Sicilia, pronti bandi Csr per quasi 270 milioni in quattro settori

biologico

Per sostenere gli agricoltori a mantenere il metodo di coltivazione biologico la Regione Siciliana ha deciso di mettere sul piatto 190 milioni di euro per il quinquennio 2024-2028. Si tratta della dotazione dell’ultimo bando sul biologico che è stato pubblicato il 29 dicembre 2023 a distanza di un anno esatto dal precedente, il cui epilogo ha provocato molto scontento.
Il nuovo bando assicura premi per 38 milioni di euro l’anno agli agricoltori che si impegnano a mantenere in biologico le superfici aziendali (tutte) e che servirà a “mettere in cassaforte” quella porzione di Sau in bio che ha già superato il target del 25% indicato dalla Ue per il 2030.

Biologico, un bando "di riparazione"

Il nuovo bando sul biologico, poi, si potrebbe leggere anche come un atto di riparazione ai “torti” subìti da coloro che all’ultimo minuto si sono visti esclusi. Solo a dicembre, infatti, l’Autorità di gestione ha definito la dotazione per il bando 2023 dell’intervento SRA29.2: 60 milioni di euro su un totale di 450 milioni per entrambe le azioni SRA 29.1 e SRA 29.2 e per tutto il periodo programmazione 2023-2027. E, visto il gran numero di richieste, ha applicato i criteri di selezione che, ben inteso, erano già stati previsti nel bando. Cosicché in cima alla graduatoria sono andate le aziende che hanno commercializzato la produzione come bio e quelle che operano nelle aree fragili e protette.

La decisione di riservare solo 60 milioni di euro al bando 2023 è stata comunicata lo scorso 11 dicembre ed è stato il primo provvedimento in risposta a una importante sollecitazione della Commissione europea. Quest’ultima, nel corso dell’ultimo audit strategico svoltosi a luglio 2023, ha esortato l’Autorità di gestione a fare sì che in Sicilia, prima regione per superfici in bio, possano crescere i consumi di alimenti biologici locali che finora sono rimasti al palo e che è pure difficile trovare in commercio.

Premi e criteri

Tornando al bando 2024 dell’agricoltura biologica, i premi vanno da un massimo di 850 €/ha per l'uva da vino, agrumi e fruttiferi a un minimo di 144 €/ha per i seminativi.
Per le domande, che come di consueto devono essere presentate sulla piattaforma telematica Sian, le scadenze saranno comunicate nelle prossime settimane con apposite circolari sia di Agea che della Regione.

Per essere accettate le domande devono riguardare minimo 2 ettari (che scendono a 0,50 nelle isole minori) con una notifica biologica rilasciata antecedentemente al primo gennaio 2024, data da cui parte l’impegno che si protrae fino al 31 dicembre 2028.
Il premio è cumulabile sia con gli ecoschemi 2, 3, 4 e 5 (viene assicurata la non duplicazione dei pagamenti per gli interventi che si sovrappongono), sia con il sostegno agli agricoltori custodi dell’agrobiodiversità (SRA15), che con quella che un tempo si chiamava indennità compensativa, cioè l’intervento ANC (71) destinato agli agricoltori che operano in zone con vincoli naturali o territoriali specifici (SRB 01-02-03).
Inoltre, l’azione è compatibile con l’intervento SRA 14 “Allevamento di razze animali autoctone nazionali a rischio di estinzione/erosione genetica” e SRA 30 “ Benessere degli animali”.

Precedenza a chi vende biologico

L’adesione si prevede massiccia e quasi sicuramente il plafond non basterà per tutti. La selezione dei beneficiari si farà sulla base degli stessi criteri adottati nel bando 2022. Verrà data precedenza alle aziende che, indipendentemente dalla relativa zona di ubicazione, commercializzano prodotti certificati biologici e/o aziende ricadenti in Aree Natura 2000. Altre priorità per le aziende che ricadono nelle Zvn – zone vulnerabili ai nitrati (priorità 2); nelle aree naturali protette (priorità 3) e nelle aree soggette a desertificazione (priorità 4).

Il bando per l'apicoltura

Per contrastare il declino degli impollinatori e supportare pratiche di apicoltura orientate alla tutela della biodiversità la Regione Siciliana ha deciso di attivare l’azione ACA 18. La dotazione complessiva è di 7,5 milioni di euro distribuiti sui cinque anni dell’impegno, ma non si esclude l’incremento della dotazione con nuove risorse. I beneficiari sono agricoltori, allevatori singoli o associati che praticano l’attività apistica in aree di elevato valore naturalistico che includono i siti Natura 2000 ovvero i Sic (Siti di Importanza Comunitaria), le Zps (Zone a Protezione Speciale) e i sistemi agroforestali.

Apicoltura stanziale e apicoltura nomade

Le azioni previste sono due: apicoltura stanziale e apicoltura nomade tra loro alternative. Per essere ammessi all’aiuto i beneficiari e i loro apiari devono essere presenti in Banca Dati Apistica Nazionale/Regionale, alla data del 31 dicembre 2023.

L’aiuto annuo è a forfait ed è calcolato in base al numero (minimo 50) degli alveari assoggettati all’impegno. L’importo è diverso a seconda che si pratichi l’apicoltura stanziale o quella “nomade”. Si va da un minimo di 2.267 euro per lo stanziale e 2.640 per il nomade nella classe di ampiezza 50-100 alveari fino a 12mila euro per apicoltura stanziale e 14 mila euro per apicoltura nomade per apiari costituiti da oltre 400 famiglie.
Il periodo di impegno va dall’1 gennaio 2024 al 31 dicembre 2028.

Non verranno applicati criteri di selezione, ma, qualora le domande pervenute siano superiori al triplo della disponibilità finanziaria annua, la priorità spetta agli alveari che si trovano ad una quota superiore ai 300 metri s.l.m e che sono allevati con metodo biologico. Esauriti questi, si passa a quelli associati a una quota altimetrica superiore al 300 metri s.l.m. e quindi a quelli sotto tale quota dando precedenza sempre a quelli che si trovano a quote altimetriche maggiori.

Cumulabilità

L’intervento si può cumulare con altri interventi agro-climatico-ambientali. Del resto la combinazione di più impegni in capo al medesimo beneficiario consente, infatti, l’amplificazione dell’effetto ambientale. Nelle aree in cui si applica l’ACA 18 però non è possibile accedere alla azione B4 – razionalizzazione della transumanza prevista nell’Ocm apicoltura. Sia le domande di sostegno che di pagamento (a cadenza annuale) devono essere presentate telematicamente attraverso il portale Sian di Agea seguendo le indicazioni di successive e apposite circolari di Agea e della Regione.

Indennità compensativa

Insieme alle misure dedicate al biologico quelle finalizzate a mantenere le attività̀ agricole e zootecniche in aree particolarmente svantaggiate o soggette a particolari vincoli ambientali sono le misure a superficie più gettonate. Non a caso per il solo 2024 il bando pubblicato lo scorso 29 dicembre e che riguarda l’“Intervento ANC (71)”, prevede una dotazione di quasi 50 milioni di euro per tre tipologie di azioni. Quattrini che serviranno a compensare i mancati guadagni e i costi aggiuntivi sostenuti dalle aziende che operano in contesti difficili. Qui si tutela la presenza della zootecnia estensiva e va incentivata e sostenuta la permanenza degli allevatori e degli agricoltori al fine di evitare l’abbandono e di preservarne i servizi ecosistemici.

Tre interventi

La parte più corposa della dotazione del bando – 30 milioni di euro – è destinata all’intervento SRB01 “Sostegno zone con svantaggi naturali montagna”. Ci sono poi 19 milioni e 222 mila euro per l’intervento SRB02 “Sostegno zone con altri svantaggi naturali significativi” e 247.500 euro per l’intervento SRB03 “Sostegno zone con vincoli specifici”. Solo per l’SRB03 l’indennità si eroga alle aziende agricole indipendentemente dall’orientamento produttivo. L’erogazione dei premi sia per gli interventi SRB01 e SRB02, invece, è vincolata alla presenza di attività zootecnica purché rispetti i carichi di bestiame ammissibili.

L’entità del premio che va da un massimo di 517 euro per ettaro (pascoli con zootecnia nell’ambito dell’intervento SRB03) a un minimo di 50 euro per ettaro (per i seminativi diversi dalle foraggere nell’ambito dell’intervento SRB02) è subordinata all’approvazione da parte della Commissione europea, delle modifiche al Piano Strategico Nazionale Pac 2023/2027.

Benessere animale

L’intervento sul benessere animale (azione A del Psp 2023/2027) si applica su tutto il territorio regionale e prevede un sostegno economico per compensare i minori ricavi e/o maggiori costi che richiede l’adesione agli impegni la cui durata è di un anno a decorrere dall’1 gennaio 2024.
Le specie animali ammesse all’intervento sono gli avicoli da carne, gli avicoli da uova, i bovini da carne, i bovini da latte, i bufalini da carne, i bufalini da latte, i caprini, gli equidi, gli ovini e i suini.
Per potere assoggettare l’allevamento agli impegni è richiesta una consistenza minima di 7 Uba per ciascuna specie animale.

La dotazione finanziaria del bando è di 21milioni di euro. Quattro le aree d’intervento: “Acqua, mangimi e cura degli animali”, “Condizioni abitative, come maggiore e migliore qualità di spazio disponibile”, “Condizioni che consentono l'espressione di un comportamento naturale, come l'arricchimento dell'ambiente di vita o lo svezzamento tardivo e “Accesso all'aperto e pascolo”. Inoltre ciascun’area è sua volta articolata in diverse sotto-azioni.
Il bando è attivato “sotto condizione”, nel senso che potrebbe essere necessario apportare modifiche sostanziali per “garantire la salvaguardia degli
interessi unionali, la trasparenza ed il buon andamento dell’azione amministrativa”.

L’intervento SRA30 é compatibile con diversi altre misure del Psp. Con l’intervento SRA14 “Allevatori custodi” in relazione al pagamento per l'allevamento di razze animali autoctone nazionali a rischio di estinzione/erosione genetica, ma anche con l’intervento SRA 29 “Agricoltura Biologica” e con l’intervento ANC (71) - Vincoli naturali o altri vincoli territoriali specifici. Anche in questo caso per la presentazione delle domande bisogna attendere l’emanazione delle circolari specifiche da parte di Agea e della Regione Sicilia.

Sicilia, pronti bandi Csr per quasi 270 milioni in quattro settori - Ultima modifica: 2024-01-10T15:20:58+01:00 da Simone Martarello

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