La diga di Occhito, situata al confine tra Puglia e Molise, non contiene più abbastanza acqua per soddisfare, oltre alle esigenze idriche civili, anche quelle irrigue della provincia di Foggia. L’invaso, che il 12 agosto 2023 aveva una disponibilità idrica di 169.442.720 metri cubi, esattamente un anno dopo, ieri 12 agosto 2024, la aveva di appena 46.843.160 metri cubi, cioè un quarto del 2023! Poiché ogni giorno, in assenza di piogge, la disponibilità dell’invaso si riduce in media di circa 1.700.000 metri cubi d’acqua, era stato già previso da alcune settimane che, quando fosse arrivata a 45milioni di metri cubi, sarebbe scattato il blocco per l’uso irriguo, al fine di destinare l’acqua restante esclusivamente agli usi civili. Perciò da oggi 13 agosto la diga di Occhito non eroga più acqua per irrigare i campi.
Diga di Occhito, una chiusura annunciata
La chiusura della diga di Occhito per scopi irrigui era ormai nell’aria da tempo.
Martedì 6 agosto il Consorzio per la bonifica della Capitanata, che attinge acqua dalla diga di Occhito per fornire l’acqua irrigua in provincia di Foggia, aveva emanato un comunicato in cui avvisava che “in ragione dei volumi attualmente disponibili negli invasi e del notorio andamento climatico particolarmente caldo e siccitoso, proseguirà l’erogazione di acqua sino ad esaurimento della risorsa idrica disponibile a scopo irriguo”.
Mercoledì 7 agosto il presidente del Consorzio per la bonifica della Capitanata Giuseppe De Filippo, accompagnato dal direttore generale dell’ente Francesco Santoro, aveva incontrato la sindaca di Foggia Maria Aida Episcopo e l’assessore all’Agricoltura Lorenzo Frattarolo, alla presenza dei presidenti e direttori delle organizzazioni agricole, per discutere dell’emergenza idrica, anticipare la chiusura della diga Occhito ai fini irrigui e assicurare la priorità delle attuali risorse per l’uso potabile della popolazione, che resta assicurata per i prossimi nove mesi.
Coldiretti Puglia: «Salteranno i trapianti degli ortaggi»
Con il blocco della disponibilità di acqua della diga di Occhito per usi irrigui si aprono scenari estremamente critici per l’agricoltura foggiana, dichiara il vicepresidente di Coldiretti Puglia Mario de Matteo, agricoltore foggiano.
«Esiste il serio rischio che, in mancanza di acqua, alcuni campi di pomodoro da industria, non irrigabili per mancanza anche di pozzi aziendali, non arrivino a fine produzione. Inoltre salteranno i trapianti degli ortaggi autunno-vernini, come cavolfiore, cavolo broccolo, finocchio, lattughe, indivie, ecc., che vengono messi a dimora nella seconda metà dell’estate, fra agosto e settembre, e sono pronti al consumo in autunno e inverno, perché senza acqua le piantine non avrebbero alcuna garanzia di sopravvivenza».
Cia Capitanata: «Potenziare le infrastrutture»
Con la chiusura della diga di Occhito, la siccità e l’inadeguatezza delle infrastrutture idrico-irrigue del territorio foggiano contribuiranno in modo determinante a ridurre del 40% i raccolti di pomodoro da industria, con un danno enorme per gli agricoltori, afferma il presidente di Cia Capitanata Angelo Miano.
«La produzione di cereali è già crollata, ma le perdite sono e saranno pesanti nei prossimi mesi anche per i comparti olivicolo, ortofrutticolo e zootecnico. La siccità è ormai un dato strutturale e tutto fa pensare che la situazione peggiorerà ancora nei prossimi anni. Perciò Cia Capitanata è tornata a proporre ciò che diciamo da tempo: occorre lavorare subito al potenziamento delle infrastrutture da cui poter recuperare l’acqua che serve ad alimentare il sistema agricolo e a preservare migliaia di posti di lavoro».
Miano: «Realizzare subito tre grandi opere»
Per Miano è necessario lavorare immediatamente all’implementazione di tre grandi opere.
- «La prima è rappresentata dalla costruzione di una condotta di soli 10 chilometri per far arrivare, fino al ripartitore di Finocchito, una parte dei 200 milioni di metri cubi d’acqua che, ogni anno, confluiscono a mare dalla diga del Liscione, in Molise. Si tratta di un’opera che potrebbe essere realizzata in tempi relativamente brevi, per realizzarla occorre un accordo di programma tra la Regione Puglia e la Regione Molise.
- La seconda grande opera essenziale per scongiurare la desertificazione dell’agricoltura di Capitanata nei prossimi anni è la realizzazione ex novo della della diga di Palazzo d’Ascoli, che recupererebbe circa 72 milioni di metri cubi d’acqua; il governo ha stanziato 8 milioni di euro per il progetto.
- La terza grande opera di cui si parla da più di 20 anni è la realizzazione della diga di Piano dei Limiti, un invaso che sarebbe posto a valle della diga di Occhito così da recuperare almeno 42 milioni di metri cubi d’acqua. Quest’ultima è l’opera che necessita dell’investimento più ingente, costerebbe circa 400 milioni, ed è già pronto da anni il relativo progetto esecutivo».