Ma solo un numero limitato di aziende sarà in realtà escluso

Pac più “selettiva” tra soglie, agricoltori attivi e tetti massimi

Tagli molto limitati anche per le soglie minime. Colpite dal capping le grandi imprese che ricorrono ai contoterzisti, quindi senza manodopera aziendale

Nella comunicazione del 18 novembre 2011, la Commissione europea aveva annunciato una Pac più selettiva, allo scopo di erogare un sostegno più equo. Le anticipazioni della Pac 2014-2020 confermano l’obiettivo della Commissione di selezionare la platea dei beneficiari, attraverso tre strumenti:
agricoltori attivi: i pagamenti diretti saranno destinati ai soli agricoltori in attività;
soglie minime: eliminare i piccoli pagamenti per ridurre gli oneri burocratici della Pac;
tetti aziendali (capping): per limitare l’erogazione ai grandi beneficiari della Pac.
Le versioni provvisorie in circolazione delle proposte di regolamento, che saranno presentate il 12 ottobre 2011, consentono di conoscere i dettagli di questi tre strumenti e già sono esplose accese polemiche.
Infatti tutte le proposte che tendono ad escludere qualcuno dai benefici della Pac, anche se con ampie motivazioni, innescano forti polemiche che portano spesso a mantenere lo status quo.
Di seguito, illustreremo i principali contenuti tecnici delle proposte di regolamento in merito a questi tre strumenti (agricoltori attivi, soglie minime, capping) per comprendere i loro effetti applicativi nella Pac 2014-2020.

 

AGRICOLTORE ATTIVO
Dal 2014, l’erogazione dei pagamenti diretti sarà limitata agli agricoltori che soddisfano i requisiti di “agricoltore attivo”.
Di conseguenza sono esclusi dal sostegno della Pac gli “agricoltori non attivi”. Secondo la proposta di regolamento, gli agricoltori non attivi sono: persone fisiche o giuridiche, o di gruppi di persone fisiche o giuridiche, il cui reddito annuale da attività agricola non supera il 5% dei redditi totali ottenuti da tutte le attività economiche, escluse le sovvenzioni della Pac.
Questa norma non si applica agli agricoltori che hanno ricevuto meno di 5.000 euro di pagamenti diretti nell’anno precedente. Quindi, tutti gli agricoltori che ricevono meno di 5.000 euro di pagamenti diretti sono automaticamente agricoltori attivi. 
 

 

POCHISSIMI ESCLUSI
In base a queste norme chi saranno gli agricoltori esclusi dalla Pac? Veramente pochi.
Tutte le società agricole rientrano nella definizione di agricoltore attivo.
Si potrebbe pensare che sono esclusi gli agricoltori parttime o pensionati.Mala deroga fino a 5.000 euro consente alla maggior parte degli agricoltori di rientrare nella definizione di agricoltore attivo.
Per verificare qualche esclusione bisogna andare ai beneficiari di oltre 5.000 euro di pagamenti diretti e che svolgono l’attività agricola in modo del tutto secondario, cioè che percepiscono redditi dall’attività agricola inferiori al 5% dei redditi totali ottenuti da tutte le attività economiche.
Qualche caso di esclusione potrebbe riguardare gli agricoltori con aziende di mediograndi dimensioni (superiori 15-20 ettari), che svolgono l’attività agricola in qualità di part-time. In tale caso, l’agricoltore potrebbe avere un reddito dominicale e agrario inferiore al 5% dei redditi totali.
Questo caso riguarda soprattutto gli agricoltori parttime che percepiscono alti redditi da altre attività economiche (professionisti, imprenditori, ecc.).
Ma anche in questo caso, l’agricoltore potrebbe rimediare costituendo una società agricola.
Gli unici beneficiari sicuramente esclusi sono gli enti non agricoli come scuole, aeroporti, campeggi, circoli sportivi e ferrovie. Tali enti dispongono di superfici ammissibili e sono diventati beneficiari della Pac, soprattutto nei paesi del Nord Europa che hanno adottato la regionalizzazione dal 2005.
 

 

ACCESO DIBATTITO
L’accusa di concedere i pagamenti diretti della Pac a beneficiari non agricoli era stata evidenziata dalla Corte dei Conti europea in una recente relazione speciale, che stimava oltre 150mila ettari senza alcun legame con l’agricoltura, ma con premi Pac fino a un milione di euro.
Oltre ai casi più eclatanti, come gli aeroporti o i centri sportivi, questa definizione di agricoltore attivo è molto poco selettiva e permette a quasi tutta la platea degli attuali beneficiari della Pac di rimanere nel sistema dei pagamenti diretti.
Si ipotizzava di escludere gli agricoltori non professionali e gli assenteisti che vivono di rendita. Invece, non saranno esclusi gli agricoltori non professionali, cioè coloro che vivono prevalentemente di altri redditi, né saranno esclusi gli agricoltori che – pur rispettando la condizionalità – hanno disattivato (abbandonato) la coltivazione dei terreni. 
 

 

SOGLIE MINIME
La proposta di regolamento prevede che gli Stati membri non erogano pagamenti diretti agli agricoltori in uno dei seguenti casi:
a) se l’importo totale dei pagamenti diretti richiesti non supera i 100 €;
b) se la superficie ammissibile dell’azienda per la quale si vantano pagamenti diretti è inferiore a 1 ha.
Lo scopo è quello di ridurre i costi amministrativi, nel caso di piccoli e piccolissimi beneficiari della Pac.
La proposta di regolamento introduce anche una flessibilità per gli Stati membri per tener conto della struttura delle rispettive economie agricole. A tal fine, gli Stati membri possono adattare diverse soglie entro limiti prefissati dal regolamento. Per l’Italia, tali limiti sono:
a) fino a 400 €, per l’importo totale dei pagamenti diretti richiesti;
b) 0,5 ha per la superficie ammissibile a pagamenti diretti.
Tali soglie erano già presenti nell’attuale regolamento sui pagamenti diretti (Reg. Ce 73/2009, art. 28). Quindi non ci sono sostanziali novità.
In Italia esiste già il limite di 100 €/beneficiario, previsto dal Decreto ministeriale 22 marzo 2007; quindi il nostro Paese è già in linea con il dettato della proposta. Tuttavia sarebbe possibile un eventuale innalzamento di questo limite, ad esempio a 400 €/beneficiario, che in Italia avrebbe un effetto rilevantissimo, visto che il 65% dei beneficiari della Pac percepisce meno di 400 €. Ma questa decisione spetta al nostro Paese che – quando si tratta di fare le scelte – è notoriamente meno selettivo e coraggioso di Bruxelles. 
 

 

TETTI AZIENDALI (CAPPING)
Un altro tema particolarmente acceso è il tetto aziendale o massimale aziendali o capping.
La proposta di regolamento recita che gli importi dei pagamenti diretti concessi agli agricoltori verranno ridotti delle seguenti percentuali:
– 20% per importi superiori a 150.000 € e fino a 200.000 €;
– 40% per importi superiori a 200.000 € e fino a 250.000 €;
– 70% per importi superiori a 250.000 € e fino a 300.000 €;
– 100% per importi superiori a 300.000 €.
Il capping della nuova Pac è molto diverso dai tetti aziendali, che sono stati introdotti dall’Health check e che sono attualmente in vigore. Infatti, gli attuali tetti aziendali si applicano alla modulazione ovvero i beneficiari, con oltre 300.000 € dei pagamenti diretti, subiscono un taglio aggiuntivo del 4% della modulazione. Invece, nella nuova Pac nessun agricoltore potrà percepire un importo superiore e 300.000 €; tale soglia rappresenta quindi un vero tetto.
Per stimolare l’applicazione di pratiche rispettose dell’ambiente, gli importi relativi alla componente ecologica (greening) non verranno contabilizzati ai fini del capping.
Il tetto aziendale sarà mitigato per le aziende che utilizzano il lavoro salariato. Infatti, la proposta di regolamento prevede che il sistema di riduzione dei pagamenti diretti dovrà considerare l’intensità del lavoro dipendente: i tetti aziendali saranno calcolati sottraendo dall’importo totale dei pagamenti diretti inizialmente dovuti all’agricoltore (esclusa la componente ecologica), gli importi dei salari effettivamente pagati e dichiarati dagli agricoltori per l’anno precedente, inclusi i contributi sociali e le tasse relative al lavoro.
Se un agricoltore beneficia, ad esempio, di 300.000 € di pagamenti diretti, ma non ha alcun salariato, subirà l’applicazione del capping. Se invece ha 7 salariati, con un costo del lavoro, ad esempio, di 175.000 €, l’agricoltore non viene colpito dal capping, in quanto l’ammontare dei pagamenti diretti (300.000 €) viene diminuito dell’importo del costo del lavoro (175.000 €) ottenendo un ammontare di 125.000 euro, che è al di sotto della prima soglia del capping
 

 

RISCHIO DIVISIONI
Ci potrebbero essere inoltre il rischio che gli agricoltori che colpiti dal capping dividano le aziende. Al tal fine, per evitare la possibilità che si creino le condizioni artificiali per sottrarsi l’applicazione del capping, la proposta di regolamento prevede che gli Stati membri assicurino che nessun pagamento sia effettuato agli agricoltori in caso di:
– suddivisione abusiva dell’azienda o della società;
– trasferimento artificiale parziale di parte dell’azienda ad altre persone.
Il capping può apparire a prima vista molto penalizzante; in realtà solo pochissime aziende saranno colpite. Infatti le grandi aziende strutturate potranno portare in detrazione il costo del lavoro salariato, come abbiamo appena illustrato.
Inoltre il capping non si applica alla componente greening dei pagamenti diretti. Nel nuovo sistema dei pagamenti diretti regionalizzati l’aiuto medio in Italia sarà di circa 200 €/ha (escluso il greening), quindi la prima soglia del capping (150.000 €) scatta solamente con 750 ha di superficie agricola. Anche in questo caso solo pochissime aziende saranno colpite. Solamente le grandissime aziende agricole che gestiscono la coltivazione con i contoterzisti, quindi senza manodopera aziendale, saranno interessate dal capping.

Pac più “selettiva” tra soglie, agricoltori attivi e tetti massimi - Ultima modifica: 2011-10-03T15:57:17+02:00 da Redazione Terra e Vita

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