La stagione dell’irrigazione sta volgendo al termine e i dati tecnici evidenziano che in questo periodo il Canale Emiliano-Romagnolo ha prelavato 290 milioni di metri cubi, redistribuiti poi ai Consorzi di bonifica e consegnati in tempo utile all’agricoltura.
La siccità del 2022 si iscrive di diritto al primo posto sul podio delle annate più aride dall’inizio delle rilevazioni idro meteo climatiche nel continente e nel nostro paese e il Canale Emiliano-Romagnolo ha rivestito, in questi mesi così critici, un ruolo centrale negli equilibri idrici nell’intera area del comprensorio servito (336 mila ettari di superficie di cui 227 mila ettari di superficie agraria nelle province di Ravenna, Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Rimini), rappresentando, al contempo, un elemento di indubbia rilevanza anche nel composito scenario idrologico nell’intera pianura Padana all’interno del distretto del Po.
Soluzioni ottimali
La perdurante richiesta dell’Autorità di bacino del Po di rilasciare risorsa dalle regioni di monte verso quelle di valle (anche nei periodi in cui i livelli hanno toccato record storici negativi a rappresentazione dell’epocale deficit), hanno avuto limitato la risalita del cuneo salino nel Delta e permesso un approvvigionamento costante del Cer. Oltre alla consolidata funzione a sostegno del comparto agricolo e di tutte le colture di pregio del territorio, la risorsa del Canale ha alimenta il potabilizzatore di Ravenna fornendo acqua preziosa alla comunità Ravennate e della Costa Adriatica in un periodo di massima presenza turistica.
Un apporto indispensabile
In occasione del consiglio di amministrazione nella sede del Cer a Bologna, il presidente Nicola Dalmonte ha rivolto la sua attenzione al futuro su ciò che si potrà fare a livello sistemico per migliorare in modo pur sempre resiliente un contesto sottoposto periodicamente a stress stagionali ormai oltremisura e troppo frequenti da sostenere senza nuovi ed ulteriori investimenti mirati. «L’esperienza di quest’anno – ha detto Damonte - ci obbliga a mettere in campo tutte quelle azioni per garantire la risorsa idrica, alla luce di questi cambiamenti climatici, dove il Cer è l’infrastruttura principale della nostra regione a servizio del mondo agricolo».
La direttrice generale del Cer, Raffaella Zucaro, ha poi commentato: «Un contributo di rilievo che va considerato in ottica di complessiva sostenibilità ambientale è senza dubbio l’apporto che il Canale Emiliano Romagnolo ha assicurato alle oasi ambientali del territorio, oasi ambientali che svolgono funzione rigenerante per habitat e biodiversità».
Bilancio idrico di sistema
E da oggi fino al termine effettivo della stagione irrigua ad ottobre gli studi dei laboratori in campo del Cer si concentreranno anche sull’analisi capillare dell’aspetto agronomico colturale generato e garantito in questa stagione così critica ma pur sempre salvata in extremis. Sarà importante comprendere le singole percentuali di utilizzo di risorsa delle singole colture per comporre un complesso bilancio idrico di sistema che risulterà importante per la pianificazione del futuro più immediato, pioggia permettendo naturalmente.