Se l'alluvione della scorsa settimana in Romagna ha colpito già pesantemente le specie strutturalmente più resistenti come gli alberi da frutto, causando comunque problemi fitosanitari e di asfissia, possiamo facilmente immaginare come le orticole, specialmente quelle in pieno campo, non abbiano avuto alcuna possibilità di sopravvivere, travolte – e in alcuni casi, mentre scriviamo, ancora sommerse – dalle piene negli areali più vocati della regione.
Conserve Italia: «Colpiti duramente, ma decisi a ripartire»
I danni che si registrano nei campi dei soci produttori di Conserve Italia presenti in Romagna preoccupano la cooperativa, che coltiva pomodoro da industria, piselli, mais dolce, fagioli, ceci e fagiolini.
Preoccupano altrettanto gli stabilimenti allagati nel ravennate. «È ancora troppo presto – dichiara il Presidente di Conserve Italia, Maurizio Gardini – per quantificare gli ingenti danni subìti dallo stabilimento di Barbiano, così come quelli che interessano i campi di pomodoro e vegetali dei nostri soci. Buona parte della nostra base sociale è stata fortemente danneggiata e la disponibilità di materia prima per la prossima campagna sarà inferiore a quella prevista».
«Questa alluvione – prosegue Gardini – ci ha colpito duramente. Ma, come accaduto 11 anni fa ad Albinia in Maremma dove l’acqua devastò il nostro stabilimento di pomodoro, siamo decisi a ripartire rapidamente. Lo stiamo in realtà già facendo, con l’aiuto di tanti nostri collaboratori che ringrazio di cuore. Non era affatto scontato poter vedere già due giorni fa partire i tir con la merce da Barbiano e le linee produttive di nuovo in funzione a Massa Lombarda».
Edagricole sostiene l'iniziativa di raccolta fondi
per l'Emilia-Romagna alluvionata.
L'Iban per la donazione, intestato a “Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile dell'Emilia Romagna” è il seguente:
IT69G0200802435000104428964
La causale da indicare è “Alluvione Emilia-Romagna"
Apofruit: «300mila quintali di ortofrutta persi». Orogel: «Siamo al fianco dei soci»
Se i grandi stabilimenti di lavorazione della Romagna appartenenti alle più importanti realtà ortofrutticole del nostro Paese, come Orogel e Apofruit, sono a detta dei diretti interessati pressoché salvi, lo stesso ovviamente non si può dire di molti loro soci nel ravennate, e in parte nel cesenate.
«La situazione degli associati, un migliaio tra Forlì, Cesena e Ravenna, è grave» ci dice Ernesto Fornari, direttore generale del gruppo Apofruit. «Alcuni produttori hanno avuto i capannoni dove erano ricoverati le macchine e le attrezzature completamente allagati, subendo una distruzione totale. Il rischio – soprattutto per la frutticoltura – è che si demoralizzino e non vogliano più investire e questo sarebbe devastante. Ma non possiamo perdere gli agricoltori, altrimenti verrà meno l'economia del territorio e la particolarità delle produzioni dell'areale romagnolo. Il nostro aiuto per ricostruire gli impianti sarà necessario».
Per quanto riguarda la produzione orticola, Fornari spiega che «È ormai persa, se va bene forse ad agosto-settembre si può riprendere un secondo raccolto». Secondo Fornari la perdita stimata di produzione ortofrutticola per la cooperativa ammonta a 300mila quintali.
Da Orogel fanno sapere che è ancora presto per una stima dei danni, dato che molti campi sono ancora irraggiungibili. Ciò che è certo, dicono, è che le produzioni più importanti come spinaci, patate, cipolle, piselli e fagiolini sono irrimediabilmente danneggiate. Anche se «Orogel può contare su soci da tutta Italia, e lo stabilimento di Policoro può sopperire alle mancanze temporanee. Ma saremo a fianco dei nostri soci romagnoli».
Orto Mio, il vivaio che ha riaperto il giorno dopo
In mezzo a tanta devastazione, alcune aziende, forti delle strutture che per fortuna hanno tenuto, hanno ripreso quasi da subito le attività, scrollandosi il fango da dosso. È il caso delle serre di Orto Mio, vivaio forlivese leader in Italia – con 35 ettari di serre – nella produzione di piantine per gli orti familiari.
«Fortunatamente non abbiamo avuto danni alle serre – racconta Anne Clare Mackintosh, titolare dell'azienda – anche se mercoledì scorso il vivaio era ovviamente inaccessibile perché completamente allagato dall'esondazione del fiume Ronco, e comunque buona parte della produzione è stata danneggiata. Ma siamo riusciti a salvare circa un terzo delle piantine e a ripulirle dal fango per farle ritornare a un aspetto consono alla vendita. Sabato abbiamo già ricominciato le consegne della maggior parte delle varietà».
Mackintosh esprime gratitudine ai «300 addetti che ci hanno consentito di rimettere in piedi l'azienda, sono stati degli eroi. Ora ci aspettiamo procedure veloci per comunicare le entità dei danni, l'ho anche detto alla presidente Meloni quando è venuta a farci visita domenica scorsa».