Non c’è pace per la mozzarella di bufala campana.
Il Coordinamento unitario in difesa del patrimonio bufalino torna a scendere in piazza contro il nuovo Piano di eradicazione della brucellosi licenziato dalla Regione Campania. L’abbattimento dei capi non è una soluzione ritenuta accettabile, per il tessuto imprenditoriale e produttivo, né per il valore di un comparto di primaria importanza a livello nazionale.
Meno abbattimenti, più vaccinazioni
Gli allevatori contestano il piano della Regione Campania in vigore dal 2014 e che in parte viene confermato da quello attuale, con cui stabilisce l’abbattimento delle bufale per sradicare le infezioni, abolendo la vaccinazione come metodo di prevenzione applicabile a tutti. Da allora sono andate al macello migliaia e migliaia di bufale e tante aziende hanno dovuto chiudere. Ma i dati divulgati dall'ASL nel dicembre 2021 sulle analisi post mortem dei capi bufalini abbattuti è emerso che il 90 per cento era sano, e che il principio di precauzione non giustifica la mattanza. Negli ultimi 15 anni hanno chiuso circa 400 aziende nel casertano, con l'indebolimento complessivo di un territorio vocato alla produzione di latte e della mozzarella a marchio Dop, e l'incertezza sugli investimenti futuri. Gli allevatori sono sul lastrico e chiedono nuovi metodi di analisi, a partire dal ripristino della vaccinazione e l'autocontrollo delle stalle.
Per questa ragione, dopo le proteste in autostrada, questa mattina i trattori degli allevatori di bufale saranno nei presi dell’Asl di Caserta per esporre una bara, simbolo della morte del comparto bufalino, e saranno riuniti in presidio permanete per una intera settimana, dal 27 aprile al 4 maggio "in difesa della nostra terra", e che si concluderà a Roma con la convocazione degli Stati generali, così come annunciato da una nota ufficiale.
Ne abbiamo parlato qui:
Sciopero della fame in difesa delle bufale
Il funerale del settore bufalino
Domani 28 aprile, i trattori degli allevatori di bufale saranno nei pressi della Asl di Caserta per esporre una bara simbolo della morte del comparto bufalino. Lo ha appena annunciato l'Associazione Tutela Allevamento Bufala Mediterranea, che in queste ore sta allestendo il presidio permanente di concerto con il Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino. Gli allevatori annunciano l'apertura di una settimana di proteste programmata dal 27 aprile al 4 maggio "in difesa della nostra terra", e che si concluderà a Roma .
La richiesta dell’intervento nazionale
Il Coordinamento ha annunciato un programma di iniziative ricco e articolato, che vedrà il coinvolgimento di consigli comunali in seduta permanente convocati in diversi comuni del casertano. Le fasce tricolori stanno affiancando gli allevatori, per promuovere l'apertura degli Stati Generali in Difesa del Patrimonio Bufalino. L'obiettivo è ottenere dalla politica nazionale una "assunzione di responsabilità" rispetto alla necessità di garantire un futuro ad un comparto strategico per l'agroalimentare italiano.
Abbattimenti eccessivi?
Il 28 aprile a partire dalle ore 9.00 è prevista l'adunata dei trattori presso lo stadio di Casal di Principe per spostarsi alla volta di Caserta e sfilare lungo le strade principali della città, per raggiungere infine Viale Unità d’Italia e il Monumento ai Caduti.
Qui nell'ultimo tratto allevatori e trattori procederanno per accompagnare, con banda musicale al seguito, "il feretro del comparto bufalino" e celebrare provocatoriamente un rito funebre. La bara verrà esposta di fronte alla sede della ASL. I rappresentanti degli allevatori consegneranno simbolicamente 140 bottiglie contenente "il sangue di 140 mila capi di allevamento abbattuti inutilmente, e senza che alle analisi postmortem sia stata riscontrata traccia della malattia per cui sono stati condannate a morte" anticipano dal Coordinamento.
Richiesto il commissariamento della Sanità campana
Già la scorsa settimana una delegazione degli allevatori aveva lanciato una provocazione, con la consegna al Prefetto di ben trecento chiavi delle aziende già chiuse per effetto del Piano regionale antibrucella. I manifestanti annunciano pertanto la consegna di un dossier in Regione Campania illustrativo dei risultati attesi con l'applicazione del Piano regionale, e una petizione popolare per chiedere il commissariamento della sanità campana.
Eradicazione, un piano da rivedere
Il rappresentante del Coordinamento Unitario Gianni Fabbris intanto incalza sulla necessità di un confronto con la Regione, per ridiscutere i termini del Piano di eradicazione della brucellosi in Campania. Nella giornata del 28 una delegazione guidata da Gianni Fabbris e dal sindaco di Casal Di Principe Renato Natale sarò ricevuta in Prefettura. La stessa delegazione infine, è stata invitata dal presidente del Consiglio regionale Gennaro Oliviero per un incontro previsto per lunedì 2 maggio con le Commissioni regionali all'Agricoltura e alla Sanità.
Nella trasmissione di Report, trasmessa il 02.05.2022, hanno fatto un bel reportage su questa strage di povere bufale e di allevatori. È veramente triste, deprimente, sconvolgente il comportamento di “esperti veterinari” consulenti che portano alla chiusura degli allevamenti e all’uccisione di migliaia di capi.
È veramente sconcertante e inaccettabile questo comportamento, visto che tantissimi capi (fra l’altro picchiate e bastonate per farle salire sui camion ) vengono uccisi SANI, destinati all’alimentazione umana e magicamente la carne di bufala è sana e venduta come carne di manzo.
Questo paese non cambierà mai.
La Regione Campania invece di tutelare un settore di primaria importanza economica e trainante come quello dell’allevamento bufalino lo sta’ distruggendo per una visione miope e autocrate gestita da dirigenti senza visione strategica ,una classe politica sorda che sta distruggendo il lavoro e l’eccellenza di un territorio tramandato da padre a figlio L’unica che al momento fa’ affari da questa tragedia e’ una multinazionale del nord : ” la cremonini carni”, come mai la regione ha interrotto per anni il piano vaccinale chiesto dagli allevatori che avrebbe limitato in gran misura i danni? Gli “esperti ” non potevano evitare questa mattanza vergognosa oltre che dannosa e impagabile distruggendo tutto il lavoro decennale per la selezione delle razze bufaline?
Invece di trovare una soluzione razionale si continua con la Mattanza non solo delle povere bufale ma di tutta un economia con l’abbandono di territorio destinato all’agricoltura e centinaia di aziende sull’orlo di un fallimento sicuro con altri migliaia di posti di lavoro sacrificati nel nostro martoriato Sud. Solidarieta’ a tutti gli allevatori bufalini Casertani sperando che il lume della ragione prenda il sopravvento . Complimenti alla redazione di report per l’ottimo servizio di Bernardo Iovene andato in onda su rai 3 il 2 maggio facendo conoscere a livello Nazionale un problema che tutt’ora era relegato a pochi articoli giornalistici o servizi tv di carattere Regionali