Il governo statunitense sta pianificando di usare degli insetti per modificare geneticamente, attraverso virus, le piante quando stanno già crescendo sui campi, ufficialmente per migliorarle, ma c'è il forte rischio che la tecnica si trasformi in un'arma. Lo affermano su Science alcuni esperti internazionali, secondo cui questa sarebbe una violazione della Convenzione sulle armi biologiche.
Il progetto Insect Allies del Darpa, il dipartimento per le ricerche avanzate del ministero della Difesa, ha un finanziamento di 45 milioni di dollari, con diverse università già al lavoro. L'obiettivo è quello di trovare il modo di rendere più semplice la manipolazione genetica delle piante, non più in laboratorio ma direttamente sul campo utilizzando insetti come cavallette o afidi come veicolo per virus in grado di cambiare i cromosomi delle piante, in modo da trasmettere la variazione, dalla resistenza alla siccità a quella ai parassiti, anche alle generazioni successive.
Se anche ci si riuscisse, scrivono i ricercatori, tra cui Guy Reevesdel del Max Planck Institute for Evolutionary Biology, la tecnica potrebbe facilmente essere convertita per distruggere le colture invece che migliorarle. «È nostra opinione che la conoscenza che farebbe guadagnare questo programma sia limitata nella sua capacità di rispondere alle emergenze naturali - scrivono - e come risultato il programma potrebbe essere percepito come uno sforzo per sviluppare agenti biologici con intenti ostili».