La flavescenza, nei vitigni a uva bianca, e il rossore, in quelli a uva rossa, sono i segni che anticipano la fisiologica caduta autunnale delle foglie. La colorazione autunnale dei vigneti varia con la cultivar, con la vigoria e con le condizioni climatiche. I vigneti deboli assumono in anticipo la tipica colorazione autunnale, mentre quelli vigorosi restano verdi poiché il loro metabolismo è molto attivo. Quelli a vigoria intermedia conservano la capacità di fotosintetizzare ma il loro metabolismo diminuisce, favorendo, così, la comparsa della tipica colorazione autunnale. Queste variazioni di colore, però, possono essere anche il riflesso di una rottura dell’equilibrio fisiologico della vite o di fenomeni patologici di diversa natura e origine e, quindi, vanno inseriti fra le fisiopatie.
False carenze
Alla fine del ciclo vegetativo possono comparire le tipiche sintomatologie da false carenze nutrizionali (necrosi da traslocazione). Gli ingiallimenti e arrossamenti anticipati si manifestano quando gli zuccheri elaborati non migrano dalle foglie agli altri organi (grappolo, ceppi, radici) e danno origine a flavoni, se il vitigno è a bacca bianca, o ad antociani se il vitigno è di uve rosse.
Articolo pubblicato sulla rubrica L'occhio del fitopatologo di Terra e Vita
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Asfissia e disaffinità d’innesto
Su sistemi di allevamento molto frondosi (es. tendone) le foglie più in basso, non ricevendo la giusta quantità di luce, tendono a ingiallire e a cadere durante l’estate. L’anomalia è nota anche come “asfissia fogliare”.
In alcune situazioni, nella preparazione del terreno per l’impianto, può accadere di asportare, in parte o integralmente, lo “strato attivo”. In questi casi le viti possono risultare scarsamente sviluppate con foglie più o meno striminzite, a “scodella capovolta”, con denti laterali più o meno ridotti fino all’annullamento, di colore verde-giallo (vitigni bianchi) o con numerose tacche piccole (2-4 mm), internervali, rosse (vitigni rossi), spesso con sottile bordo necrosato.
Spesso l’arrossamento è dovuto alla difficoltà di migrazione degli zuccheri dalle foglie alle radici, soprattutto per il blocco frapposto dalla zona di innesto spesso difettosa esecuzione dell’innesto e disaffinità. Le suddette manifestazioni sono aggravate da alte temperature, siccità estiva e alte produzioni.
Nei terreni asfittici la causa è il ridotto assorbimento radicale di acqua e sostanze nutritive.
Articolo pubblicato sulla rubrica L'occhio del fitopatologo di Terra e Vita
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Freddo, fitotossicità e danni
Repentini sbalzi termici, abbinati all’impiego di prodotti cuprici, possono indurre la comparsa di una antocianosi nelle foglie (lamina liscia-striata, quasi “cotta”). Dopo gravi grandinate, per ottenere i ricacci per l’anno successivo, è possibile intervenire con drastiche potature che inducono una colorazzione rossatra della vegetazione per alcune settimane. In suoli acidi e con clima freddo i trattamenti antiperonosporici a base di rame possono provocare arrossamenti. La lamina fogliare, nei casi più gravi, può cadere, mentre il picciolo, rimane attaccato. Attrezzi meccanici possono causare danno al sistema conduttore, in particolare sul ceppo, e provocare arrossamenti/ingiallimenti della parte sovrastante della vegetazione per mancata traslocazione dei fotosintati verso gli organi di accumulo.
Altri tipi di arrossamenti
L’arrossamento climatico è provocato dalle notti fredde allorquando le piante, esposte alla luce e al calore del giorno, non riescono poi a regolare il loro metabolismo e diminuiscono, quindi, la permeabilità delle membrane; la pressione osmotica aumenta durante il giorno e non riesce ad abbassarsi di notte.
Gli arrossamenti da ferita appaiono nelle vicinanze del danno: galle da fillossera, cecidomia, acari, cicaline, rodilegni, peronospora, ecc. L’origine della pigmentazione è da ricercare in un ostacolo all’espulsione degli zuccheri e in turbe del metabolismo (interruzione dei vasi floematici). Gli arrossamenti durante la crescita dei giovani germogli sono da riferire all’abbondanza di zuccheri derivanti dall’amido e al ridotto metabolismo nel corso di notti fredde. Il colore si modifica man mano che si attiva il regolare metabolismo.