Actinidia, la carie del legno colpisce pianta e frutti

La carie si manifesta normalmente in impianti adulti (almeno 9-10 anni) e presenta un decorso lento, colpendo gradualmente alcuni tralci sino a interessare globalmente l’intera pianta
Una malattia complessa e di difficile soluzione. L'unico intervento in qualche modo efficace è la capitozzatura, che però compromette la produzione per due-tre anni e spesso non è decisiva. Alla prova l'efficacia di trattamenti con il fungo antagonista Trichoderma alla potatura

La carie del legno è una malattia ad eziologia complessa che vedono coinvolti vari agenti patogeni fungini (Fomitiporia punctata, Pheoacremonium spp. e Phaeomoniella chlamydospora) che, sebbene siano considerati i principali responsabili della malattia, sono aspecifici.

Meno frutti e più piccoli

Il risultato finale di tale infezione consiste nella riduzione della produzione dovuta sia alla perdita di frutti alla raccolta, sia a una loro minore pezzatura.

I frutti, inoltre, possono andare incontro a un’alterazione dei parametri qualitativi che spesso dà origine a partite non uniformi. La malattia può colpire tutti gli impianti di actinidia dei vari areali di coltivazione italiani e ha un decorso cronico poliennale.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Cosa si osserva in primavera

La carie si manifesta normalmente in impianti adulti (almeno 9-10 anni) e presenta un decorso lento, colpendo gradualmente alcuni tralci sino a interessare globalmente l’intera pianta e influenzando la normale maturazione dei frutti che, purtroppo, non manifestano alcun sintomo che li possa visivamente distinguere da quelli sani.

Pertanto, i frutti delle piante colpite vengono spesso raccolti insieme a quelli delle piante sane e subiscono la stessa frigoconservazione, creando potenzialmente una serie di problemi anche ai frutti sani. Infatti, i frutti provenienti da tralci gravemente colpiti vanno incontro a una forte riduzione di peso e, in frigoconservazione, la malattia influisce sul processo di maturazione in seguito a un inferiore contenuto in solidi solubili.

Caratteristici imbrunimenti dovuti alla carie del legno su actinidia visibili sezionando trasversalmente il fusto

In primavera i sintomi possono manifestarsi principalmente sui tralci colpiti, sulle foglie dei quali si presentano inizialmente clorosi internervali e marginali che, con il progredire della malattia. Queste, normalmente, tendono ad accartocciarsi verso il basso. La manifestazione clorotica peggiorando gradualmente può arrivare fino al disseccamento di tutta la lamina fogliare. In corrispondenza dell’inserzione del tralcio con il ramo a monte, si possono osservare necrosi longitudinali brunastre, a margine per lo più molto scuro, che, solitamente prendono sempre avvio da una qualsivoglia lesione, anche se in genere quasi sempre coincidono con un grosso taglio di potatura non ben cicatrizzato. I tralci possono arrivare a disseccarsi e spesso non arrivano a portare i frutti fino alla raccolta.

Capitozzatura e Trichoderma

Per ora l’unica soluzione, praticabile con un certo successo, per contrastare tale deperimento è di tipo agronomico e consiste nella “capitozzatura” delle piante in prossimità del suolo o comunque sopra il punto di innesto, facendo comunque attenzione che la parte del tronco lasciata non sia anch’essa affetta dalla carie.

Le piante capitozzate, anche se riprendono a produrre regolarmente dopo 2-3 anni, sono comunque in grado di garantire una certa produzione già l’anno dopo l’intervento.

La “capitozzatura” non riesce sempre a essere risolutiva e in genere dopo 6-8 anni, anche se in forma attenuata, i sintomi possono ancora ripresentarsi. Un’altra strategia di contenimento della malattia, ancora a livello sperimentale e pertanto non applicabile a oggi, riguarda la prevenzione dell’infezione tramite l’impiego di ceppi di Trichoderma, un fungo antagonista, applicati subito dopo la potatura invernale. Tale soluzione sembra risultare vincente nel caso del mal dell’esca della vite.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Mappare gli areali a rischio

Per individuare e ridurre la quantità di frutti cariati, e pertanto evitare i problemi di maturazione in post-raccolta, sarebbe consigliabile, in campo, mappare gli areali a rischio e, in quegli impianti, effettuare durante la stagione vegetativa potature e diradamenti differenziati.

Sarebbe opportuno differenziare anche la raccolta (per quanto resa problematica dalla difficoltà di riconoscimento dei frutti colpiti da quelli sani), per evitare che i frutti cariati o potenzialmente tali vengano mescolati con quelli sani. I frutti provenienti da piante sintomatiche vanno gestiti in modo differente dagli altri, magari avviandoli all’immissione diretta sul mercato per la vendita immediata.

Actinidia, la carie del legno colpisce pianta e frutti - Ultima modifica: 2022-02-11T01:04:05+01:00 da K4