Il caldo risveglia la cimice asiatica… la burocrazia la protegge

cimice asiatica
In Emilia-Romagna i primi danni sulla frutta. Gli imprenditori agricoli chiedono di accelerare i lanci di vespa samurai

L'ondata di caldo anticipato ha favorito il risveglio della cimice asiatica e sui frutti si vedono i primi danni, soprattutto su ciliegie e pesche. Il settore frutticolo dell'Emilia-Romagna lancia l'allarme e lamenta ritardi nei lanci di vespa samurai. 

«Stiamo monitorando il fenomeno con sopralluoghi tecnici sull’intero territorio regionale – spiega il presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Emilia Romagna Marco Piccinini –. Va ripensata l’attività di prevenzione e contrasto alla proliferazione della cimice asiatica portata avanti a partire dal 2020 mediante i rilasci dell’antagonista naturale Trissolcus japonicus, conosciuto impropriamente con il nome di vespa samurai».

Il presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Emilia-Romagna invita a rivedere il piano regionale: «Siamo lontani dal buon risultato ottenuto con la lotta biologica contro il Cinipide del castagno grazie all’impiego del suo predatore naturale. E questo ci deve far riflettere su quale possa essere il metodo più efficace per combattere la cimice asiatica, per poi apportare le giuste modifiche e invertire la rotta».

Vernocchi: antagonisti naturali bloccati dalla burocrazia

«Non bastava lo stop alle uniche sostanze in grado di contrastare i danni delle specie aliene che infestano da diversi anni le produzioni ortofrutticole. Adesso ci si mettono anche le lentezze amministrative e i ritardi burocratici, che al momento ci impediscono ancora di utilizzare mezzi naturali, come gli insetti antagonisti, per difenderci dagli insetti che stanno già minacciando pere, drupacee, le ciliegie e piccoli frutti. In sintesi il quadro è questo: le patologie aumentano, i fitofarmaci si riducono, le alternative naturali restano bloccate».

A lanciare l'allarme è il coordinatore del settore Ortofrutta di Alleanza cooperative Agroalimentari Davide Vernocchi che spiega: «Da diversi mesi abbiamo richiesto autorizzazioni all’uso degli antagonisti per la cimice asiatica marmorata e del moscerino Drosophila suzukii ma non ci sono state ancora concesse. Ora migliaia di produttori, dall’Emilia-Romagna al Trentino, da nord a sud della penisola, non sanno come gestire il problema e come difendere le piante».

«La burocrazia non va purtroppo al passo con i tempi della natura – commenta amareggiato Vernocchi –. Il nostro paese dimostra ancora una volta di non essere lungimirante: i due insetti alieni non saranno i primi né gli ultimi, occorrerà attrezzarsi con flussi autorizzativi e procedure burocratiche più fluide. Il rischio, purtroppo, è di vedere compromessa la produzione estiva».

«Il sistema frutticolo osserva ancora una volta – conclude il Coordinatore Vernocchi - le contraddizioni che caratterizzano la situazione italiana. Da un lato l'impegno a trovare alternative alle soluzioni chimiche per controllare le patologie, dall'altro le difficoltà e ritardi nell'ottenere i permessi per usare mezzi naturali. Ci risulta che migliaia di insetti antagonisti (nello specifico le specie Trissolcus japonicus e Ganaspis brasiliensis Ihering) che erano destinati alle regioni più precoci siano rimasti inutilizzati. Con l’avanzare della stagione si corre il rischio di vanificare il lavoro dei centri di ricerca e dei centri di moltiplicazione, compromettendo in tal modo il lavoro dei frutticoltori».

Il caldo risveglia la cimice asiatica… la burocrazia la protegge - Ultima modifica: 2022-05-23T17:52:56+02:00 da Redazione Terra e Vita

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