Dare al consumatore informazioni e raccomandazioni pratiche basate su evidenze scientifiche per fare scelte alimentari sicure e consapevoli, dall'acquisto al consumo. Partita il 7 giugno in occasione della Giornata mondiale della sicurezza alimentare, la seconda edizione della campagna di comunicazione #EUChooseSafeFood di Efsa, European Food Safety Authority, in collaborazione con il ministero della Salute.
Durerà fino a ottobre e si rivolge in particolare alla popolazione tra i 25 e i 45 anni, alle donne e ai giovani genitori, utilizzando un linguaggio semplice e intuitivo. Hub della comunicazione è il sito web disponibile nelle varie lingue, da cui è possibile scaricare il toolkit #EUChooseSafeFood che include immagini, brevi video e contenuti per post sui social media, ideati per un ampio coinvolgimento anche di associazioni e stakeholder del settore. Sapendo ad esempio la differenza che c'è in etichetta tra "da consumarsi entro il" e "da consumarsi preferibilmente entro il", ma anche conoscere le regole di igiene per tenere al sicuro i cibi.
Tre i temi approfonditi nell'edizione 2022, il benessere degli animali, il food packaging e gli integratori alimentari, cercando di aiutare i consumatori a sviluppare un occhio critico su abitudini di acquisto e di consumo. «È prioritario informare la comunità sull'importanza di un'alimentazione corretta, associata a stili di vita salutari, e sui rischi derivanti dalla catena alimentare – fa sapere il sottosegretario alla Salute Andrea Costa – l'educazione alimentare rappresenta il più significativo contributo in termini di prevenzione. La campagna rafforza, inoltre, la cooperazione tra Ministero e l'Agenzia europea, le organizzazioni dei consumatori, i produttori e la società civile, aiutando i consumatori a fidarsi degli alimenti che mangiano, ovunque si trovino in Europa».
Il sistema di sicurezza alimentare europeo è stato creato 20 anni fa e da allora gli scienziati dell'Efsa, in stretta collaborazione con esperti nazionali di tutta Europa, conducono analisi sui rischi per la salute lungo tutta la catena alimentare, dal campo alla tavola.
Coldiretti, cibi stranieri sei volte più pericolosi degli italiani
L'agricoltura italiana è la più green d'Europa con il taglio record in un decennio del 20% sull'uso di agrofarmaci, che al contrario aumentano in Francia, Germania e Austria. Lo rende noto la Coldiretti, in occasione della Giornata mondiale della sicurezza alimentare sulla base dell'ultimo report Eurostat che registra un aumento del 6% in Francia che si contende con l'Italia il primato agricolo nell'Unione europea.
Il risultato per i consumatori, precisa la Coldiretti, "è che cibi e bevande stranieri sono sei volte più pericolosi di quelli Made in Italy con il numero di prodotti agroalimentari extracomunitari con residui chimici irregolari che è stato pari al 5,6% rispetto alla media Ue dell'1,3% e ad appena lo 0,9% dell'Italia, secondo i dati Efsa. A preoccupare, fa sapere la Coldiretti, è il tentativo di strumentalizzare gli effetti della guerra per ridurre le garanzie qualitative e di sicurezza degli alimenti, ma anche la trasparenza dell'informazione ai consumatori, con la richiesta di deroghe alla legislazione vigente.
Si va dall'innalzamento dei limiti massimi ai residui chimici presenti negli alimenti introdotta in Spagna per alcuni principi attivi, alla richiesta di utilizzo degli ogm non autorizzati, fino alla possibilità di utilizzare olio di palma in sostituzione di quello di girasole senza indicarlo in etichetta.
«L'Italia non può accettare passi indietro sulla sicurezza alimentare che mettono a rischio la salute dei consumatori ma anche la competitività del Made in Italy – commenta il presidente Ettore Prandini – i primati del made in Italy a tavola realizzati grazie a 730mila imprese sono un riconoscimento del ruolo del settore agricolo per la crescita sostenibile del Paese».
Nano-sensore riconosce i residui di agrofarmaci sulla frutta in 5 minuti
Un nuovo nano-sensore riesce a riconoscere le tracce di agrofarmaci presenti sulla frutta in soli 5 minuti, evitando quindi i potenziali problemi di salute che possono derivare dal consumo di queste sostanze nocive. Il dispositivo, sviluppato da ricercatori guidati dall'Istituto Karolinska di Stoccolma, è economico e facile da produrre, fattori che lo rendono adatto a diventare di uso comune in negozi e supermercati, per monitorare la qualità della frutta venduta ai consumatori.
I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Advanced Science. I ricercatori guidati da Haipeng Li hanno utilizzato una potente tecnica di rilevamento in grado di aumentare di oltre un milione di volte i segnali provenienti dalle biomolecole che si intende cercare: è una tecnologia già usata in diversi campi di ricerca, ma gli elevati costi di produzione e la limitata riproducibilità ne hanno finora ostacolato l'applicazione nel campo della sicurezza alimentare.
Gli autori dello studio hanno però trovato un modo più economico per ottenere lo stesso risultato: hanno usato nanoparticelle di argento riscaldate e poi spruzzate su una superficie di vetro in modo da creare un rivestimento metallico, aggiustando poi la distanza fra le singole nanoparticelle per aumentarne la sensibilità. I ricercatori hanno messo alla prova il sensore con il Parathion, un insetticida altamente tossico un tempo impiegato in agricoltura e il cui uso è ora vietato o molto limitato nella maggior parte dei Paesi.
I residui dell'agrofarmaco sono prelevati dalla frutta con un batuffolo di cotone, che viene poi immerso in una soluzione che libera le molecole della sostanza nociva: facendo infine cadere questa soluzione sul sensore, si ottiene il responso nel giro di pochi minuti. «La tecnologia dovrà essere validata da studi più ampi – precisa Li – ma abbiamo fornito una prima prova pratica dell'applicabilità di questi sensori su larga scala per la sicurezza alimentare».