Controllo e certificazione del bio. Il Consiglio dei Ministri di giovedì 3 agosto ha approvato in via preliminare lo schema di decreto legislativo che riforma la normativa nazionale adeguandola alle disposizioni del Reg. Ue 2017/625.
La delega al Governo
Un provvedimento già previsto dalla legge nazionale sull’agricoltura biologica (Legge n. 23 del 9 marzo 2022) che all’art. 19 aveva attribuito la delega sul sistema dei controlli al Governo.
Nei giorni scorsi si sono registrati alcuni interventi di segno opposto, su questa materia, da parte di FederBio e AssoCertBio, facendo presagire l’innesco di un aspro confronto, come si verificò nel corso dell’ultima recente riforma attuata solo 5 anni fa con il D.Lgs 20 del 23 febbraio 2018. In attesa di possibili correzioni in sede di dibattito presso le Commissioni parlamentari sembra che per ora questi timori siano infondati.
Gli interventi previsti
Nella nota diffusa dal Consiglio dei Ministri emerge infatti che il testo interviene in alcuni aspetti di contorno, come le motivazioni che possono portare alla sospensione o la revoca degli organismi di certificazione, le procedure per la designazione dei laboratori nazionali di riferimento per le analisi ufficiali, l’istituzione, ma solo dopo uno specifico prossimo ulteriore decreto, della banca dati pubblica in grado di garantire la tracciabilità delle transazioni commerciali dei prodotti biologici.
Infine, si adegua il sistema sanzionatorio per gli organismi di controllo e per gli operatori biologici, compresi i gruppi di operatori, che adottano condotte non conformi, compreso l’illecito utilizzo dei termini riferiti all’agricoltura biologica da parte di operatori non assoggettati al sistema di controllo. Tali sanzioni possono arrivare, in alcuni casi, fino a 24.000 euro o al 5% del fatturato.
Il nuovo quadro sanzionatorio della Pac
Lo stesso Cdm del 3 agosto è intervenuto anche sul fronte del quadro sanzionatorio della nuova Pac autorizzando un decreto di modifica e integrazione del D.Lgs del 17 marzo 2023 n. 42.
Le nuove norme riguardano:
- il recupero di pagamenti indebiti;
- la modifica dell’impianto sanzionatorio per la condizionalità sociale;
- le riduzioni in caso di presentazione tardiva di modifiche alla domanda di aiuto presentata nei termini utili;
- il numero massimo di ovicaprini non identificati, allevati in aree montane, per i quali non si applicano sanzioni derivanti dagli interventi di sviluppo rurale;
- la specificazione della successione temporale dell’applicazione degli obblighi e dei controlli di condizionalità;
- le disposizioni specifiche per le riduzioni dei pagamenti per gli ecoschemi;
- la previsione di sanzioni nel caso di violazione degli impegni e di altri obblighi degli interventi dello sviluppo rurale non connessi alla superficie e agli animali, ivi inclusa la relativa ammissibilità.
Inoltre, si introducono sanzioni per il mancato rispetto della normativa in materia di interventi nei settori vitivinicolo, ortofrutticolo, dell’apicoltura e dell’olio d’oliva e delle olive da tavola, inseriti all’interno del Piano Strategico PAC 2023/2027.