Grano duro, gli scambi non decollano
Italia
Si consolida la tendenza che vede più tenuto il mercato al Centro-Nord, dove si confermano le quotazioni della settimana scorsa, rispetto al Sud dove continua la fase di debolezza con valori partenza in calo e ormai sotto al prezzo partenza Centro. A pesare sulla situazione contingente è l’adeguata disponibilità di duro “any-origin” che ha contribuito a calmierare le piazze. Sempre sotto osservazione le scelte commerciali di Canada e Turchia, con differenti opinioni sulle superfici di semina Italia per il raccolto 2025. Il “Fino” nazionale si conferma al Nord sui 320-325 €/t arrivo, con i mercantili sui 270-300 €/t e le alternative estere sempre a premio.
Europa
Sulle piazze comunitarie non si vedono grosse variazioni nei fondamentali di campagna, per un andamento dei mercati simile all’Italia che, alla luce del limitato volume residuo da commercializzare, mostra lieve tendenza al ribasso. Al momento le quotazioni tengono, in attesa di vedere nuove quotazioni di riferimento a livello internazionale. Molini locali restii all’acquisto oltre il brevissimo periodo, fiduciosi in un ribasso nelle prossime settimane dopo i recenti segnali dell’asta tunisina. In Spagna, classe molitoria “gruppo 1”, si registra un calo simbolico di 1 €/t sulle piazze Andaluse, con l’origine Francia (al 65% delle semine) che si mantiene, per il “milling” sui 308 €/t reso Fob porto del Mediterraneo.
Mondo
Se la principale fonte di approvvigionamento del mercato “Mediterraneo” resta il Nordamerica, la notizia di una nuova vendita dalla Turchia sul 2025 conferma che l’annata 2024/25 sarà di transizione verso un ulteriore rasserenamento dei mercati, con tendenza a vedere nelle prossime settimane/mesi quotazioni più deboli soprattutto se l’offerta internazionale sarà non solo di “grado 1”, ma si estenderà anche al “grado 3” dal Nordamerica e al “milling” dalle origini porti del Mar Nero. In attesa di meglio valutare l’offerta turca su destinazioni “globali”, resta come dato l’aggiudicazione tunisina su valori Cif a ridosso dei 350 $/t, ovvero 330-335 €/t.
Il grano tenero prende quota a livello globale
Italia
Si conferma la tendenza ad apprezzarsi per i grani panificabili e delle classi inferiori, mentre restano invariati i superiori e quelli di forza, a sottolineare la maggiore carenza di offerta dei grani con qualità generica. La tendenza che riduce lo “spread” tra panificabili e grani tipo Bologna è supportata da un simile andamento dell’offerta dei rimpiazzi comunitari ed esteri. Sulle piazze di Milano e Bologna si nota un ulteriore allineamento per le classi 3 e 4. Semine in progresso con possibile aumento delle superfici a grani di forza rispetto ai “misti”. Scambi senza acuti, con il “tipo Bologna” che si conferma sui 320 €/t partenza, con la classe 2 a sconto di un 40-45 €/t e i “misti” classe 3 ormai prossimi ai 255 €/t. Le alternative comunitarie “panificabili” sui 250 €/t e quelli di forza stabili a 340-350 €/ arrivo; “spring” invariati.
Europa
Si tornano a vedere i rialzi, essenzialmente dovuti all’andamento valutario che favorisce la competitività dell’origine europea a discapito del Mar Nero. In regime di buon livello di scambi locali a coprire il pronto e con il ritorno della richiesta dagli esportatori si materializza un mercato più tenuto, che trova sostegno anche dalla tendenza e dalle scelte commerciali russo-ucraine. Adeguata disponibilità con maggiore ritenzione dell’offerta. Su Euronext Parigi la posizione Dicembre attorno ai 213 €/t (più 3), con il Marzo che mantiene lo “spread” a più 11 €/t; il “panificabile” pronto reso porto di Rouen a 221 €/t (più 4).
Mondo
A parte l’effetto (depressivo) del dollaro forte a dare più tenore ai mercati, arrivano le notizie di problemi allo sviluppo dei grani in Russia, dove solo un 40% dei campi sarebbe in buone condizioni (oltre il 70% a dicembre 2023). Perdurano le piogge a ridosso della trebbiatura in Australia, con incertezza sulle specifiche medie del raccolto. Se si aggiunge che al momento l’India ha temperature al di sopra della media stagionale (ma è ancora prematuro parlare di problemi), il panorama lascia aperta la possibilità di un ritorno della speculazione, con momenti di forte volatilità. Le ultime aste di acquisto del Nord Africa (Egitto) sono state aggiudicate per la qualità “milling” sui 275 dollari/ton.
Mais, lieve revisione al rialzo
Italia
Sulle piazze si registra un lieve aggiustamento delle quotazioni al rialzo in un regime di mercato che tende a stabilizzarsi, avendo ormai metabolizzato i problemi di salubrità dell’annata (allargati anche all’Europa) e consolidato una produzione 2024 nel complesso positiva in volume. Anche il cambio €/$ oggi porta riflessi ribassisti per i rimpiazzi esteri. Il mais con caratteristiche si posiziona tra i 242-244 €/t, con il “generico” che mantiene uno sconto di 18-20 €/t. Comunitari ed esteri in allineamento con il mais nazionale con caratteristiche.
Europa
Poca evoluzione sui mercati francese e comunitario, con adeguata offerta di prodotto e volume di scambi intra-Ue, soprattutto verso la penisola Iberica e il Benelux. Si conferma il problema delle micotossine in centro ed est Europa, ma nel complesso la situazione trova soluzione commerciale con declassamenti dove necessario. Su Euronext Parigi a posizione Marzo sale a 206 €/t (più 1) ma con volatilità; il reso franco porto di Bordeaux stabile sui 202 €/t.
Mondo
La riapertura post “ringraziamento” ha visto le piazze estere sostanzialmente ritornare, anche se con qualche volatilità rialzista (causa forte domanda bio-energetica in Usa), sui valori della scorsa settimana. Con un’adeguata offerta dagli Usa, si guarda alle semine in Brasile, dove il tutto procede nella media e in buone condizioni climatiche (arrivo delle piogge), che in parte hanno risolto il problema logistico fluviale. In Ucraina andamento del mercato e quotazioni senza sussulti, con la Russia che dovrebbe non includere il mais nelle “quote massime” di export.
Gli orzi si rafforzano, tonfo per la soia nazionale
Italia
Cereali foraggeri: il riflesso della minore disponibilità (orzo locale poco offerto) e delle quotazioni in Europa mantengono al rialzo gli orzi, con un rafforzamento anche del grano “feed” (in sintonia con i grani ad uso alimentare) e del sorgo. Il sorgo vale reso un 232 €/t, i teneri sui 240-245 €/t e gli orzi pesanti sui 240 €/t. Oleaginose: sensibile calo per la soia nazionale, meno 3-5 €/t, che sconta problemi di qualità e la forte concorrenza estera, tanto che scende di 6-10 €/t. La soia nazionale partenza vale tra i 425 ed i 433 €/t, con l’origine estera arrivo sui 425-435 €/t.
Europa
Cereali foraggeri: le recenti aste del Marocco portano all’ulteriore rialzo l’orzo, nonostante le semine siano in positivo rapido progresso; teneri ben tenuti sull’onda emotiva della conferma di restrizioni russe all’export e migliori prospettive per l’origine comunitaria. Buon livello di scambi sia locale che verso i porti. Oleaginose: la colza è in una delicata fase di mercato, dove c’è incertezza per il differenziale di prezzo tra l’origine Ue e la canadese, con le prospettive di raccolto 2025/26 che suggeriscono ai detentori e agli utilizzatori di ridurre gradualmente i volumi, in vista di un possibile calo delle quotazioni che su Parigi Euronext restano ai massimi, con la posizione di Febbraio ’25 a 525 €/t, ma anche un 475 €/t per l’Agosto (nuovo raccolto); il Fob Rouen sui 530 €/t (più 25). Il girasole “alto oleico” reso S. Nazaire (Francia) sui 635 €/t (più 15).
Mondo
Cereali foraggeri: il recente generalizzato aumento delle quotazioni dell’orzo ha rallentato la domanda, con riflessi che potrebbero evidenziarsi a breve con l’arrivo del nuovo raccolto australiano. Per i grani sono da valutare con attenzione gli effetti del limite all’export russo (11 mln/t da febbraio a giugno 2025) che potrebbe non essere critico grazie alla recente svalutazione del rublo che spinge vendite locali ed export sul pronto. Oleaginose: in regime di ampia disponibilità di soia con possibile effetto depressivo si inseriscono fattori rialzisti come le forti piogge in Indonesia che portano al costante rialzo il “palma”. Scenario non ottimale per il girasole.