La decisione della Commissione europea, annunciata dal Commissario Phil Hogan, di allungare i tempi di pagamento degli aiuti Pac 2015 fino al 15 ottobre prossimo, ha colto di sorpresa gli stessi organismi pagatori italiani che forse non si aspettavano questa decisione. La regola comunitaria di bilancio è molto netta in quanto stabilisce che i pagamenti effettuati dagli Stati membri oltre il termine del 30 giugno di ogni anno non vengono completamente rimborsati dalle finanze comunitarie per cui vanno a ricadere sui singoli bilanci nazionali. Il rispetto dei termini comunitari per effettuare i pagamenti degli aiuti comunitari ha assunto sempre più il carattere di un termine perentorio per cui sono previste pesanti penali per il superamento degli stessi e cioè si applicano tassi di rimborso da parte dell’Ue progressivamente decrescenti: secondo le regole normali, le riduzioni sono del 10% sui pagamenti effettuati nel mese di luglio, il 25% sui pagamenti effettuati nel mese di agosto e del 45% per i pagamenti effettuati nel mese di settembre.
Questa scala di riduzioni con corrispondente onere a carico del bilancio nazionale è stata applicata negli anni passati molte volte all’Italia e in particolare all’Agea che ha subito rettifiche ai conti annuali per decine di milioni consistenti in riduzioni degli importi rimborsabili per aiuti pagati oltre i termini.
La decisione comunitaria di quest’anno ha completamente annullato la progressione delle percentuali di mancati rimborsi spostando dal 30 giugno al 15 ottobre il termine per effettuare i pagamenti.
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