L’erba medica (Medicago sativa) è ampiamente coltivata in Italia, si stima che l’area totale coltivata sia approssimativamente di 15 milioni di ettari.
Nel nord Italia è coltivata in Emilia-Romagna (circa metà della superficie totale italiana), ma anche in Lombardia, Toscana e Veneto.
L’erba medica è una coltura molto diffusa sia nelle aree di pianura sia in quelle collinari in quanto, grazie alle sue caratteristiche nutrizionali associate a una fibra particolarmente adatta per bovine in produzione, costituisce il foraggio base per l’alimentazione degli animali nell’area del Parmigiano Reggiano.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Nell’ambito delle rotazioni colturali svolge un ruolo importante quale coltura miglioratrice che, oltre ad arricchire il suolo di sostanza organica e azoto, permette una pulizia naturale da molte malerbe annuali e consente il ricostituirsi di una complessa agro biocenosi.
Il controllo dei fitofagi nel medicaio
Nell’agro-ecosistema medicaio vivono molti organismi, alcuni dei quali sono potenzialmente dannosi alla coltura come il Fitonomo (Hypera postica), la Crisomela (Gonioctena fornicata), gli afidi (Aphis craccivora, Acyrtosiphon pisum) e l’Apion (Apion pisi) mentre la cecidomia (Contarinia medicaginis) danneggia le colture da seme.
Quando viene rilevata una presenza elevata di fitofagi, per limitare i danni alla coltura, è consigliabile anticipare lo sfalcio e, in caso di elevata gravità di attacco, effettuare un intervento insetticida. Generalmente la forte presenza di insetti utili (coccinellidi, larve di ditteri sirfidi, larve di neurotteri crisopidi, imenotteri parassiti e da entomopatogeni) è in grado di controllare le infestazioni. Molto spesso si interviene preventivamente in pre-fioritura con piretroidi (Lambdacialotrina, Tau-fluvalinate, Betacyflutrin, Deltametrina) o Acetamiprid (solo fitonomo). L’esecuzione di questo trattamento nei medicai destinati alla produzione del seme deve essere valutata attentamente per non compromettere l’attività impollinatrice delle api.
Le specie più dannose
Il Fitonomo Hypera postica, conosciuto anche come punteruolo della medica, è un piccolo coleottero curculionide le cui larve provocano danni elevati ai medicai già in produzione mentre, nei nuovi impianti, è in grado di provocare l’indebolimento e la morte delle giovani piantine. L’insetto compie un’unica generazione all’anno e sverna come adulto ai bordi degli appezzamenti poi, in marzo-aprile, ritorna nei medicai per deporre le uova.
La mitezza dell’inverno facilita la sopravvivenza sia delle uova sia delle larve già schiuse del Fitonomo e ciò determina la precocità e l’intensità degli attacchi primaverili, particolarmente pericolosi perché la coltura è nella prima fase di risveglio vegetativo. Le larve di Fitonomo, scavano inizialmente all’interno degli steli delle piante di medica poi salgono sui germogli, ove si riparano e si nutrono. Con la loro attività trofica danneggiano soprattutto il primo taglio, mentre gli adulti attaccano il ricaccio successivo, ma in misura molto inferiore. L’entità del danno provocato da questo punteruolo, infatti, è legata allo stadio di sviluppo della medica al momento dell’attacco.
L’Apion (Apion pisi) è un piccolo coleottero curculionide ampiamente diffuso in tutta Europa e molto comune anche in Italia. Gli adulti compaiono sulla medica a marzo, durante la ripresa vegetativa, quando le piantine sono alte una decina di centimetri. Essi compiono piccole erosioni rotondeggianti sulle foglie e, con la loro azione trofica, possono arrivare a bucherellare l’intero lembo. Le larve vivono all’interno dei germogli scavandovi logge individuali che finiscono per provocare il disseccamento delle foglioline. In caso di forti infestazioni è l’intero apparato fogliare della piantina che può essere bucherellato fino a comprometterne la crescita.