Da un punto di vista fitosanitario il fico è sempre stata considerata una pianta particolarmente resistente alle avversità e che necessita di pochi interventi fitosanitari.
Da qualche anno, però, anche questa specie è stata colpita da un insetto esotico che sta mettendo a dura prova la sua coltivazione sia negli areali più specializzati che in quelli di nicchia del Centro Italia. Dallo scorso anno anche l’Abruzzo, dopo le numerose segnalazioni in altri areali di produzione dei fichi, è interessato dalla presenza dell’insetto.
Si tratta del punteruolo nero (Aclees taiwanensis), coleottero curculionide di origine asiatica, diffuso ormai in molte regioni italiane: Toscana, Liguria, Lazio e segnalata anche in Lombardia, Veneto, Marche, Emilia-Romagna, Puglia e, appunto, Abruzzo. Anche a causa della scarsa specializzazione della coltivazione del fico nell’Italia centrale e dell’abbandono di piccole piantagioni, è presumibile una rapida espansione dell’insetto in questi areali.
Occorre, quindi, sensibilizzare gli agricoltori che coltivano tale frutto affinché segnalino la presenza dell’insetto ai Servizi Fitosanitari e intervengano tempestivamente con i pochi e non sempre risolutivi metodi a disposizione.
Articolo pubblicato sulla rubrica L’occhio del Fitopatologo di Terra e Vita
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Biologia dell’insetto
Il ciclo biologico dell’insetto è strettamente legato al fico da cui dipende sia per la nutrizione sia per la riproduzione. Esso compie due generazioni all’anno; la prima da giugno e la seconda da settembre.
È molto importante sapere che gli adulti svernano negli anfratti della corteccia o tra le radici del fico. In primavera, quando le temperature divengono miti (marzo-aprile) gli adulti escono dal loro riparo per iniziare a nutrirsi e accoppiarsi (aprile-maggio). Le femmine depongono le uova in forma singola nella corteccia degli alberi, scavando, con un rostro, dei piccoli solchi. Le larve xilofaghe si sviluppano all’interno del legno, scavando gallerie. Una volta raggiunta la maturità le larve si impupano sempre al di sotto della corteccia ma molto superficialmente.
Colature di rosura e gallerie
È in questa fase che si possono vedere i primi sintomi con colature di rosura bagnata di colore arancione-marrone chiaro che fuoriescono dalla corteccia. Gli adulti fuoriescono dalla corteccia e si spostano nella parte alta dell’albero cibandosi di foglie giovani, germogli e frutticini. Essi si nascondono durante il giorno tra la vegetazione presente alla base del fusto ed escono di notte per cibarsi. L’insetto può colpire sia piante giovani che quelle adulte.
Il danno può essere talmente grave da compromettere la vitalità degli alberi colpiti. Le gallerie scavate nel fusto, oltre a compromettere la regolare funzione fisiologica dell’albero, facilitano l’infezione di microrganismi patogeni che possono, a loro volta, contribuire al suo deperimento.
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Misure di contenimento
Le strategie da mettere in campo sono diverse, ma nessuna, da sola, risolutiva.
Non essendoci insetticidi autorizzati per la lotta nei confronti di A. taiwanensis, essa deve essere preventiva. Una volta individuati i primi focolai di adulti che danneggiano foglie, germogli e frutticini, per confermare la presenza dell’insetto occorre osservare il tronco e le radici alla ricerca dei punti di ingresso delle larve.
Al di là delle misure attuabili in estate con la lotta meccanica nei confronti delle larve xilofaghe o con reti a maglia fitta per impedire la deposizione delle uova nella zona del colletto, prima della ripresa vegetativa e ancor prima della fuoriuscita degli adulti dagli anfratti della corteccia, occorre eliminare le piante morte o deperienti.
Le piante disseccate o con gravi sintomi, individuate durante la passata stagione vegetativa, devono essere prontamente tagliate con estirpazione della ceppaia e distrutte. In questo modo gli adulti svernanti vengono eliminati e si riduce in maniera significativa la popolazione presente. Tale operazione andrebbe eseguita anche e direi soprattutto nei ficheti semiabbandonati, che potrebbero fungere da focolai, dove l’insetto si riproduce in maniera incontrollata per poi spostarsi in impianti produttivi.