Big data, cloud, sensori, coltivazioni indoor, superfood, negozi e cucine intelligenti, il “Grande Fratello” nei campi che mette in contatto agricoltore e consumatore, test istantanei per l’analisi degli alimenti, cibi stampati, etichette parlanti, nuovi materiali e packaging green. Sono solo alcune delle proposte presentate dagli imprenditori visionari di tutto il mondo a Seeds&Chips, summit internazionale sull’innovazione agroalimentare, che si è svolto a Rho Fiera, in parallelo a TuttoFood.
La terza edizione dell’evento, pensato per raccogliere l’eredità di Expo e lanciare Milano come piazza internazionale di discussione sul futuro del cibo, è finita sotto i riflettori anche grazie all’ospite d’onore, l’ex Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che ha parlato di fronte a 3.500 ospiti.
Accanto al passato inquilino della Casa Bianca, la presenza di oltre 200 speaker internazionali, investitori e policy makers, ha segnato il salto di qualità di una manifestazione nata insieme ad Expo e cresciuta ogni anno, sia numericamente che qualitativamente. Sul palco di Seeds&Chips ci si è confrontanti sui grandi temi legati a food e innovazione, con particolare risalto all’agricoltura cittadina e all’agricoltura di precisione.
Grande attenzione anche ai giovani e ai giovanissimi, gli innovatori del futuro e animatori di Hack Waste, il primo Hackaton organizzato in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione che ha portato alla definizione di alcune proposte per contrastare lo spreco alimentare.
Innovazione vuol dire infine business: Intesa Sanpaolo, con la piattaforma internazionale di accelerazione del Gruppo “Start up initiative”, ha organizzato una giornata di incontro tra start up e un pubblico selezionato di 150 investitori.
Dal campo alla tavola, dallo sviluppo di soluzioni innovative per la coltivazione alla produzione di cibi e materiali del futuro, Ecco alcune delle start up presenti a Seeds&Chips.
Vertical farming
AEROFARMS - Nata nel 2015 in New Jersey, in un’area fortemente urbanizzata e all’interno di un edificio che ospitava un’acciaieria, oggi è la più grande azienda agricola verticale del mondo, in grado di produrre 700 t/anno di ortaggi a foglie e erbe aromatiche. Il suo fondatore, Ed Harwood, è un ex ricercatore della Cornell University, che per anni ha sperimentato in laboratorio il sistema di coltivazione aeroponico, fino alla scelta di brevettarlo su base industriale. In Aerofarms le piante, impilate su diversi piani di contenitori, crescono senza substrato e le sostanze nutritive e il vapore acqueo vengono spruzzate direttamente sulle radici. Ciò consente una velocità di crescita maggiore e minori consumi di acqua. Al posto della luce solare vengono utilizzati Led, alimentati da pannelli fotovoltaici.
Precision farming
INTELLISCOUT - Una App per la realtà aumentata in campo: è quanto ha sviluppato BaseCamp, società statunitense, attraverso Intelliscout, sistema che consente all’agricoltore di arricchire le proprie percezioni e di ricevere direttamente – sullo smartphone, sul tablet o per, i pochi che li hanno acquistati, sui Google Glass – informazioni sullo stato di salute della coltura che si sta osservando, sulla sua produttività, sulla presenza di insetti o malattie. Tutti i dati raccolti dai dispositivi vengono poi caricati in un cloud e resi disponibili anche a “terzi” che potranno aiutare l’agricoltore a compiere scelte. Un po’ come avere il medico da remoto.
SAT FARMING - Progetto tutto italiano, nato dall’incontro tra la più grande azienda agricola nazionale, Bonifiche Ferraresi, e il Cnr. Il progetto – Sat Farming – è una piattaforma tecnologica integrata che parte dall’uso dei satelliti in agricoltura per analizzare e valutare parametri quali variabilità del suolo, stato della vegetazione, crescita, stress idrico. Sulla base dei dati vengono sviluppati e testati strumenti operativi (come App, mappe, software per trattori) realmente praticabili da un’azienda.
ELAISAN - È giovanissima (nata lo scorso novembre), così come i suoi fondatori, tre ragazzi poco più che ventenni, ma sta crescendo in fretta, grazie anche all’acceleratore StartupBootcamp e alla collaborazione con l’Università di Perugia. Elaisan è una start up che consente di monitorare lo stato di salute degli ulivi, grazie ad un dispositivo in grado di raccogliere informazioni sul terreno, il clima, le previsioni meteo, le richieste nutritive delle piante. Le info vengono poi trasmesse tramite wi-fi ad una piattaforma web, dove vengono elaborate grazie all’incrocio con dati agronomici e “storici”. Per ogni dispositivo, che copre circa 500 alberi, si paga 400 euro l’anno di servizio, che comprende l’accesso alla piattaforma e la ricezione di eventuali alert tramite email o sms. Attualmente oltre 10 aziende hanno aderito al progetto.
Tracciabilità
YAROK - Start up israeliana, vincitrice del concorso “Idee Innovative e Tecnologie per l’agribusiness”, promosso da Unido Itpo Italy, Seeds&Chips e Cnr, ha sviluppato un sistema rapido di test microbiologici per l’industria alimentare del fresco, finalizzati a proteggere i consumatori da batteri pericolosi e a facilitare l’accesso dei produttori ai mercati mondiali.
Il sistema consente di ottenere i risultati delle analisi entro poche ore, i tempi di un turno di produzione, e di mettere perciò in commercio prodotti freschi certificati per essere privi di rischi.
Consumatore in campo
KAKAXI - Dall’agricoltura di precisione al rapporto diretto tra agricoltore e consumatore: questo il salto compiuto da Kakaxi, star up nippo-americana, partita con la progettazione di un dispositivo in grado di misurare semplici parametri del campo (temperatura, umidità, pioggia, crescita piante) e arrivata a creare una relazione tra chi produce e chi compra. Accanto al dispositivo è stato infatti realizzato un QR code e una piattaforma digitale attraverso cui l’acquirente può monitorare il campo da cui proviene il raccolto, guardare video, conoscere la storia del prodotto e dell’azienda, ma anche caricare le proprie ricette e scambiare opinioni con altri acquirenti. L’affitto del dispositivo costa circa 300 dollari l’anno.
Marcatori avicoli e plastica biodegradabile dagli scarti di caffè
In Ovo - Ogni anno nel mondo oltre 3,2 miliardi di pulcini maschi (40 milioni solo in Italia) vengono uccisi subito dopo la nascita. Si tratta dei piccoli nati dalla schiusa delle galline ovaiole, considerati commercialmente inutili, sia perché non producono uova, sia perché poco attraenti per l’industria della carne. In Ovo, start up olandese che opera con il supporto dell’Università di Leiden e del Ministero dell’Economia, ha sviluppato un sistema basato su marcatori molecolari, che consente di conoscere in pochi secondi il sesso del nascituro, analizzando l’uovo. Attualmente il sistema è in fase di industrializzazione: l’obiettivo è abbattere il costo di analisi sotto i 10 centesimi a uovo.
Iit Genova - Dagli scarti di caffè, prezzemolo, cannella, frutta, carote alla plastica.
È quanto hanno prodotto i ricercatori del gruppo Smart Materials dell’IIT di Genova, che hanno sviluppato un processo che consente di trattare e processare gli scarti con solventi o con polimeri biocompatibili, realizzando nuovi polimeri più o meno malleabili, completamente biodegradabili e arricchiti con proprietà antiossidanti o antibiomicrobiche.
L’obiettivo non è individuare la sostanza di scarto “perfetta”, ma tracciare la metodologia in grado di trasformare ogni scarto alimentare.