Il mais è una coltura strategica anche per il biologico.
Per farne crescere le superfici occorre però mettere a punto percorsi tecnici affidabili. Una delle missioni a cui si è applicata BioDemoFarm, l’iniziativa di FederBio servizi che mette in rete le migliori aziende a seminativi bio della Pianura Padana, con la media partnership di Terra e Vita Edagricole.
Lambiti dall’alluvione
Lo scorso 23 maggio, a Gualdo di Voghiera (Fe), presso l’azienda bio del Centro Didattico Alessandro Navarra – Borgo Le Aie, è andato in scena il secondo appuntamento di quest’anno dedicato alla “Coltivazione biologica del mais: un confronto tra mais pacciamato e mais non pacciamato”. Gli effetti della calamità naturale della doppia alluvione che ha lambito questo territorio il 2 e il 16 maggio non hanno disturbato l’allestimento delle prove in campo, mettendo anzi in maggiore evidenza l’efficacia delle soluzioni proposte.
«La Fondazione fratelli Navarra – ha detto il presidente Nicola Gherardi Ravalli Modoni – rafforza con queste iniziative la sua vocazione per la divulgazione delle migliori tecniche agricole». «Le prove in campo sono la più efficace evoluzione di quelle che 100 anni fa (quest’anno la Fondazione festeggia il secolo di vita) era l’iniziativa delle cattedre ambulanti che tanto hanno contribuito alla maturazione tecnica del nostro tessuto produttivo».
Pacciamatura, anticipo vincente
«La pacciamatura con i bioteli – ha spiegato Luca Davì, Fondazione Navarra, durante la descrizione delle prove – quest’anno si è limitata al confronto tra pacciamato nero e non pacciamato (l’anno scorso era stato anche verificata l’azione del biotelo trasparente)».
«I risultati sono stati però particolarmente significativi: la tesi del mais a cui è stata applicata la biopacciamatura anti- infestanti ha infatti manifestato un deciso anticipo colturale sia perché l’effetto serra del biotelo ha consentito di contrastare l’impatto dei ritorni di freddo registrati in maggio in queste zone, sia perché l’assenza delle pratiche di strigliatura e sarchiatura hanno preservato l’integrità degli apparati radicali».
Sarchiatrici delicate
Una soluzione intermedia ai due metodi di controllo delle malerbe è quella portata in campo a Gualdo da OliverAgro. Ovvero un modello evoluto di sarchiatrice interfilare capace di lavorare anche rispettando la pacciamatura.
In questo caso la combinazione del biotelo sulla fila e della sarchiatrice sull’interfila ha garantito l’efficace controllo anche delle malerbe con portamento strisciante. L’alternativa è costituita dalla possibilità di disporre di attrezzatura in grado di lavorare con la massima delicatezza anche il sottofila.
Genetica e biostimolanti
Simone Pinotti di Kws Italia ha testimoniato l’importanza della genetica nella coltivazione del mais in biologico. Gli ibridi messi a punto dalla società tedesca assicurano infatti la migliore combinazione tra produttività e resilienza richiesta per questo metodo di produzione.
Syngenta ha ottimizzato la tecnica di nutrizione in maiscoltura biologica mostrando l’efficacia di bioformulati innovativi, particolarmente apprezzata in un’annata in cui il clima e le intense precipitazioni primaverili stanno causando estesi disordini fisiologici con sintomi di clorosi e sofferenza fogliare. RhizoSum è ad esempio un fertilizzante di origine naturale in polvere che contiene anche l’Azotobacter salinestris ceppo Cect 9690. Un batterio azotofissatore per i cereali e le oleaginose esclusivo di Syngenta. Una formulazione che assicura al mais:
- Fissazione biologica dell’azoto a livelllo fogliare e radicale;
- Riduzione della perdita di azoto,
- Induzione alla produzione di sostanze metabolicamente attive nella pianta.
Numerose le presenze in campo nel corso della manifestazione di tecnici, imprenditori e di studenti della scuola Navarra di Ostellato (Fe).
Prossimo appuntamento con la Bietola Bio 4.0
«BioDemoFarm è l’occasione – ha affermato Nicola Stanzani, direttore di FederBio Servizi – che le aziende e i tecnici bio aspettavano per toccare con mano la migliore combinazioni di mezzi tecnici per una gestione di precisione delle colture erbacee in biologico».
«La sfida che abbiamo davanti – hanno ribadito Gherardi e Stanzani in chiusura di giornata- è impegnativa: l’Unione europea ha tracciato l’obiettivo di raggiungere il 25% di superfici europee biologiche entro il 2030 come parte integrante di una strategia come la Farm to Fork che vuole favorire lo sviluppo di un modo di produrre meno impattante sul clima».
Il prossimo appuntamento con BioDemofarm è alle porte: il 13 giugno è infatti già programmato presso l’azienda AgriSfera di Ravenna il terzo appuntamento di BioDemoFarm dedicato a: BIETOLA BIO 4.0.