«Faremo muro contro la revisione del regolamento Ue sui fitofarmaci».
«Il mondo agricolo, italiano ed europeo, si unisca per impedire che si penalizzi ulteriormente la sostenibilità economica degli agricoltori che deve essere anteposta a quella ambientale».
Così il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini nel suo intervento odierno nella riunione a Bruxelles del Copa-Cogeca.
Una proposta draconiana
La contrarietà di Fini è, dunque, tornata sulla proposta della Commissione Ue che dall’originario 50% previsto per il 2030, arriverebbe addirittura a una riduzione del 62% dell’uso degli agrofarmaci chimici e al -54% delle sostanze attive candidate alla loro sostituzione nella protezione delle colture. “Cia dice no, con forza, a questi obiettivi di riduzione -ha detto- che mancano di gradualità e sono stati fissati dalla Commissione in maniera del tutto arbitraria, privilegiando il solo impatto comunicativo”.
Detto questo, “la Commissione -ha aggiunto Fini- dimentica gli sforzi già compiuti dal comparto agricolo che rischia di essere stritolato tra rincari e cambiamenti climatici, cibo sintetico, Nutriscore e, ora, anche nella riduzione dei prodotti fitosanitari, con l’Italia che è il primo Paese in Europa sia per superficie agricola biologica, sia per aver adottato la certificazione di qualità per la produzione integrata. E ancora, la Commissione Ue trascura anche i grossi problemi di competitività che avremo con i Paesi extra-Ue che non adotteranno gli stessi principi”.
L’intensità d’uso dipende dalla fascia climatica
Il presidente nazionale di Cia ha, poi, sottolineato: “la proposta del nuovo regolamento Ue si basa sull’intensità d’uso dei prodotti fitosanitari che, nei Paesi mediterranei è naturalmente maggiore che nel resto d’Europa per la preponderanza di colture altamente specializzate”.
Infine, da parte di Fini, il rinnovato sostegno all'obiettivo globale di riduzione degli agrofarmaci, come già testimoniato da diversi progetti dell’organizzazione, ma anche le ribadite perplessità sull’approccio della riduzione quantitativa vincolante a livello europeo, vista la scarsa rilevanza dei dati disponibili. Più efficace, allora, l’adozione della difesa integrata da parte degli agricoltori, con la disponibilità di agrofarmaci a basso impatto, linee guida chiare e vero supporto tecnico.