Moria delle api. Marzo 2019, la notizia rimbalza: centinaia di agricoltori indagati, oltre 200 fondi agricoli in diversi comuni della provincia di Udine sequestrati da parte del Corpo forestale regionale su ordine della Procura di Udine. L'accusa è precisa: inquinamento ambientale, in grado di provocare spopolamento e moria di api nelle campagne friulane. Sul banco degli imputati ancora una volta la concia delle sementi, colpevole sempre secondo l'accusa di essere tossica per il variegato mondo delle api. E, nel documento siglato dal procuratore capo di Udine Antonio De Nicolo, si poteva leggere «...I provvedimenti riguardano 236 terreni agricoli, nei quali gli elementi probatori acquisiti nel corso dell’indagine compiuta da questa Procura hanno dimostrato che nell’anno 2018 vi è stato un uso massiccio di fitofarmaci in difformità delle severe prescrizioni di sicurezza per essi previste, sicché vi è stata una significativa compromissione dell’ambiente: pertanto stato ipotizzato nei confronti di 152 persone sottoposte a indagine il delitto di inquinamento ambientale».
Aprile 2019. Il Tribunale del riesame definisce «lacunosa» l'indagine della Procura di Udine, critica il sequestro dei fondi agricoli, atto «gravemente lesivo del diritto alla libera e piena disponibilità dei propri beni» e, nei fatti, riabilita la concia delle sementi.
La soddisfazione di Assosementi
Non è un caso che, a stretto giro, arrivi il comunicato di Assosementi, l’associazione che riunisce le aziende sementiere italiane: «La decisione del Tribunale del Riesame di Udine è la conferma della validità dei processi autorizzativi per i prodotti fitosanitari impiegati nella concia delle sementi. Dopo un lungo periodo di confusione, ci si augura che le semine di mais possano ora proseguire in un clima di ristabilita serenità – ha dichiarato Paolo Marchesini, presidente della Sezione Colture Industriali dell'associazione - . A trarne beneficio sarebbe una coltura
fondamentale per il Friuli, che rappresenta oltre un terzo delle superfici coltivate a seminativo nella regione».
«Un’agricoltura all’insegna della qualità - ha aggiunto Marchesini - non può prescindere dalla concia delle sementi, processo che assicura all’agricoltore di ottenere maggiori rese all’insegna della sostenibilità ambientale. La concia permette di ridurre al minimo l’impatto della chimica sull’ambiente, attraverso l’impiego localizzato di prodotti regolarmente autorizzati dal Ministero della Salute al termine di un lungo iter che ne definisce le modalità d’uso. Oggi non esiste un’altra tecnica autorizzata e disponibile per gli agricoltori che offre un livello di rispetto ambientale così elevato».
«Il settore sementiero italiano - conclude Marchesini - promuove da sempre un uso sicuro ed efficiente della concia presso la filiera. Per garantire l’applicazione rigorosa e professionale di questa tecnica, dal 2016 Assosementi ha attivato nel nostro paese lo standard di qualità Esta (European Seed Treatment Assurance), il progetto nato su iniziativa dell’Associazione sementiera europea (Esa) con l’obiettivo di certificare gli impianti di lavorazione delle sementi coprendo tutto il processo del trattamento tramite audit indipendenti. È nell’interesse delle aziende sementiere sviluppare e commercializzare prodotti a tutela dell’ambiente e la concia delle sementi rientra tra le strategie messe in atto per difendere sia il seme che la coltura. A gennaio di quest’anno abbiamo attivato una casella di posta elettronica - seminasicura@sementi.it - per fornire le necessarie informazioni sul corretto utilizzo dei prodotti fitosanitari e rispondere a eventuali dubbi sulla corretta gestione delle sementi conciate».