Ricerca scientifica a 360°, stalla contumaciale per il ricovero degli animali infetti, ampliamento delle attuali possibilità di introdurre capi bufalini provenienti da altre province, ulteriore riscontro genotipico di tutti i vitelli considerati a rischio infezione, prima di procedere all’abbattimento.
Queste sono alcune delle principali misure intraprese, tra cui la ricerca scientifica che sarà oggetto di specifica richiesta di autorizzazione rivolta alle Autorità sanitarie centrali.
Li ha elencati l’assessore regionale all’agricoltura Nicola Caputo, che ha adottato nuovi provvedimenti sulla criticità del comparto bufalino. Le nuove proteste dei giorni scorsi degli allevatori del casertano contro l’inefficacia del piano di eradicazione messo in campo dalla Regione, hanno sollecitato un incontro ad hoc con le principali organizzazioni agricole e il commissario straordinario per l’emergenza brucellosi Luigi Cortellessa.
Le richieste al tavolo di confronto
L’assessorato ha accolto tutte le richieste presentate al Tavolo Verde da Coldiretti, Confagricoltura, Cia e Copagri. I provvedimenti adottati ottemperano sia alle esigenze di carattere sanitario che a quelle degli allevatori. La nuova ondata di proteste che ha coinvolto decine di imprenditori agricoli con il blocco della Domiziana tra Castel Volturno e Mondragone, è tesa a ottenere ulteriori modifiche del Piano regionale. Gli allevatori chiedono di “riqualificare il Piano Campano sulla BRC e la TBC, sulla base dell’ordinamento comunitario 689/20, oggetto della Petizione proposta in Europa dal Coordinamento, garantendo il superamento e la risoluzione di alcuni nodi critici", come annuncia il Coordinamento Unitario degli allevatori. In sostanza chiedono l’autocontrollo, l’apertura di un tavolo condiviso di confronto, la vaccinazione, la tracciabilità del latte, le opere di sistemazione del territorio. Gli attivisti continuano a denunciare che il piano regionale abbia portato all'abbattimento di oltre 140mila bufale, di cui solo l'1% sono risultate effettivamente malate da autopsie post mortem.
I criteri per i contributi
Dalla Regione intanto, sono in corso di definizione i criteri per l’erogazione dei contributi per il “mancato reddito” e il pagamento in tempi ristretti degli indennizzi per l’abbattimento degli animali infetti da brucella. La task force fa sapere che si vagliano nuove soluzioni, scientifiche e regolamentari, tra cui la valutazione di ulteriori proposte che riguardano le possibilità di autocontrollo, dirette a rendere sempre più funzionale il Piano emanato con la D.G.R.C. n. 104, che, «grazie a periodiche rivisitazioni del tutto fisiologiche in corso di applicazione si legge nella nota a margine del Tavolo Verde - sta producendo i primi buoni risultati».
Vaccino, una ricerca specifica
«In particolare, sarà dedicata una di ricerca specifica per studiare la possibilità di estendere il vaccino anche ai capi oltre i 9 mesi di età, in linea con le indicazioni che saranno richieste ai Centri di referenza del Ministero della Sanità».
Il rispetto delle scelte del vicino
Di particolare rilevanza, la prossima creazione di una stalla contumaciale in cui ricoverare i capi infetti che sono in attesa del pronunciamento dell’Autorità adita a seguito di eventuali ricorsi. Ciò al fine di garantire che il legittimo diritto di difesa non leda più il sacrosanto diritto di impresa di quanti, invece, decidono di abbattere i capi infetti e, proprio a causa della vicinanza con gli allevamenti dei ricorrenti, si vedono preclusa la possibilità di ripopolare le proprie aziende.
La Regione Campania e le Associazioni di categoria si dicono assolutamente soddisfatte del lavoro unitario e proficuo, che ha l’obiettivo di risolvere, definitivamente, l’ultradecennale problema della brucellosi, nell’esclusivo interesse degli allevatori e a tutela di tutto il comparto, della salute pubblica e dell’economia regionale