Basilico, ridurre l’umidità per prevenire la peronospora

Sporulazione di P. belbahrii sulla pagina inferiore di foglie di basilico
Come contrastare quella che in pochi anni è diventata la malattia chiave del basilico nei maggiori areali di produzione

La peronospora del basilico, causata da Peronospora belbahrii, è una malattia relativamente recente (in Italia comparve la prima volta nel 2003, ma venne rilevata per la prima volta in Svizzera nel 2001, nel 2004 era già presente in Francia e Belgio e negli ultimi anni è stata segnalata anche in Nuova Zelanda e USA) ma molto pericolosa per la coltura in quanto, in condizioni colturali particolarmente favorevoli, si sviluppa molto rapidamente danneggiando intere produzioni.

Dato che le foglie colpite risultano non commerciabili, tutto ciò si traduce in ingenti danni economici per le aziende colpite.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Rapida necrosi fogliare

Peronospora belbahrii è un fungo oomicete che a grandi distanze, si trasmette attraverso la commercializzazione sia di seme contaminato sia di foglie infette, anche se in misura nettamente inferiore. Sulle colture limitrofe sono gli sporangi del fungo aerodiffusi a provvedere alla sua diffusione. I sintomi iniziali della malattia possono essere facilmente scambiati con quelli di una molto più innocua carenza nutrizionale.

Le foglie, quando l’infezione è ancora in una fase latente, vanno inizialmente incontro a una diffusa clorosi e, successivamente, a un ingiallimento internervale dell’apice. Contemporaneamente sulla pagina inferiore in corrispondenza degli ingiallimenti, si producono delle aree imbrunite circondate dalle venature fogliari. Solamente dopo che è trascorso un certo numero di giorni, in corrispondenza delle stesse aree compaiono gli sporangiofori del fungo e subito dopo, all’apice di questi, gli sporangi in grado di essere trasportati dalle correnti aree e infettare tessuti vegetali suscettibili sani. A una attenta osservazione la pagina inferiore in questa fase assume un aspetto vellutato e una colorazione grigio-violacea dovuta alla abbondante produzione di sporangi presenti, sintomo inconfutabile dell’attacco di peronospora. La progressione della malattia porta in breve tempo alla necrosi dei tessuti colpiti che assumono una colorazione bruno nerastra e disseccano. In caso di gravi attacchi, la malattia può arrivare a portare la pianta alla morte. Condizioni climatiche con tenori elevati di umidità relativa e soprattutto prolungati periodi di bagnatura fogliare sono particolarmente favorevoli allo sviluppo della malattia.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

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Prima l’agronomia, poi la chimica

Una volta instauratasi sulla coltura, il suo contenimento risulta di difficile attuazione. È pertanto buona norma attuare pratiche agricole che riducano per quanto possibile il rischio di sviluppo della malattia (vedi box). Il controllo chimico della malattia deve avvenire facendo ricorso, per quanto possibile, a trattamenti preventivi. Fra i principi attivi autorizzati sulla coltura, e maggiormente efficaci contro la peronospora, si annoverano il metalazyl-m, flupicolide+propamocarb, mandipropamide e azoxytrobin, ametoctradin e pyraclostrobin+dimetomorf, oltre ai Sali di rame e zolfo e i microorganismi antagonisti Bacillus amyloliquefaciens e Trichoderma spp. Vista la recente comparsa di ceppi resistenti ai fungicidi fenilamidi è sempre consigliabile alternare p.a. a diverso meccanismo d’azione, rispettare il numero massimo di applicazioni consentite per ciclo colturale e le dosi riportate in etichetta.


Interventi agronomici preventivi

- Impiegare seme esente dal patogeno;
- Adottare ampie rotazioni;
- Eliminare i residui colturali delle piante infette;
- Ridurre i periodi di bagnatura fogliare limitando quanto più possibile le irrigazioni sopra-chioma;
- Isolare i nuovi investimenti da quelli più vecchi in modo tale da impedire re infezioni attraverso le spore;
- Adottare densità d’impianto inferiori;
- Impiegare varietà tolleranti;
- aerare oculatamente serre e tunnel;
- un attento monitoraggio sulla coltura per individuare i primi sintomi e provvedere ad eliminare prontamente le piantine infette.

Basilico, ridurre l’umidità per prevenire la peronospora - Ultima modifica: 2022-09-05T10:47:11+02:00 da K4

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