Un passo avanti decisivo per le piante Tea

Il responso della consultazione pubblica sulle nuove tecniche genomiche (Ngt) mostra una positiva percezione degli avanzamenti tecnologici e una favorevole accoglienza della loro applicazione nel miglioramento genetico delle piante. La politica è chiamata ora a fare la prossima mossa per non compromettere la competitività agricola europea.

Il lungo e complesso percorso per poter coltivare in Europa le piante Ngt (New genomic techniques), cioè derivanti da mutagenesi mirata e cisgenesi, in Italia conosciute come Tea (Tecnologie di evoluzione assistita) ha compiuto un altro passo avanti.

In questi ultimi 5 anni, su richiesta degli organismi europei, esperti indipendenti hanno elaborato documenti tecnici secondo cui le piante Tea:

1) possono contribuire al raggiungimento degli obiettivi “dal produttore al consumatore” e “biodiversità” del Green Deal europeo e dello sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite;

2) pongono rischi inferiori rispetto alle piante ottenute mediante transgenesi e non presentano nuovi pericoli rispetto alle piante prodotte con tecniche di selezione tradizionali non ogm (Efsa 2020); 3) la legislazione attuale è obsoleta e va adeguata al progresso scientifico e tecnologico (Commissione Europea 2021). Tali documenti hanno posto le basi per una consultazione pubblica, elemento essenziale della democrazia partecipativa europea, attraverso 18 domande, divise in tre sezioni.

I 2.300 partecipanti, di cui tre quarti da Germania (27%), Italia (23%), Francia (15%) e Spagna (9%) si sono qualificati come cittadini europei (65%), istituti di ricerca (9%), imprese o loro organizzazioni (8%), Ong e altre entità (8%), rappresentativi di vari settori produttivi, di cui il 20% agricoltura e 19% sementiero.

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Adeguatezza del quadro. Il 79% ha riscontrato che le disposizioni esistenti sugli ogm non sono adeguate per le Tea. Il 61% ritiene che il mantenimento delle Tea all’interno dell’attuale quadro normativo avrebbe conseguenze a breve, medio o lungo termine per la propria attività o settore produttivo. Il 17% ha ritenuto che le attuali disposizioni sugli ogm siano invece adeguate.

Valutazione del rischio. Il 61% ha sostenuto la necessità di un approccio alla valutazione del rischio diverso da quello vigente.

Di questi, il 34%, per lo più istituzioni di ricerca, ritiene che l’approccio debba essere definito di volta in volta, mentre il 27%, soprattutto ditte sementiere, crede che la valutazione del rischio non sia necessaria quando le piante Tea avrebbero potuto essere prodotte attraverso “breeding” convenzionale o mutagenesi classica. Il 13% ritiene che non sia necessaria alcuna valutazione del rischio, mentre il 22%, in gran parte organizzazioni ambientaliste e di consumatori, ritiene validi i criteri di valutazione del rischio dell’attuale legislazione sugli ogm.

Sostenibilità. Il 51%, soprattutto istituzioni di ricerca, suggerisce di includere nella normativa disposizioni specifiche per piante Tea che concorrano alla sostenibilità, anche ponendo requisiti o incentivi, mentre il 41%, in maggior parte organizzazioni ambientaliste e di consumatori e le ong, è contrario ad introdurre tali disposizioni.

Tracciabilità e informazione. La scelta dei canali di informazione è caduta su "Banche dati e registri pubblici" (32%), "documentazione trasmessa attraverso la catena degli operatori" (27%) e "soluzioni digitali, ad esempio blockchain" (19%). Nei casi in cui non siano disponibili metodi analitici affidabili per identificare una pianta ottenuta tramite Tea, il 63% degli intervistati ritiene che necessario adottare requisiti specifici, mentre il 30% ritiene che il prodotto in questione non debba essere immesso sul mercato. Le opinioni divergono anche su come contrassegnare le piante TEA: tramite l'etichetta fisica (29%) o digitale (18%), siti web o database pubblici (20%), mentre il 22% ritiene non necessaria un’etichettatura per quelle piante che avrebbero potuto essere prodotte anche attraverso metodi classici (22%).

Altri aspetti. Altre questioni che hanno visto opinioni diverse vertevano sulle misure da adottare per la coesistenza con altri tipi di agricoltura, in particolare quella biologica, da definire a livello Ue, per facilitare l’accesso alle tecnologie/risorse genetiche e l’adozione di queste tecnologie da parte delle Pmi, evitando oneri normativi/amministrativi eccessivi, che solo le grandi aziende possono affrontare.

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Complessivamente, i dati della consultazione pubblica mostrano una positiva percezione degli avanzamenti tecnologici e una favorevole accoglienza della loro applicazione nel miglioramento genetico delle piante.

La politica è chiamata ora a fare la prossima mossa per non compromettere la competitività agricola europea.


di Mario Pezzotti
Direttore del Centro Ricerca e Innovazione della Fondazione Edmund Mach

Un passo avanti decisivo per le piante Tea - Ultima modifica: 2022-10-13T08:56:53+02:00 da K4

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