Spagna, dalla giungla alla legge di filiera

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Operativa dai primi mesi del 2015 regola i rapporti commerciali

La Legge spagnola 12/2013 che regola il funzionamento della filiera alimentare ha segnato un punto di svolta nelle relazioni commerciali tra gli operatori di questa catena. Prima del suo varo, in molte relazioni commerciali tra fornitori, industria e distribuzione a farla da padrone era la legge della giungla, dove il più forte (industria o distribuzione, a seconda dei casi) imponeva le proprie norme e regole alla parte più debole e meno organizzata, agricoltori e allevatori.

La norma riguarda i rapporti commerciali tra tutti gli operatori della filiera, dalla produzione alla distribuzione eccezion fatta per il settore alberghiero e i consumatori. Vi rientrano invece le transazioni commerciali tra operatori del confezionamento, della trasformazione o dello stoccaggio in vista della commercializzazione e in ogni caso l’acquisto di animali vivi, di mangimi e tutte le materie prime e gli ingredienti impiegati nell’alimentazione animale.

Sono escluse dalla legge le forniture di prodotto a cooperative agroalimentari o associazioni da parte degli stessi soci che ne siano anche proprietari.

Uno degli aspetti importanti è il suo modello misto di funzionamento basato sulla sequenza di autoregolazione del settore alimentare + regolazione + controllo pubblico + supervisione e controllo. Vediamoli nel dettaglio

- AUTOREGOLAZIONE, tramite il Codice di buone pratiche commerciali (Cbpm) e altri codici, di adesione volontaria da parte degli operatori. È prevista la figura del “mediatore” qualora non si giunga a un accordo in una trattativa tra operatori dove il venditore è una Organizzazione di Produttori (OP). Nonostante le premesse, il CBPM con il relativo Registro non è stato ancora varato, anche se si prevede che passi alla firma prima che scada il mandato di Isabel García Tejerina, ministra dell’Agricoltura.

- REGOLAZIONE LEGALE: obbligo di formalizzare contratti che includano elementi essenziali (prezzo, quantità, tempi di consegna e pagamento – massimo 30 giorni per prodotti freschi o deperibili, 60 giorni per tutti gli altri –, incentivi e sconti, durata, ecc.), prima dell’inizio delle prestazioni e che i termini siano convenuti liberamente tra le parti.

Pratiche commerciali vietate dalla legge: modifiche unilaterali dei contratti, i pagamenti extra che superano il prezzo pattuito, richiesta di dati commerciali sensibili circa i prodotti.

Pratiche commerciali regolamentate: aste elettroniche, conservazione dei documenti per 2 anni, clausole dei contratti che prevedono modifiche ed una possibile efficacia retroattiva, rimborso di pagamenti non previsti, fornitura di dati commerciali sensibili, gestione dei marchi di prodotti alimentari che prevenga pratiche contrarie alla libera concorrenza, concorrenza sleale o attività pubblicitarie illecite.

- CONTROLLO PUBBLICO: è l’elemento chiave per l’attuazione della legge tramite l’istituzione di un regime sanzionatorio la cui gestione è demandata all’Aica (v. box).

- SUPERVISIONE E CONTROLLO dell’applicazione della Legge 12/2013 da parte dell’Osservatorio della Filiera Alimentare composto da un’ampia rappresentanza di organizzazioni e associazioni della catena del valore (produzione, industria di trasformazione e distribuzione al dettaglio), rappresentanti delle Amministrazioni centrali (ministeri dell’Agricoltura e dell’Economia) e altre istituzioni (Ine, Istituto Nazionale di Statistica; Mercasa, l’organizzazione dei mercati all’ingrosso spagnoli; sindacati, consumatori e utilizzatori, ecc.) per monitorare il rispetto della legge e fornire le proprie indicazioni.

 

(Traduzione di Maria Schiavoni)

Leggi l'articolo completo di tabelle e box informativi su Terra e Vita 44/2015 L’Edicola di Terra e Vita

Spagna, dalla giungla alla legge di filiera - Ultima modifica: 2015-11-06T16:19:43+01:00 da Sandra Osti

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