Un nuovo anno.
Una nuova politica agricola Ue.
Una nuova visione per un’agricoltura più smart, sostenibile e innovativa che può essere efficacemente interpretata solo da una nuova generazione di imprenditori.
Mentre il nostro Paese litiga per i fondi del Next Generation Eu, che da noi si continua a chiamare Recovery Plan, l’Europa ha le idee chiare:
almeno il 55% dei 900 milioni di euro destinati direttamente allo Sviluppo rurale per i prossimi due anni (più cofinanziamento nazionale) dovrà essere destinato ai giovani agricoltori e soprattutto a investimenti che promuovano lo sviluppo sostenibile delle aree rurali: dall’agricoltura di precisione, alla digitalizzazione, al rinnovamento di macchinari e strumenti produttivi.
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La scintilla del rinnovamento
Può essere la scintilla per innescare il necessario ricambio generazionale della nostra agricoltura.
E magari un ricambio anche nelle idee, con una svolta più aperta verso le nuove tecnologie. Edagricole per favorire questa transizione ha lanciato assieme a Nomisma l’Osservatorio Giovani agricoltori, un’iniziativa sostenuta da Bayer, cresciuta in maniera esponenziale che è diventata lo spazio per lo sviluppo di nuovi progetti.
Come questa pagina internet e il gruppo facebook #lagricolturaègiovane che oggi conta più di 4mila iscritti e le indagini che permettono di tracciare l’identikit dei nuovi agricoltori italiani.
L’indagine sul futuro
Il prossimo 4 febbraio l’evento in live streaming «Verso un’agricoltura più giovane e smart» (clicca per consultare il programma), offrirà l’occasione per diffondere i risultati dell’indagine sulla propensione all’innovazione effettuata su oltre 2.000 giovani imprenditori agricoli. Nel corso dell’evento alcuni specifici focus consentiranno di approfondire i fabbisogni di innovazione nel settore digitale e in quello delle tecnologie di evoluzione assistita (Tea). Pezzo forte di questo appuntamento sarà però l’assegnazione del premio “L’Agricoltura è giovane”. Una giuria composta da esperti è al lavoro per individuare la realtà che si aggiudicherà questo riconoscimento. Una preselezione tra tutte quelle che hanno collaborato al nostro sondaggio ha già ristretto il campo a una rosa di 12 aziende.
I candidati
Sofia Michieli. Nella sua omonima azienda di Crespino (Ro) produce fragole in serra fuori suolo. L’ultima scommessa è una serra hi-tech automatizzata di 6mila mq basata su canaline mobili “up and down”.
Gaetano Rago. Lavora nella storica azienda famigliare della Piana del Sele specializzata nella coltivazione e trasformazione di baby leaf di I e IV gamma dove è impegnato nel far crescere la quota di produzione bio e si occupa della digitalizzazione dei processi..
Andrea Fantini. Da quattro anni gestisce una realtà aziendale nuova di zecca in provincia di Ravenna a indirizzo misto votata all’innovazione digitale.
Valeria Villani. L’azienda agricola Carlini (RE) sotto la sua spinta ha deciso di investire nelle nuove tecnologie satellitari.
Francesca Pianca. Ideatrice del progetto Trebo sviluppato da un giovane team che nel trevigiano realizza un progetto innovativo di essiccazione e stabilizzazione delle trebbie (vincitore del concorso europeo PefMed coordinato da Enea) con l’obiettivo di valorizzare gli scarti derivati dalla birrificazione.
Emanuele e Michele Ciucci. Fratelli che gestiscono l’Azienda La Valle di San Biagio a Cacciano (Pg), 150 ettari di cereali e leguminose gestiti puntando su agricoltura 4.0 e filiera corta.
Matteo Vanotti, agricoltore e ingegnere, ha digitalizzato i processi produttivi dell’azienda agricola Le Rondini 700 ettari a vocazione cerealicola in provincia di Alessandria
Valentina Sciascia conduce l'azienda agricola di famiglia nel Parco Nazionale dell'Alta Murgia. È impegnata nella salvaguardia dei tipici muretti a secco e ha creato un marchio aziendale per la vendita delle mandorle sgusciate.
Maria Stella Brizzi da quando gestisce l’azienda famigliare nell'entroterra siciliano si è iscritta al corso triennale di scienze e tecnologie agrarie dell'università di Catania e ha puntato sull’innovazione in azienda.
Valeria Iovino. Titolare di una realtà produce piante aromatiche e amministratrice dell'azienda famigliare di agrumi e olivi che ha convertito in bio. Parallelamente continua a svolgere l’attività di tecnica di laboratorio.
Lucio e Ketty Messina. Fratelli gestiscono una piccola realtà alle pendici dell’Etna. Hanno recuperato varietà autoctone di arance e altri agrumi coltivate con microirrigazione e micorrize e rilanciato l’attività grazie alla vendita diretta.
Giulia Lo Pinto e Nathan. Provengono da altri settori e puntano sull’agricoltura con il progetto di creare una “food forest”: api, orto e frutteto e aromatiche vicino a Gubbio (Pg).
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I criteri di selezione
- propensione all’innovazione in particolar modo nella digitalizzazione aziendale, in linea con gli obiettivi tracciati dall’Unione europea nel Next Generation Eu;
- originalità nella trasformazione aziendale in ottica multifunzionale, multisettoriale e nell’evoluzione dei rapporti di filiera,
- capacità di promuovere lo sviluppo del proprio territorio e di creare opportunità per altri giovani imprenditori agricoli.