Un approccio ecologico all'agricoltura rigenerativa sostenibile e alla gestione degli ecosistemi basato sull'applicazione pratica di tre principi interconnessi adattati localmente: minimo disturbo del suolo; permanente copertura pacciamante del suolo con residui colturali e/o colture di copertura; diversificazione del sistema colturale (rotazioni e/o sequenze e/o associazioni adattate dal punto di vista economico, ambientale e sociale che coinvolgono piante annuali e/o perenni, comprese leguminose e colture di copertura). Sono questi i principi su cui si basa l’Agricoltura conservativa (Ac): un sistema di gestione integrato che permette di conseguire gli obiettivi ambientali, socioeconomici e di sicurezza alimentare, in linea con gli obiettivi del Green Deal.
Qual è l'impatto dell’Agricoltura conservativa?
L’Ac è una tecnica utilizzata da decenni in Sud America, Usa, Canada e Australia che si sta affermando anche in Europa e in Italia. Come? Lo ha spiegato Michele Pisante, dell'Università degli Studi di Teramo, in occasione del convegno “Realizzare un’agricoltura sostenibile nel quadro del Green Deal europeo”, organizzato dalla Federazione europea dell’agricoltura conservativa (Ecaf), svoltosi a Roma, durante il quale è stato presentato il report sull’impatto dell’agricoltura conservativa in sei Paesi: Danimarca, Francia, Germania, Italia, Polonia e Spagna.
«Grazie agli strumenti della Pac – ha detto Pisante – attualmente si stima, nei sei Paesi analizzati, che l’Agricoltura conservativa rappresenti circa il 7% dei terreni coltivati, con un potenziale di adozione che potrebbe raggiungere, grazie a opportune politiche di sostegno, circa il 25% delle terre già in transizione verso sistemi di gestione con lavorazione ridotta e minima».
Complessivamente, nei sei Paesi, gli ettari attualmente gestiti tramite tale tecnica sono 4,2 milioni, mentre quelli gestiti con sistemi di lavorazione minima, potenzialmente in transizione verso la piena adozione dell'Ac, sono 13,9 milioni.
L'Ac cresce in Italia, ma serve più formazione e sostegno
«In Italia – ha spiegato Pisante – abbiamo avuto un impulso di questa tecnica dalla precedente programmazione superando circa il 10% dei seminativi. Per quanto riguarda i sistemi culturali pluriennali, gli eco-schemi, attivati da quest'anno, dovrebbero aiutarne ulteriormente la diffusione». Ma non basta, l’Agricoltura conservativa, come tutte le innovazioni, «necessita – ha incalzato Pisante – di formazione, competenze adeguate al trasferimento tecnologico e sostegni economici dedicati».
Con l'Ac più reddito e minor impiego di manodopera e carburante
Quanto ai vantaggi economici per gli agricoltori derivanti dall’adozione dell’Ac rispetto all’agricoltura convenzionale il rapporto Ecaf indica una stima di circa 390 milioni di euro annui nello scenario attuale e fino a 5.473 milioni di euro annui nello scenario di massima adozione potenziale.
Questo perché tale tecnica innovativa altamente sostenibile consente di ridurre l’impiego di carburante, grazie a un minor utilizzo di macchine e attrezzature, permettendo un risparmio dello stesso stimato di 29 litri per ettaro coltivato in Ac, che si traduce in un vantaggio economico stimato di 49 euro l’ettaro.
Inoltre, adottando questa tecnica si ha un notevole risparmio delle ore lavorate in campo (da una a 4 ore per ettaro) che si traduce in un guadagno economico stimato di 44 euro per ogni ettaro coltivato in Ac.
Nello specifico, come sottolineato da Pisante, nel momento in cui gli schemi del carbon farming saranno attuati «i vantaggi economici per l’agricoltore si stima possano essere nell’ordine di 100-300 per ettaro, in base a quello che il regolamento europeo andrà a definire, ovviamente senza perdere in produzione».
Migliora la bilancia commerciale del settore agricolo
Come sottolineato nel rapporto, i maggiori risparmi per gli agricoltori derivanti dall’adozione di questo sistema di gestione contribuiscono a migliorare la bilancia commerciale del settore agricolo attualmente di 536 milioni di euro (6.871 milioni di euro nello scenario potenziale) e l'accessibilità economica al cibo per tutte le famiglie (riduzione del 10% dei prezzi degli alimenti).
Il nodo dei dati
Come ribadito da Pisante, purtroppo statisticamente i dati sull'Ac non sono rilevati e questo incrementa ideologie, ma «l’Italia potrebbe già avviare dei progetti pilota, molte Regioni hanno già dati consolidati, quello che manca è una volontà politica e un impegno istituzionale. Il cambiamento climatico non è un dogma è un problema crescente che va affrontato con evidenze scientifiche e con la formazione di noi professionisti che siamo in grado di coniugare la produttività anche con gli effetti multidimensionali dell’agricoltura».
L’Ac migliora il profilo fisico e chimico dei suoli e contrasta l'erosione
Gli strumenti essenziali per l'adozione dell’Ac sono le seminatrici da sodo, in grado di seminare su residui in terreni non lavorati e prevenire le perdite di carbonio organico dal suolo, e la gestione integrata delle erbe infestanti, per prevenire la competizione e perdite di raccolto.
Lo studio ha dimostrato che l'applicazione dell'Ac migliora i terreni sotto il profilo fisico e chimico, con l’incremento della densità di lombrichi, artropodi e uccelli da due a nove volte; contrasta l’erosione del suolo (fino al 90%) e abbatte le emissioni di CO2, (pari a una riduzione annuale media di anidride carbonica di 269 €/ha).
Come evidenziato nel report Ecaf, il risparmio economico totale stimato derivante dalla minore erosione del suolo e dalle minori emissioni di CO2 è pari a 11.860 milioni di euro nello scenario potenziale di massima adozione.
Rispetto all’agricoltura convenzionale l’Ac incrementa inoltre la biodiversità e il tasso di infiltrazione delle acque meteoriche, aspetti che consentono di raggiungere gli obiettivi europei del Green Deal.
«In Italia il contenuto di carbonio organico nei suoli è inferiore al 2%»
Come spiegato da Laura Ercoli, della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che ha approfondito i benefici dell’agricoltura conservativa sulla qualità e sulla fertilità del suolo, «la situazione in termini di contenuto di sostanza organica nel suolo in Italia è drammatica. la maggior parte dei suoli ha un contenuto di carbonio organico inferiore al 2%. Ecco quindi l’importanza dell’agricoltura conservativa che permette di aumentare il contenuto di sostanza organica e la fertilità del suolo».
Con l’Ac, specifica Ercoli, non si vuole solo conservare quello che abbiamo, «ma vogliamo anche incrementare, vogliamo cioè raggiungere dei terreni che hanno un contenuto di sostanza organica e una fertilità chimica, biologica, del suolo e una biodiversità molto maggiore rispetto al passato».
Ottimi interventi! Grazie