Suinicoltura, la genetica per le Dop fa discutere

Dop
Il Decreto ministeriale “Tipi genetici” crea scompiglio nel settore. Diverse linee a rischio esclusione. Si auspica una soluzione nel breve periodo

Sono molte le linee genetiche considerate inadatte alla produzione delle Dop. È quanto emerso dall’anticipazione comunicata nei mesi scorsi da Anas e Crea sulla base dei criteri di selezione stabiliti dal Dm del 5 dicembre 2019. E ora scoppia la polemica.
A seguito delle tante voci che si sono levate, vale la pena offrire al lettore una cronaca dei fatti.

Il Dm del 5 dicembre 2019

Il Dm del 5 dicembre 2019 nasce con la volontà di individuare quelli che possono essere i tipi genetici autorizzati nell’ambito delle produzioni Dop oltre alle razze del Libro Genealogico (Lg) italiano. Dopo aver specificato all’articolo 2 che i tipi genetici diversi rispetto alle razze del Lg devono essere regolarmente iscritti nella “Lista degli altri tipi genetici”, all’articolo 3 punto 1 si dice, citiamo testualmente: “gli Enti selezionatori o ibridatori, interessati all’iscrizione di un tipo genetico nella “Lista degli altri tipi genetici”, presentano apposita istanza all’Anas, fornendo le informazioni indicate dalla procedura metodologica denominata “Requisiti di conformità del tipo genetico impiegato per la riproduzione dei suini utilizzati nel circuito delle Dop”, di cui all’allegato II”. Il punto 2 chiarisce che Anas, una volta effettuata l’istruttoria, la trasmette al Crea-Za, che al punto 3 viene indicato come l’organismo chiamato a esprime il parere in merito alla compatibilità del tipo genetico con gli schemi di selezione del Lg italiano. Sempre all’articolo 3 ma al punto 5 si forniscono indicazioni sulle tempistiche: “la valutazione dei tipi genetici già in uso nel circuito tutelato viene conclusa entro 180 giorni dalla presentazione. Per i tipi genetici già in uso, gli Enti selezionatori o ibridatori devono presentare istanza di valutazione entro e non oltre il 30 giugno 2020”.

Allegato II, il punto nodale

Il punto nodale sul quale si regge la procedura d’istruttoria e la successiva valutazione è contenuto nell’Allegato II denominato: “Requisiti di conformità del tipo genetico impiegato per la riproduzione dei suini utilizzati nel circuito delle Dop”.
In particolare, la normativa indica su quali elementi la valutazione stessa si baserà: “sulla verifica degli obiettivi del programma genetico, che deve prevedere direttamente o indirettamente almeno i seguenti:
- mantenere o aumentare il grasso di copertura
- mantenere o migliorare l’attitudine della carne alla stagionatura
I dati contenuti nelle Schede 1 e 2 sono elaborati per verificare la coerenza interna dei dati forniti nonché la stima del progresso genetico per i due caratteri dirimenti: spessore del lardo e qualità della carne per la stagionatura”.
Quest’ultimo forse è da ritenersi come passaggio fondamentale in quanto si ribadisce come le Schede 1 e 2 che devono essere compilate dagli enti selezionatori e/o ibridatori saranno le basi sulle quali andare a controllare la correttezza dei dati forniti, nonché la stima del progresso genetico per spessore del lardo e qualità della carne per la stagionatura.

Raccolta delle sequenze genomiche

Altro aspetto sicuramente importante viene poi disciplinato nell’articolo 4, in cui si prevede che “gli Enti selezionatori o ibridatori depositano nella Banca Dati Riproduttori del Sian le sequenze genomiche identificative di ogni maschio riproduttore di un tipo genetico risultato positivo al termine della procedura di cui all’articolo 3, da utilizzare negli allevamenti iscritti all’elenco ufficiale”.

Lo stato attuale

Le comunicazioni relative all’esito delle procedure di valutazione sono arrivate alla spicciolata nel corso dei mesi di giugno e luglio 2021. Il motivo di questa dilazione temporale non è dato saperlo. L’unico elemento certo è che degli oltre 20 tipi genetici per i quali è stata presentata domanda di valutazione si è registrato un “preavviso di rigetto” per la stragrande maggioranza di essi. Entro 10 giorni dal ricevimento dello stesso, le aziende hanno avuto possibilità di presentare in forma scritta le loro osservazioni. Rimane la speranza che a seguito delle ulteriori informazioni fornite vengano riammessi quanti più tipi genetici anche in considerazione del loro vasto utilizzo sul mercato.
In questa intricata matassa si pone anche la proposta di modifica dei Disciplinari di produzione del prosciutto di Parma e del San Daniele, che si colloca da un punto di vista temporale in sovrapposizione alla vicenda in discussione attualmente e che ha interconnessioni pesanti con il Dm stesso. Chiudiamo con la considerazione seguente: dal momento che la mancata approvazione delle linee ibride preclude il loro utilizzo per ogni tipo di produzione Dop, c’è da augurarsi che per il bene dell’intero comparto si possa giungere a una soluzione sostenibile per tutti gli attori della filiera.

Clicca qui per leggere il “Decreto Tipi Genetici” pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale

Anteprima dell'articolo pubblicato su Terra e Vita 30

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Suinicoltura, la genetica per le Dop fa discutere - Ultima modifica: 2021-10-05T15:42:12+02:00 da Mary Mattiaccio

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