Risale il prezzo del latte, ma resta l’emergenza macelli

Andrea Lugo e Renzo Livoni durante l'assemblea dell’Associazione allevatori del Friuli VG a Codroipo (Ud)
Più 8 centesimi al litro non bastano a garantire la copertura per gli investimenti. Gli allevatori del Friuli Venezia Giulia in assemblea manifestano il loro scontento. Avviata la stagione di Malga Montasio 

Si respira un po’ più di fiducia, in Friuli Venezia Giuli, nel settore della zootecnia da latte che, dopo anni di prezzi in picchiata, nella prima parte del 2019 ha trovato un qualche sollievo. Infatti, dai 32 centesimi di euro della prima metà del 2018, il litro di latte alla stalle è pagato in media, oggi (al netto di Iva e premio qualità), 40 centesimi.

Pezzata rossa al pascolo

Un prezzo che fa respirare gli allevatori: «Anche se resta lontano dal garantire copertura agli investimenti e appeal a un mestiere che, ogni anno, perde braccia e che, sempre più difficilmente, si riesce a passare di padre in figlio», ha detto il presidente dell’Associazione allevatori del Friuli VG, Renzo Livoni, aprendo insieme al direttore, Andrea Lugo, l’assemblea annuale dei soci riunita a Codroipo (Udine) per approvare il bilancio 2018. La redditività delle aziende zootecniche deve fare i conti oltre che con l’instabilità del mercato, non solo del latte, anche con la lunga serie di costi da sostenere. Non ultimo, quelli della macellazione che, negli anni recenti, sono cresciuti a dismisura.

Emergenza macelli

«La chiusura di diversi macelli sul territorio regionale ha costretto gli allevatori a rivolgersi spesso fuori regione dove, ormai, si macellano oltre l’80% dei nostri animali - ha aggiunto Livoni denunciando, in questo quadro, un’altra carenza, in totale . Non abbiamo più un solo macello in Friuli VG che si faccia carico delle macellazioni d’emergenza. Alla Regione, dunque, chiediamo un aiuto per risolvere questo gap». Guardando al futuro, Livoni ha tratteggiato una strada ancora in salita: «Se non saremo in grado di accompagnare le nostre aziende con una seria politica agricola e soprattutto zootecnica a livello regionale, che favorisca le aggregazioni e le reti d’impresa, e se non rilanciamo e facciamo decollare fuori dai confini regionali la nostra unica Dop lattiero-casearia, il Montasio, per le nostre imprese non si intravvedono molte prospettive».

Meno bovine ma più latte

L’Associazione allevatori fa la sua parte. Oltre a un importante ruolo di rappresentanza svolge, infatti, la gran parte dei controlli funzionali sul latte esaminando circa il 90% di quello prodotto in Friuli VG: 2,2 milioni di quintali sono stati controllati nel solo 2018 (su complessivi 2,6 milioni di quintali prodotti) per un totale di 36mila bovine e 459 allevamenti. In regione, le razze più allevate sono la Frisona Italiana con il 45,53% dei capi, la Pezzata Rossa Italiana con il 39% e la Bruna con il 3,80%. Il patrimonio bovino regionale si attestava, al 31 dicembre 2018, a 77.254 capi, di cui 42.385 vacche da latte. Sotto il profilo produttivo si registra un aumento consistente della produttività (+180 Kg medi a vacca) che ora ha raggiunto una media di 8.413 Kg di latte all’anno per vacca controllata.

Oltre ai controlli funzionali, l’Associazione eroga tutta una serie di nuovi servizi e fornisce alcuni strumenti digitali che portano il software nelle stalle. «Sono servizi inerenti la gestione dell’allevamento, orientati al rispetto del benessere animale e all’equilibrio ambientale - fa sapere il direttore Lugo - e vanno nella direzione delle richieste dei consumatori». Quanto al digitale, da molto tempo non è più un tabù per le stalle. Anzi. «Il software di si@alleva coniugato ai dati dei controlli funzionali aiuta a conoscere in tempo reale lo stato di salute della stalla - conclude Lugo - e il livello di qualità della gestione della stessa».


Aperta Malga Montasio

Nel frattempo, è stata avviata la stagione di Malga Montasio (Chiusaforte, Udine), con l’arrivo delle vacche, 240 quest’anno (Pezzate Rosse, Frisone, Brune), provenienti da 32 allevamenti di 23 diversi Comuni della regione.

A 1.500 metri d’altezza, la Malga si estende su 1.064 ettari (dedicati per la metà al pascolo), ospita una latteria, un punto vendita di prodotti lattiero-caseari e un ristoro agrituristico gestiti dall’Associazione allevatori che è impegnata nella gestione e promozione della Malga, simbolo del più importante formaggio del Friuli VG cui dà il nome, la Dop Montasio, dal lontano 1960. Un impegno crescente per l’associazione che negli anni ha strutturato la Malga prima con il ristoro poi con le camere, regolarmente sold out, prenotate addirittura da una stagione all’altra.

I pascoli di Malga Montasio
Risale il prezzo del latte, ma resta l’emergenza macelli - Ultima modifica: 2019-07-01T15:09:02+02:00 da Lorenzo Tosi

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