Dell’opportunità di approfittare della raccolta delle olive per controllare da vicino le piante e individuare eventuali sintomi di fitopatie, tra cui la temibile infezione del batterio da quarantena Xylella fastidiosa, per ora confinata nel Sud della Puglia, abbiamo trattato nella rubrica dello scorso numero.
Lebbra e occhio di pavone
Successivamente alla raccolta, occorrerà valutare se effettuare eventuali trattamenti volti soprattutto a contenere i comuni agenti di malattie fungine (lebbra, occhio di pavone, cercospora, ecc.) o batteriche (rogna) dell’olivo.
Anche le operazioni di potatura sono una buona occasione per controllare lo stato fitosanitario delle singole piante. Ribadiamo che particolare attenzione andrà posta ad eventuali sintomi che possano far sospettare infezioni da Xylella fastidiosa ma senza dimenticare le “classiche” problematiche fitosanitarie dell’olivo: l’occhio di pavone (Spilocea oleagina), la cercosporiosi (Mycocentrospora cladosporioides), la lebbra (Gloeosporium olivarum, G. acutatum) o il fungo Camarosporium dalmaticum (diffuso dalla Prolasioptera berlesiana, insetto predatore delle uova di mosca delle olive).
Ferite da sterilizzare
In presenza di olive “mummificate” o di sintomi dei patogeni fogliari menzionati sopra, potrebbe convenire un trattamento con prodotti rameici che disinfettano le ferite causate durante la raccolta dagli agevolatori meccanici o dai tagli dei rami e che tengono a freno, oltre alle malattie crittogamiche, anche la rogna batterica.
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