La Corte di Appello di Bruxelles ha condannato con una sentenza che si può definire storica la campagna pubblicitaria di una catena di supermarket belgi, Delhaize, che vendeva crema cioccolato fabbricata senza l’impiego dell’olio di palma utilizzando slogan ritenuti lesivi per i concorrenti come la Ferrero che impiegano tale grasso.
La sentenza emessa dai giudici belgi, oltre a dichiarare esplicitamente che la campagna fatta da Delhaize sul cioccolato certificato “senza olio di palma” era denigratoria, menzognera e ingannevole nei confronti della Nutella, ha imposto di rimuovere la campagna per il prodotto della propria marca, se non vuole incorrere in una multa di 25mila euro per infrazione, che si tratti di un’immagine su carta o via web, fino ad un massimo di 1 milione di euro.
La sentenza
In sostanza la sentenza dei giudici belgi afferma in circa 70 pagine che le presunte indicazioni sui danni per la salute e l’ambiente derivanti dall’uso dell’olio di palma non sono assolutamente verificabili e non sono assolutamente oggettive.
Inoltre la Corte ha dato ragione a Ferrero anche sull’uso del nome “Choco” per la crema belga in quanto il prodotto Delhaize infatti non contiene cioccolato e per questo non può riportare tale denominazione sulla confezione, ingannevole per i consumatori.
Ferrero aveva fatto causa a Delhaize, accusando il gruppo belga di aver diffuso indicazioni ambientali e nutrizionali menzognere sull’olio di palma nella sua campagna per la cioccolata di sua marca, mettendo sui barattoli un bollino “senza olio di palma”. Secondo il celebre marchio italiano ciò aveva conseguenze negative, fino a denigrare il prodotto agli occhi dei consumatori, per la Nutella, che invece contiene l’olio. In particolare, secondo la Corte d’Appello, Delhaize fa un riferimento illegale a dei medici, facendo passare il messaggio che l’olio di palma sia in qualche modo dannoso per la salute, il gruppo belga avrebbe quindi alterato il comportamento dei consumatori, da qui una forma di concorrenza sleale nei confronti del diretto concorrente Ferrero.
In sua difesa, la Ferrero aveva detto che l’olio di palma provoca meno danni ambientali in termini di deforestazione, grazie al suo elevato rendimento. Al contrario, altri tipi di oli richiedono coltivazione di spazi di gran lunga maggiori per produrre le stesse quantità. Inoltre, secondo il gruppo italiano, non ci sarebbe alcuna prova che l’olio di palma sia in sé nocivo per la salute: ciò che fa la differenza è il tenore di acidi grassi saturi, che può essere elevato anche in altri tipi di olio.
La sentenza belga non mancherà di avere richiami in Italia dove tanti produttori hanno adottato il bollino “senza olio di palma” per attirare i consumatori, mentre la Nutella è tra i pochissimi prodotti ad aver mantenuto il contestato olio tra gli ingredienti.
Quello che stupisce che di fronte a una sentenza del genere sicuramente valutata da tecnici e esperti tante aziende anche grandi abbiano seguito questa campagna antipalma senza prima fare le dovute ricerche.