Entro il 2030 gli accordi commerciali stipulati dall’Ue in campo agroalimentare dovrebbero far aumentare in modo sostanziale le esportazioni e frenare la crescita delle importazioni, creando un saldo positivo della bilancia commerciale. E’ quanto emerge da uno studio (factsheet-impacts-ftas-on-european-agrifood-sector_en) del Joint Research Centre della Commissione europea che conferma anche come la scelta dell'Ue, di concedere una quantità limitata di importazioni a dazio inferiore (attraverso contingenti tariffari) sia la migliore in termini di protezione dei settori più vulnerabili.
Due scenari positivi per l’agroalimentare Ue
Lo studio stima quali saranno gli effetti dei 12 accordi commerciali sul settore agroalimentare entro il 2030, come aggiornamento di uno studio del 2016. Si tratta degli accordi di libero scambi, alcuni di questo sono già entrati in vigore (Canada, Giappone e Vietnam), per altri si sono conclusi i negoziati (Messico e Mercosur) o sono in fase di negoziazione oppure inclusi nel programma commerciale dell’Ue, quindi saranno chiusi in futuro (Cile, Australia, Nuova Zelanda, Indonesia, Malaysia, Filippine e Thailandia).
L’indagine ha mostrato due scenari, da entrambi i quali è atteso un impatto positivo sulla bilancia commerciale agroalimentare dell'Ue entro il 2030.
Occorre considerare comunque che si tratta di un esercizio teorico dedicato agli effetti commerciali ed economici sul settore agroalimentare, che aggiorna uno studio del 2016. Gli effetti ambientali e climatici non rientrano nell'ambito dello studio, comprese eventuali iniziative legate al Green Deal.
Scenario “ambizioso”: export in aumento del 29%
Il primo scenario, più ambizioso, prevede la piena liberalizzazione tariffaria per il 98,5% di tutti i prodotti e un taglio tariffario parziale del 50% per i restanti prodotti. In questo caso le esportazioni agroalimentari dell'Ue verso i 12 partner degli accordi libero scambio dovrebbero aumentare del 29%, pari a 5,5 miliardi di euro, e le importazioni salire del 13%, ossia di 4,7 miliardi di euro, entro il 2030.
Scenario “prudente”: export in crescita del 25%
Lo scenario più conservativo stabilisce, invece, la piena liberalizzazione del 97% dei prodotti e un taglio tariffario del 25% per gli altri. In questo caso le spedizioni agroalimentari all’estero dovrebbero crescere del 25% e le importazioni del 10% ossia di 3,7 miliardi di euro.
Saldo positivo della bilancia commerciale
Il saldo positivo della bilancia commerciale del settore agroalimentare sarebbe destinato a crescere di un importo compreso tra 800 milioni e un miliardo di euro, a seconda dello scenario considerato.
Un confronto tra gli studi sull'impatto cumulativo del 2016 e del 2021 mostra l'efficacia dei contingenti tariffari nel mitigare gli impatti sui nostri settori sensibili come la carne bovina, il riso o lo zucchero. Una futura politica agricola comune ambiziosa, a sostegno dell'innovazione, della sostenibilità e della competitività del settore agricolo dell'Ue, come si legge bnnelo studio, contribuirà a ridurre al minimo gli eventuali risultati negativi dei negoziati commerciali, rafforzando al contempo quelli positivi.
Settore avicolo
Per il settore avicolo lo studio prevede un aumento delle importazioni di carni sia nello scenario “prudente” che in quello “ambizioso”, rispettivamente del 22% e del 29%. La crescita del consumo di pollame dovrebbe comunque permettere di mantenere i livelli di produzione nell’Ue nel 2030.
Carni bovine
Rispetto allo scenario di riferimento del 2016, le importazioni di carni bovine nell’Ue potrebbero aumentare in entrambi gli scenari, di 85mila tonnellate nello scenario prudente e di 100mila tonnellate in quello ambizioso. Le esportazioni di carni bovine dall’Ue cresceranno di 25mila tonnellate nello scenario prudente e di 40mila tonnellate in quello ambizioso.
Lo studio sottolinea anche come tra gennaio e novembre del 2020 il saldo della bilancia commerciale del settore delle carni bovine fosse di 420mila tonnellate. Si prevede che i prezzi alla produzione diminuiscano del 2,4% circa in entrambi gli scenari, con effetti marginali sul consumo e sulla produzione dovuti a un aumento delle esportazioni.
In base all’accordo con il Mercosur, l’Ue consentirà l’ingresso di 99mila tonnellate di carni bovine sul suo mercato con un dazio del 7,5%. Questo quantitativo sarà raggiunto nell’arco di 5 anni. Ciò dimostra come sia efficace applicare contingenti tariffari a settori sensibili mirati nei negoziati commerciali, attenuando in tal modo gli esiti negativi.
Settore lattiero caseario
Lo studio prevede un aumento delle esportazioni nel settore lattiero-caseario pari al 7,3% nel 2030 nello scenario ambizioso (+1,3 miliardi di euro), per cui la produzione di latte dovrebbe crescere dello 0,2% grazie ai prezzi favorevoli. Per i produttori di latte ciò comporterebbe un’aggiunta di 890 milioni di euro al mercato nel 2030.
Carni suine
Le esportazioni nel settore delle carni suine sono stimate in crescita dell’8,9% (+914 milioni di euro) nello scenario ambizioso e i prezzi alla produzione in aumento del 4,8 %, in combinazione con un’espansione della produzione dell’1%. Previsto anche un aumento di 2 miliardi di euro del valore della produzione di carni suine nel 2030.
Altri settori
Per quanto riguarda i settori sensibili, le importazioni di riso nell’Ue aumenterebbero del 2,2% (nello scenario prudente) e del 3,2% (nello scenario ambizioso), con un conseguente calo della produzione e dei prezzi del riso. Per lo zucchero, le importazioni totali aumenterebbero del 12-13 % rispetto allo scenario di riferimento.
Per quanto riguarda gli altri comparti si prevede un aumento delle esportazioni di prodotti agricoli trasformati pari al 3,1% nello scenario ambizioso, con un’aggiunta di 1,7 miliardi di euro alle esportazioni. Le esportazioni di vino e altre bevande potrebbero aumentare del 2%, con un’aggiunta di 834 milioni di euro al mercato nel 2030.