L’avanzata della Popillia non si arresta e arriva in Friuli

Popillia japonica
Presente nel nostro Paese dal 2014, sta colonizzando l'area a Nord del Po e quest'anno è stata segnalata a Colloredo di Monte Albano in provincia di Udine

Popillia japonica è un piccolo coleottero scarabeide originario del Giappone che, dopo avere raggiunto e colonizzato un’ampia porzione degli Stati Uniti e del Canada, negli anni ’70 è comparso anche nell’isola di Terceira nell’arcipelago delle Azzorre (Portogallo) per poi arrivare nell’estate del 2014 anche in Italia.

Nel nostro paese P. japonica è stata segnalata per la prima volta tra Piemonte e Lombardia in una vasta area del Parco del Ticino.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Viaggia con il trasporto passivo

Negli anni successivi, nonostante i tentativi di eradicazione o perlomeno di contenimento, il focolaio iniziale si è progressivamente ampliato inglobando vaste zone della pianura lombarda e piemontese, fino a raggiungere la vicina Svizzera (2017) e la provincia di Piacenza in Emilia-Romagna. Nel 2022 alcuni adulti sono stati catturati nell’ambito del monitoraggio istituzionale, persino a Colloredo di Monte Albano, in Friuli.

Popillia japonica ha una buona capacità di volo ma sebbene gli adulti possano volare fino a 8 km di distanza, la maggior parte di essi copre distanze relativamente brevi. Però è molto facile il trasporto passivo che avviene lungo le grandi direttrici del traffico al seguito dei veicoli e delle merci.

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Semplici intercettazioni

Queste catture isolate effettuate in luoghi lontanissimi dal focolaio del Ticino testimoniano la grande capacità di spostamento di questo insetto ma fino ad ora non si sono trasformate in veri focolai rimanendo semplici intercettazioni.

La diffusione di P.japonica, infatti, è stata infatti inferiore al potenziale biotico della specie ed è avvenuta esclusivamente per ampliamento del focolaio iniziale con una velocità di espansione che è stata di circa 10 km all’anno.

La cimice asiatica, ad esempio, ha colonizzato l’intera Pianura Padana molto più velocemente con piccoli focolai che sono rapidamente comparsi a grandi distanze l’uno dall’altro. Le misure fitosanitarie adottate dai Servizi Fitosanitari hanno sicuramente avuto un ruolo importante nel contenere l’espansione di P. japonica ma altrettanta se non maggiore importanza l’ha avuta l’assenza di ambienti così favorevoli allo sviluppo della specie nei territori che circondano il focolaio.

L’area del Ticino, infatti, rappresenta l’habitat ideale per la Popillia:

  • elevata presenza di acqua,
  • ampia disponibilità di piante ospiti,
  • elevata presenza di superfici investite a prato che costituiscono l’ambiente di riproduzione ideale di questa specie.

La diffusione verso l’area a sud del Po, ad esempio, probabilmente è ostacolata dal clima secco e dalla carenza di precipitazioni del periodo estivo che impediscono a P. japonica di trovare una buona dotazione di umidità del terreno nel periodo di ovideposizione tra giugno e agosto.

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BIOLOGIA E DANNI

Il ciclo biologico è molto semplice, P. japonica compie una sola generazione all’anno e sverna come larva nel terreno. Gli adulti fuoriescono a partire dai primi di giugno e hanno una vita di 30-40 giorni. Non appena i maschi, che fuoriescono prima, sono raggiunti dalle femmine cominciano gli accoppiamenti e la deposizione delle uova nel terreno a 7-8 cm di profondità. È necessario un buon livello di umidità del suolo per consentire lo sviluppo delle uova che poi schiudono nel giro di 10-14 giorni. Le larve, simili a quelle del maggiolino, hanno la tipica forma a “C” e restano nel terreno fino all’estate successiva continuando a nutrirsi di radici.

Gli adulti di scarabeo giapponese sono estremamente polifagi e nell’area del Parco del Ticino, sono stati osservati su molte specie vegetali sia ornamentali che frutticole: olmo, pioppo, vite, nocciolo, gelso, quercia, soia, pomodoro, iperico, rovo, ortica, enotera, Prunus serotina, luppolo, salcerella, rosa canina e malva. Finora il danno causato dagli adulti ha riguardato soprattutto piante ornamentali ed è costituito da erosioni a carico del lembo fogliare (sono risparmiate in genere le nervature), dei fiori e anche dei frutti. Sulle piante agrarie i danni maggiori si sono avuti alla viticoltura, in Piemonte, messa in ginocchio da migliaia di adulti che divorano l’intera vegetazione delle piante. Gli adulti, infatti, per via di uno spiccato comportamento gregario si concentrano su una singola pianta o su un gruppo di piante vicine, causando gravi danni in brevissimo tempo.

Le larve, invece, si nutrono a spese delle radici, preferibilmente di graminacee. Il danno principale si ha nei tappeti erbosi (es. campi da golf, giardini), nei prati e nei pascoli, sia per la comparsa di estese aree di vegetazione che ingialliscono per poi seccare, sia per i danni provocati dalle escavazioni di animali (cinghiali e talpe) e uccelli che si nutrono delle larve nel terreno.

L’avanzata della Popillia non si arresta e arriva in Friuli - Ultima modifica: 2022-10-04T23:32:46+02:00 da K4

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