Sicilia, non passa (per ora) la riforma dei Consorzi di bonifica

consorzi di bonifica
La riforma degli enti che gestiscono le acque non passa in Consiglio regionale per una decina di franchi tiratori. Il governatore Schifani promette che sarà riproposta dopo l'estate. Intanto l'agricoltura resta a secco

Uno stop che pesa sul futuro dell’agricoltura siciliana: l’Assemblea Regionale ha bocciato la legge di riforma dei Consorzi di bonifica, affossata da un voto segreto che, chiesto dalle opposizioni, ha messo in luce le profonde fratture nella maggioranza. Una battuta d’arresto che, però, secondo il presidente della Regione Renato Schifani, non sembra destinata a chiudere il capitolo: il governo regionale ha già annunciato che il provvedimento sarà ripresentato dopo la pausa estiva. «La riforma è un punto qualificante del mio programma. È strategica e non più rinviabile», ha dichiarato.

Nel frattempo, il governo ha già inserito misure nel disegno di legge di variazione di bilancio all’esame dell’Assemblea: previsto uno stanziamento di 1,8 milioni di euro per aumentare per il 2025 le giornate lavorative di 573 addetti dei Consorzi. Un impegno che serve solo a tacitare momentaneamente i sindacati dei lavoratori, Cgil in testa, che avevano stigmatizzato il blocco della riforma.

A Sala d’Ercole dove si riunisce il parlamento più antico d’Europa, il testo non ha trovato i numeri necessari, complici anche le frizioni interne alla stessa maggioranza. A cavalcare la bocciatura le opposizioni, in particolare il Movimento 5 Stelle. «L’ennesimo fallimento del governo Schifani», ha attaccato il capogruppo M5S Antonio De Luca. «Non si può approvare una legge che avrebbe lasciato i creditori senza garanzie e che non avrebbe assicurato stabilizzazione ai lavoratori. La verità è che la norma è stata scritta male».

Consorzi di bonifica con le mani legate

Lo stallo istituzionale acuisce una situazione già critica. Mentre in altre regioni i consorzi funzionano con principi di autogoverno e sussidiarietà, in Sicilia restano soggetti a una gestione straordinaria che impedisce pianificazione e innovazione. Una condizione che, denunciano gli operatori, compromette l’agricoltura di qualità e ostacola ogni prospettiva di sviluppo sostenibile.

La consultazione segreta che, con il voto contrario dell’opposizione e di una decina di franchi tiratori, ha fatto naufragare la riforma su cui si è lavorato per circa due anni è stato chiesto su un articolo importante e senza il quale tutto l’impianto legislativo non avrebbe retto. L’articolo in questione disciplinava la liquidazione degli undici vecchi consorzi di bonifica e dei due successivamente creati dal precedente governo regionale. Al loro posto, dovevano sorgere quattro nuovi enti di area più vasta. Ma poco chiara appariva la copertura finanziaria per far fronte al monte debiti che pare ammonti a parecchi (si parla di centinaia) milioni di euro.

Anbi: danno enorme per l'agricoltura

Dura la reazione dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di bonifica per voce del neo confermato presidente Francesco Vincenzi: «È inaccettabile che logiche estranee al merito del provvedimento impediscano un ritorno alla gestione ordinaria e democratica degli enti. Il danno per l’agricoltura siciliana è enorme». Il riferimento è alle opache vicende in cui sono stati coinvolti il presidente dell’Ars e un assessore regionale su cui, senza esito, le opposizioni avevano chiesto di poter avere un confronto a viso aperto a Sala d’Ercole.

Secondo Anbi, l’assenza di una riforma per questi enti che sono commissariati da trent’anni, oltre ad avere frenato l’accesso ai fondi del Pnrr, limita la capacità operativa dei consorzi e incide direttamente sulla resilienza del comparto agroalimentare in un momento in cui la crisi climatica impone efficienza nella gestione delle risorse idriche.

L'amarezza delle organizzazioni agricole

Proprio il giorno prima della sonora bocciatura, Rosario Marchese Ragona, presidente di Confagricoltura Sicilia, aveva ammonito: «È inaccettabile che una riforma cruciale possa essere nuovamente bloccata da sterili logiche di contrapposizione politica, mentre le imprese agricole affrontano quotidianamente l'emergenza idrica e le conseguenze del cambiamento climatico». «Questo stop - afferma adesso Marchese Ragona - rischia di compromettere ulteriormente la nostra capacità di modernizzare la gestione delle risorse idriche, di garantire servizi più efficienti agli agricoltori e di potenziare le strategie di difesa del suolo».

«Il naufragio del disegno di legge di riordino dei consorzi di bonifica è l'ulteriore dimostrazione di una classe politica spaccata, immatura che segue logiche personali e miopi provincialismi, che non fa gli interessi degli agricoltori», tuona Graziano Scardino, presidente di Cia Sicilia che è entrato di recente a far parte del Consiglio direttivo di Anbi. Poi continua: «Si tratta di un’occasione persa. La legge di riforma dei consorzi di bonifica poteva essere un punto di partenza per razionalizzare e migliorare la gestione delle risorse idriche, indirizzi che ci vengono imposti dalla crisi climatica e dalla siccità».

Anche Coldiretti Sicilia alla vigilia del voto aveva esortato i deputati regionali a scelte responsabili e in linea con le aspettative degli agricoltori: "Servono strutture snelle sostenute dal contributo di chi usufruisce del servizio e cioè degli agricoltori. Sono decenni - sottolinea l’organizzazione professionale agricola - che i consorzi di bonifica sono commissariati e non approvare la riforma solo per interessi di partito significa non considerare le giuste rimostranze degli agricoltori in un'annata come quella in corso dove le alte temperature stanno determinando la lievitazione dei costi di produzione”.

Di nuovo al voto dopo l'estate

Se può tranquillizzare le organizzazioni agricole e i sindacati, il governo regionale ha deciso di insistere: si tornerà in Aula dopo l’estate. Ma senza un cambio di passo e un nuovo equilibrio politico, il rischio è che anche la prossima proposta finisca su un binario morto. E intanto, a pagare il prezzo dell’immobilismo sono ancora una volta le imprese agricole, i lavoratori dei consorzi, e un territorio sempre più vulnerabile.

Sicilia, non passa (per ora) la riforma dei Consorzi di bonifica - Ultima modifica: 2025-07-24T09:58:51+02:00 da Simone Martarello

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