La carie del legno è una malattia ad eziologia complessa che vedono coinvolti vari agenti patogeni fungini (Fomitiporia punctata, Pheoacremonium spp. e Phaeomoniella chlamydospora) che, sebbene siano considerati i principali responsabili della malattia, sono aspecifici. Il risultato finale di tale infezione consiste nella riduzione della produzione dovuta sia alla perdita di frutti alla raccolta, che ad una loro minore pezzatura. I frutti inoltre, possono andare incontro ad un’alterazione dei parametri qualitativi che spesso dà origine a partite non uniformi. La malattia può colpire tutti gli impianti di actinidia dei vari areali di coltivazione italiani e ha un decorso cronico poliennale.
Frutti indistinguibili
La carie si manifesta normalmente in impianti adulti, (almeno 9-10 anni), e presenta un decorso lento, colpendo gradualmente alcuni tralci sino ad interessare globalmente l’intera pianta e influenzando la normale maturazione dei frutti che, purtroppo, non manifestano alcun sintomo che li possa visivamente distinguere da quelli sani. Pertanto i frutti delle piante colpite vengono spesso raccolti insieme a quelli delle piante sane e subiscono la stessa frigoconservazione, creando potenzialmente una serie di problemi anche ai frutti sani. Infatti i frutti provenienti da tralci gravemente colpiti vanno incontro a una forte riduzione di peso e, in frigoconservazione, la malattia influisce sul processo di maturazione in seguito ad un inferiore contenuto in solidi solubili.
In primavera i sintomi possono manifestarsi principalmente sui tralci colpiti, sulle foglie dei quali si presentano inizialmente clorosi internervali e marginali che, con il progredire della malattia. Queste normalmente tendono ad accartocciarsi verso il basso. La manifestazione clorotica peggiorando gradualmente può arrivare fino al disseccamento di tutta la lamina fogliare.
Leggi l'articolo completo su Terra e Vita 01/2016 L’Edicola di Terra e Vita