Il clima mite che ha caratterizzato anche i primi giorni di novembre è favorevole al completamento del ciclo larvale per diversi lepidotteri delle ortive che in autunno raggiungono la massima densità di popolazione per poi rarefarsi fino a bloccarsi con il sopraggiungere del freddo invernale che, per ora, stenta a venire. È per questo che in diverse aree meridionali sono stati segnalati forti attacchi di alcune specie di lepidotteri che interessano le brassicacee e le composite a coltivazione autunno-vernina o la fragola in coltura coperta (Pieris brassicae, Pieris rapae, Plutella xylostella, Mamestra brassicae, M. oleracea, Agrotis segetum, A. ipsilon, Spodoptera littoralis per citare le specie più comuni).
Articolo pubblicato sulla rubrica L'occhio del fitopatologo di Terra e Vita
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Individuare gli adulti
Sebbene le diverse specie di lepidotteri fitofaghe abbiano caratteristiche biologiche anche molto diverse tra loro, le strategie di controllo si basano comunque su elementi comuni. Innanzitutto, è importante la precoce individuazione degli adulti, possibilmente prima che questi abbiano la possibilità di accoppiarsi e deporre le uova.
Per la maggior parte dei lepidotteri delle ortive (e di interesse agrario in generale) sono disponibili i feromoni sessuali che consentono di utilizzare le trappole per il loro monitoraggio. Inoltre, sarà necessario controllare spesso la vegetazione per individuare le ovature o i primi focolai di infestazione larvale, quando è possibile intervenire contro le prime età larvali, più sensibili all’attività degli insetticidi chimici o biologici registrati sulle colture interessate.
Come già accennato su questa rubrica dello scorso numero, il polifago nottuide Spodoptera littoralis trova in autunno le migliori condizioni climatiche di crescita nelle aree litorali meridionali ed è particolarmente insidioso nei fragoleti, le cui piantine possono rapidamente subire gravi defogliazioni per gli attacchi larvali.
La difesa dai lepidotteri delle ortive si basa sui principi citati sopra (monitoraggio e interventi mirati e precoci) e qualche “trucchetto” legato alla conoscenza della biologia dell’insetto può aiutare all’individuazione precoce delle infestazioni. Le femmine che devono ovideporre in serra sono attratte dalle superfici calde, come i tubi neri di polietilene per l’irrigazione su cui converrà guardare per individuare le ovature, costituite da diverse decine di uova raggruppate e ricoperte da uno strato di peli e squame addominali della madre.
Sulla ridotta superfice fogliare delle piantine in accrescimento gli attacchi precoci sono individuabili abbastanza facilmente perché nei primi stadi di sviluppo le larve si mantengono gregarie e quindi tendo a nutrirsi concentrandosi su poche foglie che distruggono rapidamente.
Come intervenire contro i lepidotteri delle ortive
Trattamenti biologici con Bacillus thuringiensis o con il virus della nucleopoliedrosi forniscono buoni risultati, come anche gli insetticidi di sintesi registrati specificamente contro l’insetto. Nel caso di ripetuti attacchi, contro larve agli ultimi stadi larvali potrebbe essere più efficace l’uso di esche a base di crusca e melassa avvelenate con un insetticida registrato per questo utilizzo. I feromoni sessuali, oltre che per monitorare gli adulti del lepidottero, possono essere utilizzati per innescare trappole artigianali “ad olio” per la cattura massale, da posizionare nel campo e soprattutto lungo il perimetro delle serre.