Coldiretti Puglia ha incontrato a Fasano (Br) agricoltori, sindaci e assessori di Comuni baresi, brindisini e tarantini ricadenti nella zona cuscinetto e nella zona di contenimento per ricordare e pianificare le buone pratiche agronomiche, obbligatorie per legge, volte a ridurre la popolazione dell’insetto vettore della Xylella fastidiosa, la sputacchina dei prati, nelle sue forme giovanili e contrastare l’avanzata della malattia.
Contenere le forme giovanili, un impegno di tutti
«L’area di contenimento è a forte rischio, perché nel periodo di monitoraggio, dal 5 novembre ad oggi, sono stati ritrovati 338 olivi infetti, ma ne sono stati espiantati dall’Arif solo 86 – ha introdotto il presidente di Coldiretti Brindisi, Filippo De Miccolis –. Ciò significa che ci sono altri 252 olivi infetti, fonti di inoculo per la sputacchina che si sommano a tutti gli altri campionati, risultati infetti e mai estirpati. Per questo tutti, noi agricoltori e gli enti pubblici, dobbiamo contenere la malattia, attraverso le lavorazioni superficiali del terreno o la trinciatura e l’interramento della vegetazione spontanea, buone pratiche obbligatorie fino al 30 aprile 2019. Anche gli enti pubblici, a partire da Comuni, Demanio, Consorzi di bonifica, devono immediatamente garantire pulizia di fossi, canali e buone pratiche nelle aree pubbliche e demaniali».
Perciò, come era stato anticipato nei giorni scorsi, sono stati dati consigli utili al contenimento della malattia, dalla gestione della chioma alle spollonature, dalla sterilizzazione dei mezzi agricoli agli innesti, «perché va indicato un percorso chiaro affinché siano svolte regolarmente in campo le buone pratiche agronomiche. È un dovere di tutti salvare il patrimonio olivicolo della Puglia, delle aree di contenimento e cuscinetto dove la Xylella non deve continuare a mietere vittime e della Piana degli olivi monumentali, uno dei 10 paesaggi rurali storici premiati dal Mipaaf. Ricordo in proposito che il prossimo 11 giugno la Commissione europea comincerà un’ispezione in Puglia per valutare l’attuazione delle misure di eradicazione della Xylella».
L’attuale scenario della lotta al batterio Xylella
L'attuale scenario della lotta al batterio Xylella è stato illustrato da Donato Boscia, dirigente di ricerca dell’Istituto per la protezione sostenibile delle piante (Ipsp) del Cnr, sede di Bari. «Non si dispone ad oggi di una cura in grado di risanare una pianta infetta», ma per la lotta alla sputacchina «il diserbo meccanico, come l’aratura in primavera, può essere una misura efficace a ridurre la popolazione del vettore». Invece, sul fronte della ricerca Boscia ha ricordato «le attuali quattro linee di attività: le osservazioni continue in area infetta per la ricerca di olivi asintomatici, i campi sperimentali per la valutazione della suscettibilità di cultivar diverse all’infezione di X. fastidiosa, il sovrainnesto di olivi infetti per una più rapida identificazione di fonti di resistenza e la selezione e caratterizzazione di olivi spontanei asintomatici».
Il contributo di Unaprol
Un percorso virtuoso che le istituzioni hanno il compito di supportare con massima efficienza, ha ribadito De Miccoli, «e che vede Unaprol in prima fila, anche attraverso l’innovativo sistema Olivo.net progettato in collaborazione con Horta srl, strumento informatico di ultima generazione che consente il monitoraggio in tempo reale dell’oliveto, controlla i dati inseriti e dà informazioni utili all’imprenditore per le scelte strategiche da prendere sulle attività di irrigazione, concimazione e coltivazione. Il contagio della Xyella ha già provocato con milioni di piante infette una strage di olivi lasciando un panorama spettrale. Il danno al comparto olivicolo è stato stimato per difetto in 1,2 miliardi di euro, mentre si continua a perder tempo con errori, promesse e inutili rimpalli di responsabilità. Servono atti concreti, come ha fatto Unaprol che ha deciso di procedere all’acquisto di 100mila piante di olivo Leccino resistenti alla Xylella che verranno consegnate ai nostri olivicoltori».