La presenza di molti giovani alla 91ª Fiera agricola zootecnica italiana (Fazi) di Montichiari è la testimonianza di un’agricoltura che si evolve, guarda avanti, è pronta al grande salto. Allo stesso tempo, quello che emerge chiaramente dalla Fazi è che i giovani non sono tutti “bamboccioni” o “choosy”, ma, al contrario, vogliono impegnarsi in quello che sentono prima di tutto come una passione, molto spesso perché vissuta fin da bambini nelle aziende agricole di famiglia.
«Quest’anno abbiamo registrato un numero maggiore di ragazzi e ragazze fra gli stand e in particolare nei padiglioni zootecnici – afferma Ezio Zorzi, direttore del Centro Fiera di Montichiari -. Solo dalle scuole sono stati 2.637 gli studenti presenti, provenienti da 29 istituti agrari di tutta Italia. E poi abbiamo visto nel ring e nel padiglione per il ricovero degli animali molti giovani a condurre e ad accudire gli animali».
Un settore attrattivo
Segnali importanti, che certificano l’attrattività di un settore che offre un futuro ai ragazzi. Soprattutto in Italia, dove l’appeal dell’agricoltura è trascinato anche dalla forza del brand “Italia” in tutto ciò che è made in Italy, dalla moda al lusso, passando naturalmente per il cibo, il vino e la dieta mediterranea.
Studenti di agraria in aumento
I ragazzi che dopo le medie hanno scelto un percorso didattico legato alla terra sono stati 45.566 nell’anno scolastico 2017/18, il record del quinquennio, secondo l’analisi di Coldiretti. E nelle classi non ci sono solo figli di “famiglie agricole” ma sempre più anche giovani appassionati con genitori lontani dal mondo della terra.
In Italia oltre 55mila aziende giovani
Con oltre 55mila aziende agricole guidate da under 35, l’Italia è al vertice dell’Unione europea per la presenza di giovani nell’agricoltura. Imprenditori che guardano nuovi mercati, laureati (uno su quattro), con grande dimestichezza con web e tecnologie digitali, attenti alla sostenibilità e con idee innovative, in grado di migliorare la redditività delle imprese agricole.
Lo scoglio della burocrazia
Aziende che, purtroppo, si scontrano con la burocrazia e la lentezza dei sistemi di assegnazione dei fondi a sostegno dello sviluppo rurale e del “primo insediamento dei giovani”, come ha recentemente certificato la Corte dei Conti, secondo la quale al 31 marzo 2018 le risorse risultavano utilizzate in modo molto eterogeneo dalle diverse regioni, con oltre il 30% da parte del Veneto, delle province di Trento e Bolzano e del Molise, al 3% della Puglia fino a meno del 2% da parte di Liguria, Lazio, Campania e Sardegna.