Un sistema finalmente stabilizzato quello delle assicurazioni. Con regole certe e soprattutto, risorse certe da qui al 2020 (1,7 miliardi di € della Pac più le risorse dell’ocm vino) per la prima volta in Italia.
Sono questi i veri punti di forza del sistema, secondo Albano Agabiti presidente di Asnacodi (Associazione nazionale condifesa) che al IV Forum internazionale tenutosi ad Expo, ha anticipato un primo bilancio di quest’anno di applicazione della nuova Pac nella quale è stata inglobata la gestione del rischio. «È stato un cammino lungo e accidentato tra regolamenti e decisioni europee che hanno creato molta incertezza negli operatori e negli agricoltori. Con il risultato che dai primi dati di campagna emerge un lieve calo dei valori assicurati rispetto alla scorsa annata» dovuto però «più ai prezzi che non ad una riduzione delle superfici assicurate» ha puntualizzato Agabiti.
Il dato negativo che si ripresenta puntualmente anche quest’anno è «il forte squilibrio tra Nord Italia da una parte e Centro-Sud dall’altra, dove il ricorso alle assicurazioni è davvero esiguo» e la sfida dei Consorzi di difesa per i prossimi anni sarà proprio quella di colmare questo divario.
Un aiuto in questo senso potrebbe venire dai nuovi strumenti previsti dalla Pac, come i fondi di mutualità per calamità e perdite di reddito, oggi fermi in attesa dell’emanazione delle norme attuative, ma già oggetto di studio da parte del mondo accademico e di Ismea.
«I fondi mutualistici - ha detto Alessandra Carleo dell’Università Roma Tre - potrebbero coprire le zone dove le polizze non hanno preso piede, e avrebbero anche l’effetto positivo di aumentare la concorrenza nell’offerta assicurativa. Nel fondo, che opera in modo autonomo, complementare e di riassicurazione, ogni associato/aderente “trasferisce” il suo rischio alla collettività a cui ha aderito. Il tipo di fondo che sembra oggi più rispondente alle esigenze del settore - ha proseguito Carleo - è di tipo locale; a questo aderiscono gli agricoltori e i fondi locali a loro volta aderiscono al fondo nazionale. Il vero limite dei fondi di mutualità è che, in caso di danni molto ingenti, le risorse del fondo potrebbero non bastare per indennizzare tutti gli agricoltori».
Ismea, dal canto suo, ha presentato una proposta per favorire la diffusione delle polizze agevolate che possono usufruire della riassicurazione: «abbiamo immaginato per gli operatori del settore - ha riferito il presidente Ezio Castiglione - una possibilità che consenta agli agricoltori che hanno acquistato uno degli strumenti di gestione del rischio di essere automaticamente coperti contro le avversità catastrofali (alluvione, siccità, gelo-brina); ciò consentirebbe l’intervento del fondo di riassicurazione. Si avrebbe così una copertura generalizzata contro queste avversità, un ampliamento delle aziende agricole che ricorrono alla gestione del rischio e una generale riduzione dei costi, tutti mezzi utili per recuperare il divario territoriale tra Nord e Sud» ha concluso il presidente di Ismea.
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