Giovani e filiera, nell’orzo di Peroni due pilastri della nuova agricoltura italiana

campus peroni
Il giovane agricoltore Francesco Matta ha destinato quasi la metà dei suoi terreni alla coltivazione di orzo per il malto della birra Peroni sottoscrivendo un contratto di filiera

Peroni ha lanciato un'edizione speciale di birra a marchio Nastro Azzurro prodotta con malto d'orzo coltivato in Sardegna e per farlo si è affidata a 30 agricoltori delle zone di Villamar e Villasor, nel sud dell'isola, che hanno sottoscritto un contratto di filiera. Tra questi anche il giovane Francesco Matta che ha destinato 30 dei 65 ettari della sua azienda agricola alla coltivazione di orzo per produrre malto.

Primo insediamento grazie al Psr

Figlio di agricoltori e laurea in Agraria conseguita nel 2009, Francesco è entrato pian piano nell'azienda di famiglia, che conduce tutti terreni di proprietà. Per il primo insediamento Matta ha usufruito dei fondi dell'allora Por 2000/2006. Oltre all'orzo, Francesco coltiva erba medica e altre foraggere da sfalcio. La varietà d'orzo coltivata per la filiera Peroni è Traveler. «Il seme ci viene fornito direttamente dalla malteria Saplo di Birra Peroni - spiega Matta - che ci ha anche fornito dei consigli colturali. Non utilizziamo un vero e proprio disciplinare di produzione, anche se potrebbe essere utile e interessante metterne giù uno specialmente se il progetto dovesse allargarsi».

Peroni
Francesco Matta

Peroni, ritiro a prezzo minimo garantito

Le rese che si ottengono con questa varietà d'orzo, in annate normali, possono toccare come media i 40 quintali a ettaro (che in Sardegna non sempre è facile raggiungere) con punte prossime ai 60 quintali e minimi sui 25. Per entrare nella filiera del malto Peroni l'orzo deve essere quasi esente da impurità, avere un peso specifico di 65 kg/hl e proteine non superiori all'11,5%. Il contratto che gli agricoltori sottoscrivono prevede la fornitura della semente da parte di Peroni e la garanzia del ritiro a un prezzo minimo garantito.

Semina su sodo e l'idea della guida satellitare

«Al momento non sto utilizzando tecniche come la semina a rateo variabile - spiega Matta - ma vorrei investire qualche soldo nella guida satellitare, che potrebbe essere sicuramente uno strumento utile per migliorare e aumentare la precisione nella semina, che da qualche anno faccio con soddisfazione interamente su sodo».
Negli ultimi due anni l'azienda agricola Matta ha iniziato anche a collaborare con l'organizzazione "semina su sodo 2.0". «Collaborazione che spero possa proseguire e continuare a dare frutti anche nella divulgazione della tecnica - racconta Francesco - la tecnica della semina diretta su sodo è una semina senza lavorazione del terreno con delle seminatrici a disco specifiche; questo ha dei risvolti molto positivi in termini di sostenibilità riguardo la riduzione delle emissioni di CO2 in quanto riduce il consumo di carburante per le lavorazioni classiche di preparazione del terreno e protegge il terreno dall'erosione».

Giovani e filiera, nell’orzo di Peroni due pilastri della nuova agricoltura italiana - Ultima modifica: 2019-07-23T16:44:50+02:00 da Simone Martarello

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