Non è stata un’annata “di carica” quella del 2024 che si appena conclusa per la produzione olivicola nel Sud dell’Italia. A raccolta ormai praticamente conclusa, si stima una produzione di olive inferiore di circa il 40% rispetto al potenziale a causa di condizioni primaverili avverse a una buona allegagione e alla forte e perdurante siccità estiva che ha messo a dura prova anche una specie come l’olivo, ben acclimatata al clima mediterraneo ed alla coltivazione in asciutto. D’altro canto, anche fitofagi e avversità crittogame che si avvantaggiano di un clima autunnale fresco e piovoso non hanno dato particolari problemi, consentendo una raccolta precoce con drupe mediamente sane.
Articolo pubblicato sulla rubrica L'occhio del fitopatologo di Terra e Vita
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Programmare gli interventi sull'olivo
A raccolta completata, si programmano ora gli interventi di potatura invernale e si valuterà se effettuare eventuali trattamenti fitosanitari. Con la raccolta meccanica un numero non trascurabile di olive può restare sugli alberi offrendo substrato a fitofagi come la mosca (Bactrocera oleae) ed a funghi fitopatogeni. Queste olive infettate possono “mummificare” senza cascolare e costituire una sensibile fonte di inoculo nella prossima stagione vegetativa.
Per ridurre la carica di malattie fungine, negli oliveti dove si sono osservati attacchi sulle foglie di occhio di pavone (Spilocea oleagina) o cercosporiosi (Mycocentrospora cladosporioides) e sui frutti di lebbra (Gloeosporium olivarum, G. acutatum) o del fungo Camarosporium dalmaticum (diffuso dalla Prolasioptera berlesiana, insetto predatore delle uova di mosca delle olive), è consigliabile effettuare un trattamento con prodotti rameici che disinfettano le ferite causate durante la raccolta dagli agevolatori meccanici o dai tagli dei rami e che tengono a freno le malattie crittogamiche e la rogna batterica.
Per combattere la lebbra negli oliveti, più che i trattamenti invernali, sono utili quelli contro le infezioni latenti primaverili. In primavera, infatti, il fungo colonizza i residui fogliari, le olivine, i teneri rametti e le foglie e si mantiene in forma di micelio fino alle prime piogge autunnali, quando differenzia i conidi e diffonde l’infezione sulle drupe. Pertanto, negli oliveti in cui si sono osservati attacchi consistenti di lebbra sarà meglio rinviare il trattamento alla ripresa vegetativa con fungicidi specificamente registrati.
Cosa osservare durante la potatura
A chi inizia la potatura in questo periodo, si raccomanda di eliminare i rami infetti da “rogna” (noduli provocati dal batterio Pseudomonas syringae subsp. savastanoi), soprattutto negli impianti giovani. Un’altra operazione sanitaria importante durante la potatura è la slupatura delle parti legnose attaccate da carie: dopo aver rimosso il legno alterato è necessario disinfettare e coprire con appositi mastici o soluzioni anticrittogamiche le ferite aperte.
Durante la potatura dell'olivo particolare attenzione andrà posta nell’osservare l’eventuale presenza di larve del rodilegno giallo (Zeuzera pyrina), evidenziabile dalla presenza di rosura alla base delle piante o dai fori di penetrazione nei rami. I rametti colpiti andranno asportati e bruciati. Per le grosse branche con fori di penetrazione, si ricorrerà all’uncinatura delle larve, introducendo nelle gallerie un fil di ferro uncinato o un filo dei freni delle biciclette. I fori delle gallerie dovranno essere chiusi con mastice cicatrizzante.
Lana artificiale contro l’oziorrinco
Per limitare i danni degli oziorrinchi (Otiorrhyncus spp.) sulla nuova vegetazione alla ripresa vegetativa, si potranno fasciare i tronchi delle giovani piante con “lana artificiale”, creando uno sbarramento in cui gli adulti rimangono intrappolati mentre dal terreno risalgono il tronco per portarsi sulle foglie. Negli impianti adulti, su piante ben sviluppate, potrebbe essere sufficiente lasciare qualche pollone alla ceppaia su cui si concentrerà l’attività trofica degli oziorrinchi.