Contrastare e mitigare i cambiamenti climatici rendendo i territori rurali più resilienti, ma offrendo anche opportunità di crescita alle aziende agricole attraverso i crediti di carbonio e con la certificazione dell’impronta ambientale dei prodotti agricoli. Questi gli obiettivi ambientali della Pac 2023-2027, da attuare anche con l’ausilio delle Reti Rurali, che grazie alla loro capillarità sono capaci di raccogliere le istanze in arrivo anche dalle zone più lontane dalle stanze in cui si scrivono le regole per uno sviluppo rurale sempre più sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale. Di questo hanno parlato il team leader per il Psp italiano 2023-2027 della DG Agri della Commissione europea Roberto De Giorgi e il Capo dipartimento delle Politiche europee e internazionali e dello sviluppo rurale del Masaf Giuseppe Blasi durante l’evento “Prospettive rurali”, organizzato dalla Rete Rurale Nazionale e svoltosi del complesso monumentale dell’Acquario Romano.
Una risposta per tutti
«In un momento come questo tutte le forme possibili di comunicazione che possiamo utilizzare credo possano giovare alla riflessione per il futuro e per dare ai territori politiche di sviluppo rurale che siano sempre più adattate alle sfide che ci troviamo ad affrontare – ha detto De Giorgi –. E quando parliamo di sfide non possiamo non pensare ai cambiamenti climatici con gli eventi catastrofici che sempre più spesso si verificano e in particolare all’alluvione in Emilia-Romagna. Il bilancio per l’agricoltura è stato molto pensante – ha sottolineato – ma la risposta per aiutare le aziende colpite è stata rapida, anche grazie alle opportunità offerte dal Psn con l’attivazione del fondo mutualistico Agricat. La Commissione europea si è resa subito disponibile per cercare di agevolare l’erogazione dei fondi Pac per le zone colpite».
Poi ci sono le misure di medio e lungo periodo volte alla mitigazione dei cambiamenti climatici e allo sviluppo di una resilienza delle aziende agricole, anche attraverso gli strumenti di gestione del rischio, sui quali l’Italia è all’avanguardia.
«Per migliorare gli strumenti della Pac e rendere le aree rurali più resilienti e sostenibili le reti sono fondamentali – ha ribadito De Giorgi – il coinvolgimento del partenariato, la comunicazione in tutte le sue forme. Bisogna allargare il più possibile il dibattito, coinvolgere tutti i portatori di interesse e raccogliere i punti di vista che arrivano dai territori».
«La Rete Rurale Nazionale sta transitando verso la Rete nazionale della Pac, quindi un ambito più ampio anche dal punto di vista finanziario perché coinvolgerà il I Pilastro oltre al II – ha annunciato De Giorgi –. La nuova Rete dovrà contribuire alla costruzione della prossima Pac proprio raccogliendo tutte le informazioni e sollecitazioni che arrivano dal basso, dal partenariato ampio».
Occasione per crescere
«La nuova Pac offre molte opportunità di rinnovamento e rafforzamento per il settore agricolo italiano – ha fatto notare Blasi –. La nuova programmazione, che ha posto al centro i temi ambientali, si interfaccia con tutta una serie di altre regole europee: pensiamo ad esempio ai crediti di carbonio, per i quali l’Ue sta cercando di armonizzare i criteri di certificazione: la carbon farming è un’opportunità grandissima per l’agricoltura italiana e all’interno del Psp italiano ci sono misure che hanno obiettivi specifici proprio sull’aumento del sequestro di carbonio in agricoltura. Poi ci sono la riduzione dei fitofarmaci e degli antibiotici – ha proseguito il dirigente Masaf –. Questi obiettivi, se raggiunti, restituiranno al mondo agricolo la possibilità di comunicare al consumatore quanto un determinato prodotto ha contribuito al raggiungimento di questi obiettivi. Altra grande sfida è la riforma del Sistema informativo agricolo nazionale (Sian), che deve diventare sempre meno uno strumento di controllo e sempre più una piattaforma fornitrice di servizi per le aziende agricole».