Ammonta a 15 mila quintali annui la perdita di limoni tra costiera amalfitana e penisola sorrentina registrata da Coldiretti Salerno per il “mal secco”.
Da una stima rivelata dal direttore provinciale Vincenzo Tropiano, un terzo della superficie investita a limone, tra Igp e non, è stata colpita dal disseccamento delle piante, abbattendo drammaticamente la produzione. Ne risentono non solo gli agricoltori, ma anche tutto l’indotto che coinvolge l’industria dolciaria e i liquorifici industriali e artigianali.
L’intervento del Masaf
Il decreto di ristoro annunciato dal Ministro Francesco Lollobrigida da 3 milioni di euro annui e per tre anni, per Coldiretti Salerno rappresenta un primo passo in avanti, in attesa di contenere la diffusione e adottare misure idonee a sconfiggere l’infestazione delle piante.
«Abbiamo questo problema da diversi anni - svela Tropiano». Phoma tracheiphila, l’agente causale fungino responsabile del mal secco, si diffonde per via aerea attraverso il vento, poi tramite i tagli di potatura, sulle foglie. «È una situazione molto complessa da contenere, per questo Coldiretti affianca un gruppo di lavoro composto da tecnici del Consorzio di Tutela Igp e della Op Costiera Agrumi che commercializza il 90% dei nostri limoni».
Le contromisure
«Stiamo cercando di trovare soluzioni perseguibili insieme alla Regione e infatti stiamo adottando nuovi metodi e spingiamo per utilizzare nuovi strumenti per mitigare le fonti di infezione».
Infatti ai legni di sostegni dei filari e delle strutture verticali che proteggono i limoni, si tenta di sostituire i pali in metallo. L’obiettivo è quello di superare i materiali vegetali, per utilizzare invece materiali più sterili. «A questo – continua Tropiano - si aggiunge l’utilizzo di rameici, come prevede la profilassi, si evita di lasciare i residui della potatura in loco, si disinfettano le forbici utilizzate e si puliscono le ferite. Applichiamo una profilassi preventiva e curativa a residuo zero e stiamo cercando di educare i nostri agricoltori ad adottare maggiori accortezze».
Il valore di una filiera tipica integrata
La produzione annua di limoni della penisola sorrentina e della costiera amalfitana ammonta a 70 mila quintali. Oggi a registrare maggiore sofferenza sono le industrie dolciarie che hanno costruito intorno al limone Igp un autentico brand. Lo stesso vale per la produzione di liquori e distillati, che rientrano nella cifra distintiva del turismo della costa campana.
«Il decreto ministeriale sui ristori per noi è importante, ma attendiamo la circolare esplicativa. Intanto lavoriamo sulla ricerca e sulle buone prassi per contenere la malattia, che non è legata ad insetti ma al vento. Per questo ci concentriamo su una buona formazione degli agricoltori con la speranza di contenere la diffusione».
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