Lo scolitide del fico si diffonde al Sud

Adulto di Cryphalus dilutus, lo scolitide del fico
L'insetto provoca deperimento e moria delle piante e ultimamente sta attaccando anche le piante di mango. Per contenere la diffusione dell'avversità bisogna eliminare i rami colpiti

Non è un periodo facile per le colture del Salento, area geografica a sud della Puglia da cui è partita la disastrosa epidemia del batterio Xylella fastidiosa che ha distrutto l’olivicoltura locale che caratterizzava il paesaggio salentino. Un’altra coltura tipicamente pugliese, il fico, è da qualche anno minacciata da nuove avversità che stanno decimando il già esiguo patrimonio pugliese di una coltura poco estesa in coltivazioni specializzate, ma importante paesaggisticamente e per la biodiversità, ricca di molte varietà locali.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Il deperimento delle piante

Come accertato dall’Ufficio fitosanitario pugliese, su indagini condotte da enti di ricerca operanti in Puglia, la moria e il forte deperimento di molte piante di fico nel Salento sono causati principalmente dallo scolitide Cryphalus dilutus, già segnalato in Sicilia nel 2014, identificato come Hypocryphalus scabricollis e successivamente riclassificato. Nell’isola l’insetto sta creando notevoli danni al fico, ma anche ai nuovi impianti di mango. Questo coleottero, originario dell’Asia, è stato rinvenuto per la prima volta in Europa a Malta nel 1991, ma si è diffuso rapidamente in diverse aree mediterranee, tra cui il sud Italia.

I sintomi più evidenti includono ingiallimento fogliare, disseccamento dei rami e morte della pianta. Sulla corteccia sono evidenti i fori di sfarfallamento dell’insetto e lo scortecciamento rivela la presenza di larve e adulti. Oltre ai danni diretti per l’attività trofica e di scavo delle gallerie, Cryphalus dilutus è vettore di funghi patogeni, come Fusarium e Ceratocystis (studi recenti suggeriscono una stretta correlazione tra lo scolitide e Ceratocystis ficicola, nuovo fungo segnalato in Italia e nuova minaccia per il fico), che contribuiscono ulteriormente al declino delle piante di fico.

Un importante serbatoio di inoculo dell’avversità è rappresentato dalle piante di fico abbandonate, spesso in stress idrico, sui quali l’insetto si riproduce indisturbato e dai quali gli adulti migrano alla ricerca di nuove piante da attaccare.

Pianta deperiente per forte attacco dello scolitide (fonte: Vincenzo Cavalieri)

Misure di contenimento

Per contrastare la diffusione dell’avversità a piante di fico sane, è importante l’adozione di misure di profilassi sulle piante infestate, come l’asportazione dei rami colpiti, l’estirpazione delle piante morte o gravemente compromesse e la distruzione del materiale vegetale di risulta mediante bruciatura, prima dello sfarfallamento degli adulti, che solitamente avviene in primavera.


Altri insetti xylofagi

In Italia, in tempi recenti sono stati segnalati infestazioni su fico di altri insetti xylofagi: il curculionide dell’Asia Aclees taiwanensis (punteruolo nero del fico) individuato per la prima volta in Italia nel 2005 in Toscana e attualmente diffusosi in varie regioni centro settentrionali; Xylotrechus stebbingi, un cerambicide polifago che si sviluppa su diverse specie arboree, incluso il fico; Hypoborus ficus, scolitide riscontrato sporadicamente in alcune coltivazioni di fico. Anche queste specie di insetti, come lo scolitide Cryphalus dilutus, non solo danneggiano direttamente le piante, ma favoriscono la diffusione di malattie fungine che accelerano il declino dei ficheti.

Lo scolitide del fico si diffonde al Sud - Ultima modifica: 2024-09-26T15:01:13+02:00 da Roberta Ponci

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