Le nocciole di qualità nascono in Italia. Oggi però occorre difendere questa qualità da minacce che arrivano dall’estremo Oriente. La veloce e incontrastata diffusione della cimice asiatica (Halyomorpha halys)
procura infatti ai produttori notevoli danni che interessano anche la fase di conservazione e trasformazione.
La filiera post-raccolta
Un problema che è progressivamente cresciuto fino a esplodere per diffusione e intensità degli attacchi nel corso dell’ultima annata. Confagricoltura Cuneo, insieme a AscoPiemonte e Piemonte Asprocor prendono spunto da questa situazione per centrare l’attenzione dei produttori sulle problematiche di post-raccolta e sulle attenzioni da avere in campo per preservare la qualità della nocciola.
Il Convegno “La Qualità nella trasformazione della nocciola” organizzato a Cherasco il prossimo 5 maggio e sostenuto da Sipcam Italia, Argo Tractors, Noccioloservice.com e Agricolplast, con la media partnership di Terra e Vita, parte proprio dal problema cimice per arrivare ad approfondire la filiera del post-raccolta, dalla fase di sgusciatura alle diverse possibilità di trasformazione. Mettendo in evidenza come sia soprattutto la gestione in campo a influenzare maggiormente il prodotto finito, grazie a precisi interventi per preservare la qualità del raccolto. «Raccolte tempestive – spiega Roberto Botta dell’Università di Torino, essicazione fatta bene e conferimenti puntuali: sono questi i segreti per allungare la shelf life dei prodotti ottenuti dalla trasformazione del prezioso frutto».
Stop al "cimiciato"
ggi purtroppo il danno maggiore è rappresentato dalla percentuale di “cimiciato”. Halyomorpha halys si somma infatti a cimici nostrane “specializzate” come Gonocerus acuteangulatus, Palomena prasina, Nezara viridula, Dolycorus baccarum, Rhaphigaster nebulosa. Il danno che provocano sul nocciolo è di tipo prettamente qualitativo. Con la puntura di suzione l’insetto inietta della saliva nel seme causando due tipi di reazione a seconda del periodo. Se si tratta di punture precoci, il seme subisce un aborto traumatico e alla raccolta si avranno nocciole con il guscio normalmente formato ma con il seme totalmente atrofizzato. Nel caso di punture più tardive il seme completa il suo sviluppo ma presenta alterazioni del colore e delle caratteristiche organolettiche, si presenta raggrinzito, con macchie brunastre necrotiche e con odore e sapore fortemente sgradevoli a causa dei fenomeni di irrancidimento. La parte del seme colpita talvolta è circondata da alone più scuro, ed è spesso interessata da depressione dei tessuti periferici esterni. La presenza di cimiciato influisce negativamente sulla qualità del prodotto con conseguente deprezzamento commerciale al momento della sgusciatura.
Per difendere la preziosa nocciola del Piemonte da questi danni occorre una reazione che coinvolga tutto il territorio con efficaci reti di monitoraggio e la possibilità di allestire efficaci strategie di difesa.
A Cherasco il 5 maggio dalle ore 9.45 se ne parlerà con questi interventi:
- Introduzione di Allasia Enrico, Presidente Confagricoltura Cuneo; Giorgio Ferrero, Assessore Agricoltura Regione Piemonte; Alberto Manzo, Mipaaf, Direzione Generale della Qualità Agroalimentare;
- Diffusione e monitoraggio della cimice asiatica in Piemonte, Lara Bosco, DISAFA Università di Torino;
- Strategia di lotta contro la cimice asiatica, Vincenzo Serratore, Sipcam Italia;
- La qualità della nocciola, influenza sulla lavorazione e trasformazione del prodotto, Roberto Botta, DISAFA Università di Torino;
- Caratteristiche nutrizionali della frutta in guscio. La nocciola e la dieta mediterranea Luca Piretta. Università Campus Biomedico Roma
Leggi anche qui