«Si fa strada un’attenzione nuova e importante da parte di Università ed enti rispetto ai finanziamenti per la ricerca in agricoltura biologica. Che rappresenti l’inizio di un cambio di passo concreto come sollecitato dal Green Deal Eu». Così, Anabio, l’associazione per il biologico di Cia-Agricoltori italiani, commenta circa il riscontro positivo suscitato da due avvisi pubblici sul tema.
I due avvisi pubblici, volti a finanziare la ricerca in agricoltura biologica, sono uno del Ministero dell’Agricoltura (Mipaaf), il cui stanziamento complessivo ammonta a 4,2 milioni di euro; e l'altro del programma europeo Core Organic, i cui finanziamenti complessivi, pari a 5.046.775 euro, sono forniti dai 13 paesi partner, tra cui l'Italia che vi partecipa tramite il Mipaaf con un budget complessivo pari a 600mila euro.
Archiviare una stagione di contrapposizione
Al netto del modesto budget a disposizione, spiega Anabio-Cia, non possiamo che notare con interesse l’improvviso nuovo atteggiamento e giudizio da parte del mondo scientifico e accademico nei confronti del metodo biologico, che può archiviare una stagione di contrapposizione di cui abbiamo sempre faticato a individuare i beneficiari. Tra i diversi fattori che hanno inciso, aggiunge Anabio-Cia, sicuramente il Green Deal Eu e le relative strategie Farm to Fork e Biodiversity che hanno prodotto, anche nel mondo accademico italiano, la piena consapevolezza del ruolo svolto dall’agricoltura bio, tale da essere esplorato in ottica innovativa e a salvaguardia del settore primario nel suo complesso.
Biologico, i vantaggi di un approccio agro-ecologico
Secondo Anabio-Cia la forte adesione ai bandi del Mipaaf può spingere a rilanciare un approccio agro-ecologico, investigando sulle relazioni e sulle interazioni tra oggetti (produzione vegetale, produzione zootecnica, difesa del suolo, tutela del territorio, protezione degli ecosistemi, ricadute economiche, responsabilità sociale) invece che su ogni singolo elemento o particolare. L’approccio agro-ecologico, nella sua interdisciplinarità è, infatti, molto valido per l’agricoltura biologica che vuole migliorare il rendimento produttivo, ma anche contribuire alla tutela del suolo e della biodiversità, garantendo qualità e sicurezza dei prodotti oltre che a una maggiore valorizzazione della produzione e del consumo locali.
Anabio-Cia fa appello ai direttori dei 22 Dipartimenti di Scienze agrarie delle Università italiane affinché dal prossimo anno accademico, inseriscano nei piani di studio, l’indirizzo Agro-ecologico, in grado di performare al meglio gli obiettivi della bio-economia e della transizione ecologica.
Qui la lettera-appello di Anabio-Cia nella versione integrale