 |
Lombardia | 9.000.000 | 22 | 11.002.718 |
Marche | 19.240.000 | 33 | 10.111.233 |
Molise | 4.000.000 | 0 | 0 |
Piemonte | 12.899.000 | 6 | 872.961 |
Puglia | 3.000.000 | 0 | 0 |
Sardegna | 13.500.000 | 0 | 0 |
Sicilia | 25.000.000 | 0 | 0 |
Toscana | 1.000.000 | 24 | 7.374.854 |
Trento | 4.000.000 | 12 | 3.946.979 |
Umbria | 8.800.000 | 17 | 7.668.553 |
Valle d’Aosta | non programmata | ||
Veneto | 6.586.270 | 56 | 23.763.598 |
Importo totale | 185.536.404 | 288 | 90.096.616 |
Fonte: Rete rurale nazionale | |||
N.B. Il dato del programmato della 16.1 per Toscana e Veneto riguarda strettamente l’intervento della sottomisura. L’importo risulta inferiore al contributo concesso che è comprensivo anche dei finanziamenti derivanti dalle altre Misure che concorrono alle spese dei piani di attività dei Go. |