Progetto Nocciolo Terremerse: entra nella prima filiera di qualità, 100% italiana

progetto nocciolo Terremerse
Da quattro anni il Progetto Nocciolo Terremerse, sviluppato con Ferrero, sostiene gli agricoltori italiani con contratti stabili, filiera tracciabile e incentivi per una coltura sostenibile e innovativa. Opportunità di crescita per la nocciola “Made in Italy”

Il Progetto Nocciolo Terremerse ha appena compiuto 4 anni. Un importante progetto avviato con Ferrero per creare la prima filiera di qualità, tracciabile e 100% italiana di nocciolo, nelle regioni maggiormente vocate per questa coltura, dove è presente la Cooperativa:

  • Emilia-Romagna,
  • Lazio,
  • Lombardia,
  • Marche,
  • Toscana,
  • Umbria,
  • Veneto.

Contratti pluriennali e stabilità del reddito grazie a un prezzo garantito

Si tratta di una valida opportunità per l’imprenditore agricolo, perché permette di aderire a un contratto di coltivazione pluriennale, che offre stabilità e sicurezza del reddito nel tempo, riducendo i rischi della volatilità dei prezzi e che garantisce il ritiro della totalità del prodotto.

Almeno il 75% del prodotto che la Cooperativa raccoglierà verrà infatti venduto a Ferrero con un contratto che prevede un valore garantito calcolato partendo dal costo standard di produzione, rivalutato su base triennale, più un margine fisso stabilito a cui sommare un ulteriore margine variabile (influenzato da 3 fattori: qualità / varietà / borsa internazionale). L’eventuale quota restante sarà commercializzata sul mercato alle migliori condizioni dall’O.P. Terremerse Sezione Ortofrutta.

Inoltre, l’industria dolciaria italiana è sempre più alla ricerca di prodotto nostrano e l’italianità della nocciola è quindi un plus riconosciuto e di valore. L’Italia è il secondo produttore mondiale di nocciole e il primo consumatore: negli ultimi anni la domanda del mercato è cresciuta del 30%.

Coltivazione moderna e sostenibile a elevata meccanizzazione

Il corileto moderno, inoltre, permette un elevato grado di meccanizzazione e di conseguenza una bassa necessità di manodopera. Il nocciolo è tra le colture arboree più meccanizzate, a questo si aggiunge la possibilità di utilizzare alcuni macchinari già esistenti nella corte aziendale (es. atomizzatore, trincia erba, scalzatori e lame interfilari per vigneti e frutteti). Oltre alla raccolta, anche altre operazioni colturali possono essere eseguite meccanicamente, come la potatura che si esegue ad anni alterni.

Nocciolo, un impatto positivo per il clima e la biodiversità

Oltre a rappresentare una valida opportunità di differenziazione del reddito, grazie alla sua rusticità, questa coltura necessita di un ridotto apporto di agrofarmaci e nutrizionali e richiede un fabbisogno idrico limitato. Inoltre, è in grado di sequestrare, in maniera superiore rispetto ad altre arboree, l’anidride carbonica in eccesso prodotta dall’attività umana. Tutte queste caratteristiche rendono il nocciolo una coltura strategica, sostenibile e in linea con il Farm to Fork, per affrontare il clima che sta cambiando e raggiungere i traguardi del Green Deal.

Terremerse, sostegno agli investimenti degli agricoltori

Infine, è bene sottolineare che le spese maggiori nella realizzazione di un corileto, se confrontate con altre specie frutticole e con il vigneto, essenzialmente sono dovute all’acquisto delle piante certificate e all’eventuale realizzazione dell’impianto d’irrigazione. Ecco perché Terremerse, con la propria O.P. Sezione Ortofrutta, permette di recuperare, attraverso l’O.C.M., una percentuale del costo del materiale vivaistico e dell’impianto irriguo, beneficiando così di un importante intervento a sostegno dell’investimento.

Progetto Nocciolo Terremerse: entra nella prima filiera di qualità, 100% italiana - Ultima modifica: 2024-11-06T10:30:46+01:00 da Redazione Terra e Vita

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