Lotta biologica alla cimice, inizia l’ultimo anno di lanci

Lanci del parassitoide Trissolcus japonicus
Le indagini post-lancio mettono in evidenza il successo dell'attecchimento del parassitoide Trissolcus japonicus, ma non ovunque. L'efficacia della lotta biologica però è ancora tutta da dimostrare. Ecco i dati rilevati alla vigilia del terzo anno di lanci

Si è conclusa a fine dicembre la fase di raccolta dei risultati ottenuti nel secondo anno di lotta biologica alla cimice asiatica basata sui lanci della ormai famosa vespa samurai.

Come è noto l’autorizzazione ministeriale ha una durata triennale e prevedeva l’esecuzione di numerosi rilievi successivi ai lanci con l’obiettivo di verificare sia l’insediamento del Trissolcus japonicus ma anche e soprattutto i suoi possibili effetti su ambiente e specie non target.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

Abbonati e accedi all’edicola digitale

Indagini post lanci

Nei primi due anni gli impatti negativi su specie non target sono stati estremamente limitati a conferma di quanto riporta la letteratura scientifica. Queste indagini post-lancio sono state eseguite raccogliendo a vista le ovature di pentatomidi ritrovate campionando la vegetazione in un’area standard di 50m di raggio attorno al punto di lancio.

I dati raccolti sono stati assemblati in un unico report dal Crea che, a fine anno, è stato inviato al Mite (Ministero della Transizione ecologica). Questi studi sono la base scientifica su cui è stato chiesto il rinnovo dell’autorizzazione anche per il 2022.

La documentazione è stata già inviata al Mite in modo da ottenere il rinnovo dell’autorizzazione con un certo anticipo ed evitare quanto accadde lo scorso anno in cui, per motivi burocratici, si è corso il rischio di arrivare tardi con i lanci rispetto alla presenza delle ovature in campo.

Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita

Abbonati e accedi all’edicola digitale

Parassitoide su ovatura di cimice

Risultati non ancora sufficienti

Le indagini post-rilascio condotte nei siti di lancio hanno permesso di ritrovare T. japonicus nella gran parte delle aree in cui si sono effettuati i lanci, con la sola eccezione del Friuli Venezia Giulia, dove per altro è emersa una elevata popolazione di T. mitsukurii che sembra impattare in modo significativo sulle popolazioni della cimice asiatica.

In totale T. japonicus è stato ritrovato nel 28,44% dei siti indagati e questo ci conferma la capacità di insediamento e di diffusione di questo organismo nell’arco della stagione.

Tra le ovature di Halyomorpha halys raccolte, il 15,89% delle ovature e il 9,2% delle uova sono risultate essere attaccate da T. japonicus, mentre il 32,66% delle ovature e il 15,21% delle uova erano state attaccate da altre specie di parassitoidi.

Fra tutti i parassitoidi sfarfallati circa un terzo erano vespe samurai mentre negli altri due terzi c’era una prevalenza di T. mitsukurii, A. bifasciatus. Purtroppo, per quanto i risultati ottenuti siano interessanti dal punto scientifico, non sono ancora sufficienti per vedere dei concreti effetti in termini di riduzione del danno e di diminuzione delle popolazioni di cimice asiatica.

-----------------------------------------------------------------

UNO, NESSUNO, CENTOMILA PARASSITOIDI

La lotta biologica alla cimice asiatica, come abbiamo visto, è basata sull’introduzione di un parassitoide oofago di origine asiatica Trissolcus japonicus, di cui erano già state segnalate delle isolate presenze accidentali in alcune aree del Nord Italia.

Accanto alla vespa samurai negli ultimi anni è stata verificata anche la comparsa accidentale di una seconda specie alloctona Trissolcus mitsukurii. Questo parassitoide di origine giapponese di cui si sapeva abbastanza poco, è stato ritrovato in gran parte delle aree frutticole del Nord Italia sulle ovature di cimice asiatica. Le due specie che hanno caratteristiche biologiche molto simili e sembrano entrambe molto efficaci come antagonisti di H. halys, si stanno diffondendo un po’ in tutte le aree caratterizzate da una forte presenza di cimice asiatica.

Accanto alle specie esotiche anche, gli antagonisti autoctoni, quali in primis Anastatus bifasciatus, hanno dato confortanti segni di attività con livelli di parassitizzazione delle uova della cimice asiatica interessanti (generalmente sotto al 10% ma con punte di parassitizzazione fino al 25% delle uova).

Accanto a queste specie che sembrano numericamente più interessanti, si ritrovano anche altre specie di parassitoidi come Ac. Sinicus, T. basalis e T. kozlovi seppure con numeri molto inferiori.

Lotta biologica alla cimice, inizia l’ultimo anno di lanci - Ultima modifica: 2022-02-25T11:04:37+01:00 da K4

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome