Biologico, un gigante con i piedi d’argilla

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Rischio di squilibrio tra domanda e offerta. Gli ettari coltivati sono quasi un quinto del totale. Nel 2023 stabili i consumi in volume (+0,2%), in calo la quota di mercato. La Pac lo sostiene ma la redditività per i produttori resta un problema

Dopo a quattro anni di stagnazione, il settore del biologico in Italia comincia a vedere qualche segnale di ripresa sul fronte dei consumi: nel 2023, il rapporto “Bio in cifre” di Ismea, mette in evidenza un lieve ripresa dei consumi non solo in valore a causa dell’inflazione ma anche in volume. La domanda di prodotti biologici, quindi, si stabilizza con lievi segnali di ripresa.

Continua invece incessante l’aumento delle superfici ad agricoltura biologica e quindi dell’offerta: dall’11,2% sul totale della Sau nel 2014 si è passati al 19,8% del 2023, con una crescita importante e costante.

L’incremento delle superfici ad agricoltura biologica è stato spinto anche dalle strategie dell’Unione europea, Green Deal e “Farm to Fork” e dalla Pac 2023-2027. Infatti, in linea con questo orientamento, il Piano Strategico Nazionale ha previsto il trasferimento di 360 milioni di euro dal primo al secondo pilastro, destinati a sostenere la conversione e il mantenimento del metodo di produzione biologico.

Il maggior sostegno potrebbe essere salutato come un successo per l’agricoltura biologica, ma le risorse pubbliche non bastano, anzi possono creare pericolose illusioni, se non sono accompagnate da una crescita del mercato e da una stabilizzazione della redditività. Proprio su questi punti, si addensano le maggiori preoccupazioni per il settore.

Articolo pubblicato sulla rubrica Primo piano di Terra e Vita

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Sempre più bio

I dati del 2023 sulla Sau biologica in Italia mostrano una continua espansione. Ha raggiunto 2,5 milioni di ettari (fig. 1), con un incremento del 4,5% rispetto al 2022, pari a 106mila ettari in più. Con questo aumento è arrivata a rappresentare il 19,8% del totale, poco meno di un quinto (fig. 2). Sulla base della tendenza del bio negli ultimi dieci anni, l’Italia si avvicina all’obiettivo del 25% di Sau biologica entro il 2030, come stabilito dalla Commissione europea nella Strategia Farm to Fork.

A livello europeo, l’Italia si distingue per una percentuale di superficie biologica più elevata rispetto ad altri grandi Paesi come Francia (10,7%), Spagna (11,0%) e Germania (11,2%). L’agricoltura biologica in Austria invece si colloca al 27% della Sau totale e ha già superato l’obiettivo del 25% previsto dalla Strategia Farm to Fork (fig. 3).

Crescono i seminativi

Esaminando le coltivazioni, la Sau biologica nazionale è costituita principalmente da seminativi (42,1%), seguiti da prati e pascoli (29,7%), colture permanenti (22,8%) e ortaggi (2,5%).

Nel 2023, rispetto al 2014, ovvero nell’ultimo decennio, l’incremento più significativo ha interessato gli ortaggi (+130%), i prati e i pascoli (+110%) (tab. 1), in gran parte localizzata nelle province di Bolzano, Sicilia e Sardegna (circa l’80% del totale).

Anche le superfici biologiche dedicate alle colture foraggere hanno registrato un incremento notevole, confermando una tendenza già osservata negli ultimi due anni.

Nell’ultimo anno le viti (-2,0%), gli agrumi (-5,8%) e i frutteti (-8,7%) hanno subito un calo, bilanciato dall’aumento degli oliveti (+2,2%) e delle colture di frutta a guscio (+6,8%).

L’incidenza delle superfici biologiche sul totale dei principali ordinamenti colturali evidenziano che la maggiore presenza del biologico si registra negli agrumi, nell’olivo e nei fruttiferi, con oltre il 25% della Sau bio sulla Sau totale di tali ordinamenti colturali (fig. 4). Anche le ortive, le foraggere avvicendate e i prati permanenti e pascoli hanno una rappresentanza nel bio molto importante, che supera il 19,8% che è l’incidenza media del bio sulla Sau totale.

Sicilia prima della classe

A livello territoriale, si nota un riequilibrio progressivo nella distribuzione delle superfici biologiche sul territorio nazionale.

Sebbene il Sud mantenga ancora il 57,9% della Sau biologica, il Centro (24,6%) e il Nord (17,5%) stanno crescendo a un ritmo più rapido: nel 2023, il Nord è cresciuto del 5,5% e il Centro del 5,3%, a fronte di un incremento del 3,9% nel Mezzogiorno.

Guardando al lungo periodo, dal 2014 le superfici biologiche del Nord e del Centro sono quasi raddoppiate, mentre al Sud la crescita è stata più lenta (+59,9%). La Regione “campione” del bio è la Sicilia, con il 16,8%, seguita dalla Puglia con il 12,7%, dalla Toscana con il 9,9% e dalla Calabria con l’8% (tab. 2).

Consumi in lievissima ripresa

Nel 2023, i consumi domestici di prodotti biologici venduti in Gdo hanno raggiunto i 3,8 miliardi di euro, con un aumento del 5,2% rispetto all’anno precedente. Questo incremento, sebbene il più elevato degli ultimi anni, è inferiore rispetto al +8,1% registrato per il comparto agroalimentare in generale.

Oltre all’aumento in termini di valore, che è determinato in gran parte dall’inflazione, nel 2023 si registra anche un leggero incremento dei consumi in volume (+0,2% rispetto al 2022), mentre l’agroalimentare in generale ha subito una contrazione dell’1,1%. La crescita inferiore del valore della spesa per i prodotti biologici rispetto all’agroalimentare può essere attribuita a un aumento inferiore dei prezzi dei prodotti bio rispetto al convenzionale.

Ma nonostante la spesa complessiva per prodotti biologici sia aumentata di oltre 191 milioni di euro nel 2023, per il secondo anno consecutivo si è registrato un calo della quota di mercato del bio sul totale dell’agroalimentare italiano, scesa al 3,5%. Questo fenomeno è in parte legato alla persistenza dell’inflazione, che ha continuato a erodere il potere d’acquisto delle famiglie italiane, colpendo maggiormente i prodotti biologici, che spesso hanno un prezzo più elevato.

Aumentano vino e cereali

Confrontando i dati con il 2022, si nota una crescita delle vendite in valore per quasi tutte le categorie di prodotti biologici. Le migliori performance si registrano per cereali e derivati, oli e grassi vegetali, uova fresche e bevande analcoliche. Anche gli acquisti di vino biologico, dopo una contrazione del 3,9% nel 2022, sono aumentati del 6,9%. Tuttavia, le categorie di carni e salumi hanno mostrato una flessione significativa, con cali rispettivamente del 9,5% e dell’11,4%.

A livello territoriale, oltre il 60% dei consumi di prodotti biologici si concentra nelle regioni del Nord, mentre il Sud e la Sicilia rappresentano solo il 12% del totale, a fronte del 22% della spesa per prodotti convenzionali. La minore diffusione del biologico nel Meridione potrebbe essere legata al minore potere d’acquisto delle famiglie, che tendono a preferire prodotti convenzionali, generalmente più economici, ed anche alla maggiore presenza di vendita dei prodotti alimentari sui circuiti brevi.

Articolo pubblicato sulla rubrica Primo piano di Terra e Vita

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Gdo canale leader

Per quanto riguarda i canali di distribuzione, la Gdo si conferma leader nel mercato dei prodotti biologici, con una quota del 65%, pari a 2,5 miliardi di euro.

Nel 2023, le vendite sono aumentate di oltre 178 milioni di euro (+7,7% rispetto al 2022), trainate principalmente da oli e grassi vegetali e latticini. Anche nei discount si registra una crescita delle vendite di prodotti biologici (+7% rispetto all’anno precedente), con un notevole incremento per carni e salumi (rispettivamente +108,4% e +51,3%), in controtendenza rispetto agli altri canali. Questo indica una maggiore sensibilità al prezzo da parte dei consumatori di questo segmento.

I prezzi

Sul fronte dei prezzi, il 2023 ha visto un calo generale delle quotazioni di alcuni prodotti agricoli, sia convenzionali che biologici, come il grano duro e tenero, dopo i picchi raggiunti nel 2022.

Tuttavia, alcuni prodotti biologici hanno registrato un aumento, come il riso Arborio (+31,4%), il latte fresco (+15,9%) e l’olio extravergine d’oliva (+14,7%).

Il livello dei prezzi dei prodotti agricoli bio e la bassa redditività rappresentano i maggiori fattori di criticità del settore. Il maggior sostegno della Pac e l’aumento delle superfici bio potrebbero essere salutati come un successo per l’agricoltura biologica, ma le risorse pubbliche non bastano, anzi possono creare pericolose illusioni, se non sono accompagnate da una crescita del mercato, in particolare dei consumi. Proprio su questo punto, si addensano le maggiori preoccupazioni per il settore.

Il Piano Nazionale sull’agricoltura biologica (PanBio) interviene proprio su questo aspetto, con l’asse 1 “Alimenti e prodotti biologici per tutti: stimolare la domanda e acquisire la fiducia dei consumatori”, cher prevede lo sviluppo delle mense biologiche nelle scuole e nella ristorazione collettiva, al fine di educare il consumatore all’uso di prodotti biologici, di aumentare la sua consapevolezza relativamente ai benefici sulla salute e sull’ambiente e la sua fiducia nel logo biologico.

Il PanBio sarà sufficiente per far crescere i consumi? I prezzi e la redditività saranno i due fattori centrali per il futuro del biologico in Italia perché gli incentivi della Pac non bastano.


1SRA29: l’intervento per l’agricoltura biologica nel Piano Strategico Nazionale

Nella programmazione dello sviluppo rurale 2023-2027 non si parla più di Misure e quindi di Misura 11 “Agricoltura biologica”, ma di tipologie di Intervento.

Il sostegno all’agricoltura biologica rientra all’interno del Piano Strategico Pac (Psp) nella tipologia di Intervento A) pagamenti per Impegni ambientali, climatici e altri impegni in materia di gestione (tab. 4), con un apposito Intervento SRA29 “Pagamento al fine di adottare e mantenere pratiche e metodi di produzione biologica”.

Il PSP prevede che l’intervento SRA29 è attivato da tutte le 19 Regioni italiane e dalle due Province Autonome di Trento e Bolzano; le Regioni e le Province Autonome saranno le Autorità di Gestione per il sostegno all’agricoltura biologica, come anche per tutta la politica di sviluppo rurale.

L’intervento “Pagamento al fine di adottare e mantenere pratiche e metodi di produzione biologica” prevede un pagamento annuale per ettaro di SAU a favore degli agricoltori che si impegnano volontariamente a convertire e a mantenere le superfici coltivate ad agricoltura biologica ai sensi del regolamento (UE) 2018/848 e dei relativi regolamenti attuativi, mediante la compensazione dei minori ricavi e/o maggiori costi dei processi produttivi collegati al rispetto del metodo di agricoltura biologica.

L’intervento si applica a tutte le tipologie colturali e ai prati permanenti, prati pascoli e pascoli, esclusi i terreni a riposo, e si articola in due azioni:

- Operazione 1 Conversione all’agricoltura biologica;

- Operazione 2 Mantenimento dell’agricoltura biologica.

Al fine di migliorare le performance ambientali previste dall’intervento è consentito rafforzare gli impegni previsti dal sostegno all’agricoltura biologica con quelli di alcuni interventi agro-climatico-ambientali del Psn 2023-2027. Le Regioni e le Province Autonome definiscono gli impegni cumulabili, sulla stessa superficie, a quello dell’agricoltura biologica, provvedendo a che non vi sia un doppio finanziamento.

Biologico, un gigante con i piedi d’argilla - Ultima modifica: 2024-10-02T07:40:58+02:00 da Roberta Ponci

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